“Allora ti vengo a
prendere domani, arrivi con l’aereo delle velate”.
Mi scusi,
onorevole Sbai, ma chi sono le velate?
«Le
italiane, mia sorella le chiama così. Quando vado a trovarla a
Casablanca mi vede scendere dall’aereo che arriva da Roma
circondata da marocchine immigrate. Sono tutte velate, vestite di
nero, con gli occhi bassi».
E non è
normale?
«Per niente.
Sono arrivata in Italia a 19 anni, per amore, e prendo quell’aereo
dagli anni ’80. Era un tripudio di voci e colori. Sbarcavano
sorrisi, donne felici, vestite di arancione, giallo, azzurro. Ora
sembrano tutte vedove, solo che il marito è vivo e il lutto che
portano è per la loro vita. La cosa terribile è che sono partite
dal Marocco libere. Sono diventate schiave in Italia».