mercoledì 14 dicembre 2022

Dalla zoofobia si può guarire



Fonte: Mio articolo del 19 settembre 2016

Rileggendo gli appunti di qualche anno fa, mi sono accorto che il motivo del contendere - cioè il “casus belli” - delle litigate tra me e Tina, era dovuto principalmente ai cani. Anni fa si arrabbiava se davo da mangiare ai cani randagi, vergognandosi di me perché la gente pensava che io fossi un vazaha scemo. Quando abbiamo abitato insieme in affitto e io volevo cucinare del riso anche per i cani del vicinato, che giravano liberi nel quartiere, Tina esigeva che il cibo per loro venisse cucinato in pentole diverse da quelle usate per noi. Del resto, quando ad Ankilibe misi un serpente boa nella borsa frigo, per andare a liberarlo nella brousse lontano dal nostro bungalow, si arrabbiò perché così facendo non avremmo più potuto usarla noi, per metterci le nostre vivande. 



Il fenomeno per cui certi esseri umani sono intolleranti verso gli animali si chiama zoofobia, che al suo interno può avere aspetti come l'aracnofobia e l'ofidiofobia, atteggiamenti, questi ultimi, comprensibilissimi e che affondano le loro radici nel nostro atavico passato. Ma quello di Tina verso i cani, se in parte può dipendere dalla paura dei loro morsi, diventa inspiegabile quando si tratta di cuccioli. E in effetti, soltanto fino a un paio di anni fa non mi permetteva di fare entrare in casa un cucciolo che era stato separato dalla madre e non la smetteva di piangere per tutta la notte.



Tuttavia, se quando si tratta di dar da mangiare ai cani ci dev'essere, anche ora, il loro “alika finga” (piatto per cani), che in genere è una vecchia padella ammaccata o una terrina sbeccata, l'anno scorso ho notato un piacevole cambiamento in lei: mi permetteva di dare del pane ai cani randagi di Antsirabe e anzi era lei stessa a sollecitarmi a farlo, comprandomi le baguette ai chioschi senza protestare e rimanendo a breve distanza mentre compivo l'operazione. E senza provare il minimo disagio. Mi auguro che ciò sia dipeso da una sua crescita personale, avendo capito quanto per me sia importante, e non piuttosto dal fatto che eravamo turisti in visita ad Antsirabe, cioè lontano dai luoghi dove lei risiede e dove è conosciuta. Vedremo il seguito.

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