venerdì 13 maggio 2016

La metastasi islamica si estende a macchia d'olio


Fonte: Il Giornale

Lo chiamano "Salestan". È l'area a sud di Salerno, nella Piana del Sele di Eboli. Qui, a fronte di 40mila residenti sparsi nell'entroterra rurale, si sono concentrati oltre 5mila immigrati. La maggior parte sono musulmani. Vivono in baracche e villette disabitate. Pregano in una moschea abusiva. E applicano la sharia. A chi ruba, per intenderci, gli vengono mozzate le dita della mano. E se nei dintorni c'è un cristiano, di certo non se la passa bene. 

 
Un paio di settimane fa è stata distrutta una statua della Madonna di Lourdes. Non è la prima volta che succede. I raid contro i simboli cattolici vengono messi a segno al grido "Maledetti cristiani!". Un musulmano si è addirittura preso la briga di girare la statua di Santa Bernardette verso la Mecca. Le autorità non muovono un dito. Perché in "Salestan" l'immigrazione ha raggiunto la punta dell'11%. Il boom è degli ultimi anni ma, come rivela Libero, nel 2011 aveva visto passare da queste parti tre membri di al Jamaa al Islamiyya al Musallaha ovvero il Gruppo armato algerino (Gis). Due componenti furono addirittura arrestati, ma dall'interrogatorio non riuscirono a cavare granché. Oggi, dopo quindici anni, la situazione è se vogliamo persino peggiorata. Gli immigrati, racconta Peppe Rinaldi su Libero, "hanno colonizzato poco meno di dieci chilometri quadrati sulla litoranea di Eboli, a qualche decina di metri dal mare". In questa enclave islamica è sorta una moschea abusiva che le autorità locali si guardano bene dal chiudere. In questa enclave islamica ha iniziato a proliferare la sharia. Ne sa qualcosa Kamel di Beni Mellal (Casablanca) che si è visto amputare le dita di una mano.

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