Fonte:
Brindisi.it
Testo
di Paola Bari
La
Cannabis buona per tutto: fibre, carta, oli industriali. E depura i terreni
inquinati.
Utile
per produrre fibre, un olio alimentare salutare, per bonificare i terreni
(perché assorbe i metalli pesanti) e nell’edilizia. Una vera a propria pianta
delle meraviglie di cui non si butta via nulla. È grazie a tutte queste
proprietà che il 29enne brindisino Andrea Carletti, socio di Assocanapa e
presidente del consiglio di amministrazione dell’impresa agricola Le Terre del
Sole, ha dedicato 12 ettari di terreno appartenente alla società alla
coltivazione della canapa indiana, varietà francese “Futura 75”, un incrocio di
semi a bassissimo contenuto di thc (0,2%), il principio attivo della Cannabis
indica, destinandoli alla produzione di fibra tessile e semi per la produzione
di oli alimentari.
La
piantagione si estende nei pressi della riserva naturale di Torre Guaceto e
rientra nel progetto “Hemp farm”,
fattoria della canapa, abbracciato dal 29enne brindisino con lo scopo di rilanciare
l’agricoltura e puntare sempre più su nuove fonti di produzione delle materie
prime. Il progetto è ancora in fase sperimentale. A breve ad Avetrana (Ta)
nascerà un impianto di prima trasformazione di paglie di canapa, ma si spera
anche di riuscire a raccogliere e produrre semi e fibra direttamente sui campi.
La raccolta avviene prima della fioritura e la prima trasformazione consiste
nella separazione della fibra dal canapulo.
Un
progetto su cui Andrea Carletti sta lavorando da almeno tre anni, dopo la
laurea in Relazioni pubbliche e pubblicità, una tesi sulle mobilità alternative
e una lunga permanenza in Australia, un continente dove l’uso di questa pianta
è già collaudato. “Avrei potuto investire con questo progetto in altri posti ma
credo che Brindisi, nonché l’intera Puglia, abbia tutte le caratteristiche per
promuovere la coltivazione di questo arbusto. Ci tengo a precisare che in
queste foglie non c’è il composto stupefacente (il thc) e che la mia
piantagione può essere destinata solo alla produzione della fibra e dell’olio
alimentare, diversamente nemmeno si troverebbe in questi terreni”.
Un
aspetto importante per Brindisi di questa coltura riguarda le sue proprietà
bonificanti dei terreni: “Queste piante fungono da pompe di calore, assorbono
dal terreno metalli pesanti e li stoccano nella foglia e nel fusto. Potrebbe
essere questo un modo per riutilizzare i terreni inquinati di Cerano. Anche in
questo caso la pianta non andrebbe buttata ma riutilizzata nell’edilizia o
nella produzione di olio industriale”. Si potrebbero quindi bonificare i
terreni inquinati e allo stesso tempo produrre fonti di materie prime
alternative.
“Con
la canapa si può produrre anche la carta risparmiando le foreste, basta pensare
che un ettaro di questa piantagione prodotta in pochi mesi equivale a un ettaro
di bosco di quattro anni”. Da quanto si legge sul sito ufficiale di Assocanapa,
l’unica associazione nazionale autorizzata per la vendita di semi certificati
per il controllo di questa coltura, tutti possono dedicarsi alla produzione di
canapa.
“I
costi si aggirano intorno ai 5,50 euro al chilo, oltre iva del 10%, la
lavorazione del terreno
è come per qualsiasi semina, non sono necessari diserbanti, trattamenti antiparassitari, irrigazione (salvo casi eccezionali). Nei terreni più “magri” può essere opportuna una concimazione leggera. La raccolta avviene mediante falciatura, meglio se le bacchette sono tagliate in segmenti non superiori a 1 metro di lunghezza, la macerazione in campo per 30/40 giorni con conseguente rotoimballatura.
è come per qualsiasi semina, non sono necessari diserbanti, trattamenti antiparassitari, irrigazione (salvo casi eccezionali). Nei terreni più “magri” può essere opportuna una concimazione leggera. La raccolta avviene mediante falciatura, meglio se le bacchette sono tagliate in segmenti non superiori a 1 metro di lunghezza, la macerazione in campo per 30/40 giorni con conseguente rotoimballatura.
Per
i ricavi, invece, oltre al contributo dell’Unione Europea sui seminativi, che
varia da zona a zona e comunque da circa 100 a circa 450 euro per ettaro, la
canapa produce mediamente 130 quintali di bacchetta secca per ettaro e sarà
venduta all’attuale prezzo europeo di 15 euro/q, per cui si realizzerà un
ricavo medio per ettaro di 1.950 euro. Ricavi maggiori possono essere
conseguiti eseguendo in proprio la prima trasformazione e se si recupera il
seme e/o si fanno produzioni/lavorazioni di nicchia”.
Nessun commento:
Posta un commento