mercoledì 11 maggio 2016

Quando la cura è peggiore del male


Carlo Pegorotto: Io ho fatto la naja, sono nato nel 1950, una gran perdita di tempo, tra sottoufficiali che facevano i comodi loro, specialmente i marescialli della cucina o automezzi, i vecchi che rompevano i marroni un giorno sì e l'altro anche, cose insulse da fare, magari per punizione, e poi, ho perso 15 mesi per iniziare la mia attività, molto meglio adesso, va militare chi se la sente di farlo, chi ha questa passione. La maggior parte delle persone invece ha altre idee e passioni.

Giuseppe Tonin: Oppure, a quei tempi bisognava per lo meno cercare di far carriera, allora si poteva dire che era servito a qualcosa.

Miriam de Francesch: Come in tutte le cose c'è il buono e il cattivo, marescialli che facevano la spesa in caserma e abusavano del loro potere ne ho conosciuti, ma anche questa per me è una lezione di vita. In tutto si può ricavare del buono, credo.



Giuliano Giuly Mozzato: Rimanete ancora con l'Italia a tra qualche anno mangeremo pane e acqua tutti quanti. Questo è più grave del servizio militare da far fare a 'sti ragazzi, ma la gente sorvola sulla gravità di altre cose.

Sergio Lazzari: Tante stronzate sul servizio di leva, quando non riusciamo a dare nessun futuro ai nostri figli. Siamo arrivati al punto che per educare i figli bisogna fargli fare il militare. Cari genitori, fate pena!

Fabrizio Toniolo: Nella naja si imparava solamente ad imboscarsi. E il più furbo costringeva i meno furbi a farsi furbi. Proprio un bell'insegnamento di vita. Ora che questa costruzione manca, la vorremo ricostituire? Mah, forse non farebbe male a molti, ma lo Stato che impone a me sinceramente è sempre stato antipatico, che sia militare o fiscale. W l'indipendenza!

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