Fonte: Messaggero Veneto
UDINE. La
comunicazione è arrivata come un fulmine a ciel sereno ieri mattina.
L’azienda ha deciso di chiudere i battenti e in vista della
cessazione d’attività ha aperto contestualmente una procedura di
mobilità per i suoi 51 dipendenti. Che la situazione non fosse delle
migliori era chiaro da tempo, ma che Envigo (ex Harlan), l’azienda
che ad Azzida, frazione di San Pietro Al Natisone, fosse a rischio
chiusura, né i lavoratori né il sindacato se lo aspettavano. La prospettiva oggi
pare invece proprio questa per l’impresa che nelle valli si occupa
di selezionare cavie per la certificazione farmaceutica. A gioirne
saranno gli animalisti, che da tempo hanno puntato il mirino
sull’impresa con tanto di sito internet, mentre le maestranze ieri
«sono rimaste ammutolite» racconta Augusto Salvador, segretario
provinciale dei chimici Cisl. «Comunicando la
decisione, i vertici dell’azienda ci hanno spiegato che lo
stabilimento non è più remunerativo a livello economico e che per
il gruppo, che ha sede ad Indianapolis, è sufficiente mantenere in
attività un sito in Olanda, simile a quello di Azzida ma più
grande».
Una doccia fredda per
i 51 dipendenti friulani, prevalentemente donne, in forze alla ex
Harlan laboratoires. La procedura è stata aperta nei giorni scorsi e
deve ancora essere esaminata nel dettaglio, ma gli spazi di manovra
per scrivere un finale diverso appaiono piuttosto ristretti. La situazione andrà
anzitutto passata alla lente d’ingrandimento nel corso di
un’assemblea dei lavoratori che Salvador ieri ha annunciato di
voler convocare in tempi stretti. I prossimi giorni le maestranze si
ritroveranno dunque insieme a leggere il documento, analizzandone le
motivazioni, in cerca di possibili varchi. Se la decisione si
rivelerà non trattabile, l’unica speranza per questi lavoratori
sarà quella di un subentro, una cessione, che appare però assai
difficile.
«Perché - a dirlo è
lo stesso Salvador - questa non è un’attività che si converte
come una manifattura. Lo stesso stabilimento è costruito per
rispondere a particolari esigenze», nel bel mezzo delle valli del
Natisone, dove le aziende si contano su poche mani e il lavoro ha per
questo un valore ancor più prezioso. «E’ la più grande azienda
che abbiamo nella nostra zona artigianale», ha commentato ieri il
sindaco di San Pietro, Mariano Zufferli, non meno sorpreso dei
dipendenti nell’apprendere la notizia.
«Parlo spesso con
lavoratori di quell’azienda, ma nessuno mai aveva avanzato dubbi
rispetto alla sua permanenza sul nostro territorio». Dubbi che oggi invece
ci sono e che porteranno in mattinata il primo cittadino ad Azzida
per verificarli di persona. L’azienda, che tutti ricordano con il
suo “vecchio” nome - Harlan laboratoires - è attiva da almeno
una ventina d’anni ed è passata più volte di mano. Da quelle
della multinazionale inglese Hsl a quelle, forse le ultime,
dell’americana Envigo.
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