Dopo l’incursione del 20 aprile, da parte
di cinque attivisti per i diritti animali nel Dipartimento di
Farmacologia di Milano, non solo c’è stata una manifestazione di alcuni studenti a favore della ricerca con animali, ma si è verificato un fenomeno
che ai miei tempi non avrebbe potuto verificarsi: una guerra virtuale a colpi
di fumetti.
Quando internet non esisteva ancora, la
liberazione di animali dagli stabulari provocava, attraverso i mass-media da
sempre asserviti al potere economico, lo sdegno dei vivisettori che si affrettavano a rassicurare
l’opinione pubblica circa la non pericolosità delle cavie fatte uscire dal
laboratorio. In tal modo, si ergevano a paladini della pubblica salubrità,
reiterando l’equivoco che a difendere la salute siano necessari loro e i loro
esperimenti. Un po’ come i cacciatori che si ergono a paladini della protezione
dell’ambiente a colpi di fucile.
Oggi si continua a perpetuare questo
equivoco, ma in più si vedono i risultati della
manipolazione mentale ai danni
degli apprendisti stregoni, ovvero degli studenti di medicina.
Per la verità, il plagio dello studente
universitario è sempre esistito, conditio sine qua non se il soggetto vuole passare gli esami.
Correva l’anno 1981 e io tentavo la strada della laurea, presso la facoltà di
scienze naturali di Trieste. Una mia collega di studi, tale Eva Godini, quando
le dissi che ero contrario alla vivisezione mi risposte brutalmente: “Voi
sapete solo criticare la sperimentazione sugli animali, ma non avete nulla da
proporre in alternativa!”
Sono passati trentadue anni da quel breve
scambio di battute, ma di Eve Godini ne sono spuntate a centinaia, a migliaia
forse, tutte sfornate dalle università e inviate in missione nelle scuole
medie, in qualità di professoresse di matematica e scienze, affinché il dogma
dell’antropocentrismo si tramandi nei secoli, fedelmente.
Pochi giorni fa, infatti, si sono
ritrovate in piazza alcune decine di Eve Godini, insieme ai loro colleghi
maschi, per ribadire la loro contrarietà all’incursione degli animalisti, con
lo scompiglio che ne è derivato e che ha costretto la direttrice del centro
ricerche a cedere topi e conigli ormai inservibili.
Le argomentazioni degli studenti sono le
stesse ripetute da Silvio Garattini in tivù, in molte occasioni, a riprova che
i mass-media cartacei o catodici sono al servizio del potere costituito.
Se si analizzano le motivazioni che hanno
spinto i cinque attivisti ad entrare nella struttura, sapendo che sarebbero
andati incontro a conseguenze penali, e le paragoniamo a quelle che hanno
spinto il gruppetto di studenti a scendere in piazza, si può dedurre che i
primi erano spinti dalla convinzione etica che infliggere dolore a soggetti
senzienti sia inaccettabile, e i secondi che lo sfruttamento degli animali in
qualità di modelli sperimentali sia normale e necessario.
Si capisce che i due gruppi basano le
proprie convinzioni su opposte scuole di pensiero, empatica e solidale la
prima, specista e opportunista la seconda. Quando gli studenti dicono che
sperimentare sugli animali è normale, dicono una cosa corretta, perché,
contestualmente, gli animali vengono non solo sfruttati per le loro reazioni
fisiologiche, ma anche per il divertimento di grandi e piccini, nei circhi;
come bersaglio per adulti sadici e immaturi, nella caccia; e soprattutto per le
loro carni, dagli esseri umani trovate gradevoli previa cottura.
Gli studenti, quindi, hanno l’intera
società dalla loro parte, magistratura compresa, oltre
all’opinione pubblica.
Gli animalisti, invece, s’inoltrano nel territorio poco frequentato
dell’utopia, cioè affermano – come dicevamo a Genova nel luglio del 2001 – che
un altro mondo è possibile.
Questo altro mondo, composto da
un’umanità rispettosa e nonviolenta, non sarà possibile fintanto che la maggior
parte dei suoi membri non riterrà utile o necessario cambiare registro,
uniformarsi a un principio etico universale insito in ciascuno di noi, ma che
le sovrastrutture culturali e ideologiche hanno cancellato e obnubilato.
