giovedì 18 febbraio 2021

La zuccherosità del male


Testo di F. Ferraro

Un articolo del neoministro (e fervente transumanista) Cingolani mette i brividi: senza troppi giri di parole, ammette candidamente quale sia il vero scopo che si prefigge la cosiddetta svolta "green". Assai rivelatore è il passo in cui si rammarica che la crescita di quelle che chiama con malcelato disprezzo “fasce non produttive della società”, e cioè i bambini e gli anziani, attraverso “l’espansione delle politiche sociali e la diffusione di tecnologie della cura” assorba “una quantità crescente di risorse”. Affinché il capitalismo diventi “sostenibile” c’è bisogno insomma di una drastica riduzione della popolazione dei Sapiens, come li chiama lui: a cominciare, naturalmente, da quelle che gli apostoli dell’eugenismo e del postumano considerano vite futili: gli anziani, i poveri, i disabili.



È il solito trucchetto dei progressisti, nascondere i loro progetti criminali dietro parole dal significato apparentemente positivo, come “liberalismo”, “open society”, “transizione energetica”. In passato il male era almeno riconoscibile, si mostrava in tutto il suo orrore senza infingimenti, non si nascondeva e non indossava la maschera della filantropia. Oggi l’orrore è zuccheroso e bela come un agnello: non solo si viene schiacciati, ma bisogna anche ringraziare il piede che ci schiaccia. Che ci abbiano costretti a chiamare le cose con nomi che rappresentano l’estremo opposto di quello che realmente indicano, è forse la più grande tragedia del nostro tempo. 

5 commenti:

  1. Pezzo notevole. Sottoscrivo. A meno di accadimenti imprevisti oppure imprevedibili, siamo belli che fritti. Duro da accettare, ma molto molto probabile.

    Anche gli squallidi attorucoli che recitano, malissimo la loro parte nell'agone politico non sanno più cosa dire, si impappinano. Penoso il Matteo lombardo, ex seguace di Vercingetorige, già apostolo della secessione nordista. Ieri bofonchiava frasi sconnesse del tipo: "ci vuole più Italia, ma anche più Europa". Solo la Bonino ha capito. Commossa, gli ha regalato uno dei suoi turbanti. Braccia rubate all'agricoltura, all'allevamento. Matteo il cavallaro, lo vedrei bene aggirarsi fra puledri, stalloni e fattrici, alla fiera veronese del cavallo. Forse dopo la pandemia riprenderà anche questa manifestazione settoriale. Ci conto. Ci spero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le frasi sconnesse bofonchiate da Salvini sono la prova che burattini come lui devono rincorrere le decisioni calate dall'alto, a cui magari non sono preparati e che a volte li colgono alla sprovvista. Inseguono i criminali capricci dei loro scellerati padroni, difendendo il proprio posto di lavoro.

      Elimina
  2. caro Mauro (forse) le sfugge che la "pandemia" sarà come il pane (quotidiana) con le sue varianti regionali: altamura, senza sale, biove, rosette, michetta, cafone, ecc
    ma, a differenza del pane, invece di alimentarci, ci ammazzerà in svariati modi
    un saluto

    RispondiElimina
  3. A noi toccherà il pane insipido, sciocco, come usa in Toscana, ed anche in Puglia. Meglio strozzarsi con una croccante rosetta romana. Dovendo scegliere....
    Saluti a lei

    RispondiElimina