Che l’uomo sia al centro dell’universo ce
l’hanno detto così tante volte che abbiamo finito per crederlo, in base alla
tecnica manipolatoria per cui se una menzogna viene ripetuta un milione di
volte diventa verità. Così, dopo averlo sentito dai professori universitari,
gli stessi che li sottopongono a una specie di ricatto occupazionale (se non ti
adegui non passi gli esami), e dopo averlo sentito dire in tivù e sui giornali,
oltre che dai pulpiti delle chiese, lo studente standard di medicina e
chirurgia finisce per interiorizzare l’idea che dall’osservazione delle
convulsioni sperimentali delle cavie si possa estrapolare qualche dato utile
per l’uomo, come se il fine giustificasse i metodi e la salute umana debba
venire sempre e comunque al primo posto.
Anche se fosse vero, cioè che le cavie
possano fornire risultati applicabili alla cura delle
malattie umane, sarebbe
già immorale e non dovrebbe trovare posto in una società civile, quale la
nostra attualmente purtroppo non è.
Ma il fatto è che dai risultati della
sperimentazione animale non si ottiene alcunché di vantaggioso per la salute
umana, ma solo informazioni che regolarmente vengono definite utili per futuri
e ulteriori studi. Non si arriva mai al risultato finale, ma ci si avvicina
solo di un po’.
La presa in giro continua da decenni, con
la stessa solfa, e i ricercatori sono sempre sul punto di scoprire il farmaco
miracoloso per la cura del cancro o di altre malattie.
In realtà, le industrie farmaceutiche,
che sono i veri padroni della ricerca, anche se non amano che si sappia, non si
stanno impegnando veramente nella ricerca di soluzioni intelligenti perché le
malattie sono il loro business. E quando mai un’azienda dovrebbe andare incontro al proprio
suicidio economico?
Le industrie farmaceutiche - e le
università loro dipendenti - fanno solo finta d’impegnarsi nella ricerca di
nuovi farmaci. Un po’ come gli avvocati per i quali è stato coniato il motto
“Più la pende, più la rende”. Saggezza popolare.
Hanno ingaggiato abili psicologi per
coniare slogan e frasi ad effetto così da far presa sull’opinione pubblica per
scopi manipolatori. Il profitto non può venire meno e la tendenza da parte
della classe medica e dei loro mandanti è semmai quella d’incrementare la
diffusione delle malattie, non quella di contrastarle, ma alla gente viene
fatto credere il contrario.
Se poi si considera che l’ambiente di
vita normalmente è inquinato e ogni giorno si aggiunge qualche nuovo
inquinante, si capisce che la ricerca con uso di animali è del tutto
pretestuosa, perché basterebbe che la politica e l’economia, ovvero le
fabbriche e le aziende in genere, attuassero modi di produzione a impatto zero,
ovvero non inquinassero. In un ambiente pulito, anche gli organismi che ci
vivono saranno puliti, fino alla loro estinzione naturale.
Ciò non di meno, nonostante il flusso
d’inquinanti che non cessa d’essere riversato nell’ambiente, la durata della
vita media in Occidente è aumentata nell’ultimo secolo, grazie alla
disponibilità di cibo e all’igiene. Così avviene che i ricercatori su animali
usino questo dato di fatto per accreditare a se stessi tale risultato. Si
comportano come la Mosca Cocchiera della favola di Fedro che, posatasi
sul timone di un carro trainato da un mulo, s’illudeva d’essere lei stessa a
tirare il pesante mezzo. Ho anche provato a spiegarlo a un tizio su Facebook, come si può vedere in queste battute:
Matteo Pierino Carriglio: Onestamente vedendo tutta la gente che
critica il mondo medico e della ricerca io renderei l'assistenza sanitaria una
libera scelta. Mi spiego, chi è convinto che tutta la ricerca sia solo una
speculazione di Big Pharma potrebbe non pagare l'assistenza sanitaria
nazionale, rinunciando a qualsiasi cura ospedaliera sul suolo nazionale. E'
provocatorio naturalmente, ma è snervante vedere gente che continua a criticare
il lavoro di medici e ricercatori senza aver alcuna competenza, e poi per la
minima cosa corrono in ospedale.
Me: Io in ospedale ci andrei solo in stato d'incoscienza, a
seguito d'incidente. Poi, recuperata la coscienza, firmerei una liberatoria per
i medici affinché mi dimettano.
Matteo Pierino Carriglio : Però usufruiresti delle cure. E'
questo il problema. Se reputate tutto il mondo della ricerca solo una grossa
speculazione, a rigor di logica dovrebbero essere inutili, e quindi non
necessarie, tutte queste cure e interventi che sono stati scoperti solo per ingrassare i vertici di Big Pharma
e della politica. Quello che intendevo io per provocazione, è che a colui che
si dichiari contrario venga applicato un bollo sulla carta d'identità nei segni
particolari, e non sia dotato di tessera sanitaria. Tanto se era solo una
speculazione e le cure non servono perché ci sarebbe bisogno di andare in
ospedale? Troppo facile criticare e poi farsi curare, pure se sei incosciente.
Me: Il fatto è che mentre sono incosciente potrebbero
espiantarmi qualche organo. La tortura ai danni degli animali è una maledizione
che inficia tutto ciò che ne segue, comprese le cure ospedaliere. Ben
volentieri farei a meno della tessera sanitaria, con tanto di microchip incorporato. Vis sanatrix naturae è il principio valido da sempre per ogni
organismo animale, uomo compreso.
Matteo Pierino Carriglio: Benissimo, spero che tu mantenga questa
tua coerenza evitando di assumere qualsiasi tipo di farmaco e rifiutando
qualsiasi tipo di cura. E ricordati che è solo grazie a queste
"torture" se tu ora sei qua a scrivere a un computer, ti ricordo che
solo un 150 anni fa arrivare a vivere 50 anni era un traguardo a cui non molti
potevano ambire.
Me: Matteo, io invece penso che i vivisettori siano affetti
dalla sindrome della......Mosca Cocchiera, cioè abbiano il vezzo di attribuirsi
meriti che non gli spettano. Nell'esempio da te riportato, mi sembra molto più
verosimile che l'età media si sia alzata grazie all'igiene e alla maggiore
disponibilità di cibo. Anzi, se il Vecchio Testamento può essere preso come
fonte storica valida, gli antichi ebrei vivevano centinaia d’anni, ma ho
qualche dubbio in proposito.
Fabio Malfassi: In Italia abbiamo persone che si
permettono di criticare e di dire che la medicina e la ricerca non servono a
nulla, questo perchè sanno benissimo che in nessun caso saranno lasciati morire
in mezzo ad una strada. Se veramente l'assistenza sanitaria diventasse facoltativa,
sarebbero i primi a richiederla.
Me: Fabio, in Italia abbiamo persone che si permettono di
criticare un metodo palesemente inefficace e fuorviante come la ricerca con
modelli animali. E' diverso.
Matteo Pierino Carriglio: Il 90% e passa delle cure mediche oggi
disponibili sono state trovate sperimentando su animali, dai farmaci agli
interventi chirurgici. Forse solo certi rimedi omeopatici non sono stati
testati. Ricordati che neanche 100 anni fa si moriva di polmonite, se vai a
vedere qualsiasi dato statistico sulle morti per malattia nell’ultimo secolo
vedi che c'è un netto calo. E' bello vedere gente che continua a negare
l'evidenza, solo perchè non gli piace
.
Marco Meneghello: «In Italia abbiamo persone che si
permettono di criticare un metodo palesemente inefficace e fuorviante come la
ricerca con modelli animali».
Il motivo è che in Italia è pieno di
ignoranti, e gli ignoranti ci mettono anima e corpo nel difendere la propria
ignoranza, specialmente se questa viene a danno della collettività.
L'unico rimedio è l'informazione
corretta, supportata da rigore scientifico. Costa fatica, molta più fatica di
quella che impiega l'ignorante per diffondere idee sbagliate e pericolose, ma è
l'unica strada.
Insomma, quando dicono che gli animalisti
sono ignoranti, dicono una cosa vera. Io non
potrei stare alla pari con uno
studente di medicina, nemmeno del primo anno, perché le sue conoscenze di
chimica, fisica e biologia sono superiori alle mie. Peccato che a lui manchi
quella cosa imprescindibile e irrinunciabile che si chiama Consapevolezza e che
ci rende esseri umani degni di tale nome. Una volta si diceva: “Scienza e
coscienza”. Ma sembra che quello slogan sia stato annientato dagli interessi
economici delle industrie: il profitto prima di tutto.
Per le cavie animali inutile dolore, per
quelle umane false speranze e dipendenza a vita dai farmaci, per le industrie
guadagni da capogiro.
Chi la vuole una società così cinica?
Spiace veramente leggere delle reazioni così generiche esternate da un medico. Credo che non abbia compreso il concetto di ficucia in un organo così complesso come può essere la sanità pubblica. Facile dire di mettere il timbro sul documento di chi contesta l'inefficienza dell'apparato sanitario e ne denuncia le carenze. In realtà, in un paese civile, il medico dovrebbe fare il medico, non dovrebbe discriminare chi non crede nella sanità, a mio avviso sarebbe suo dovere prodigarsi affinche proprio quelli che hanno perso la fiducia e siamo in tanti, la riaquistino. Che c'entra generalizzare? E' troppo facile così, creare delle categorie che non esistono tra gli ammalati. Non fa onore quello che afferma il dottore alla sanità pubblica, anzi. Mi è piaciuto moltissimo il termine di "apprendista stregone", mi ricorda la prima el'ultima volta che sono passato sotto i ferri, da un'anestesia locale, sul lettino mi è stata fatta quella totale, ovviamente avevo firmato, ma mai più avrei detto che tale decisione si sarebbe presa dieci secondi prima dell'intervento. Poi ovviamente dopo la resurrezione, dalle copie della cartella clinica evinco che ero stato operato da persone che non esistevano in nessun elenco del personale permanente, diversamente a quanto concordato - specifico - in visita privata - col primario stesso. Operazione fatta in maniera assurda e inconcludente. Conclusione: rinuncio volentieri alla tessera sanitaria e a tutte le cure ordinarie. Ma il timbro non si mette neanche alle bestie, mi ricorda tanto quelli sul braccio nei campi di concentramento.
RispondiEliminaBuona giornata.
I vivisettori non vogliono ammettere che la disposizione degli organi interni degli altri mammiferi è leggermente diversa dalla nostra. Per cui, quando un chirurgo alle prime armi si trova di fronte a un addome umano aperto, ha qualche difficoltà a trovare la via da seguire dal momento che ha fatto pratica sugli addomi di cani, scimmie e maiali.
EliminaNel tuo caso, ti hanno taciuto dell'inesperienza di chi ti avrebbe messo le mani nella pancia, altrimenti, se ti avessero dato il tempo di riflettere, avresti potuto ripensarci e rinunciare all'operazione.
Insomma, sono dei bugiardi matricolati.
Criminali potenziali.
Eva Godini:“Voi sapete solo criticare la sperimentazione sugli animali, ma non avete nulla da proporre in alternativa!”
RispondiEliminaora qualcosa da proporre c'è ed è quello segnalato da Cat nell'articolo Dalla Russia con Stupore http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2013/03/dalla-russia-con-stupore.html e anche
http://etalon-taganrog.com/tecnologie_bioinformative_della_fondazione_arcady_petrov.html
preciso che ora come ora io non so rinunciare ai farmaci contro il mal di testa, ma ho avuto dei gravi lutti in famiglia che mi hanno costretto ad aprire gli occhi (forse non del tutto ma in buona parte).
Le alternative, a differenza di quanto disse la mia non informata collega d'università, esistevano già quella volta, ma era sbagliato chiamarle alternative perché in realtà erano la vera scienza.
EliminaNegli ultimi trent'anni, tuttavia, è aumentato il numero dei medici contrari alla ricerca su animali, per palese inefficacia del metodo, e anche la diffusione dell'informazione ora è molto più capillare.
Ciò nonostante, la manifestazione degli studenti di farmacologia (il mestiere del farmacista è fra i più ambiti) dimostra un arroccamento della casta medica, supportato dalle industrie farmaceutiche.
Insomma, troppi hanno ancora molto da perdere in caso di abolizione di quella pratica barbara e fallace.
E' proprio così e non si può farne nemmeno una colpa agli studenti, perchè loro hanno trovato una società organizzata in questo modo e che non mettono in dubbio, bisognerebbe che in loro scattasse una molla che li facesse riflettere, che li portasse a chiedersi: "Ma cosa sto facendo?" Ma è difficile e nemmeno possono essere convinti se non scatta quel qualcosa....
RispondiEliminaHai ragione. Il plagio nei loro confronti si origina fin dalla più tenera età, nei banchi di scuola elementare e all'asilo. Quando arrivano all'università sono già bell'e confezionati. Pronti ad accettare cinicamente tutto ciò che gli viene offerto.
EliminaCosì funziona il condizionamento mentale, ma loro non lo sanno e pensano di essere liberi.
C'è veramente qualcosa di diabolico in ciò.