Testo di Saverio Tommasi
Io non piango pensando
ai morti, sono fatto così. Mi dispiace, certo, ma non sono i morti
che mi fanno piangere. Io piango pensando che quel morto ha una mamma
che aspetta una telefonata con due parole: "Sono arrivato".
Ma la telefonata non arriva e lei l'aspetta, perché una mamma
aspetta sempre ed è l'ultima a perdere la speranza.
Piango
pensando che quel morto avrà un papà, con la barba oppure senza,
che dice alla mamma, subito dopo cena: "Tranquilla, ora
telefona, c'è il fuso orario, avrà fatto tardi, lo sbarco e il
centro, il pisolino e la minestra, la scheda telefonica e il
prefisso". Ma il figlio non telefona e lui dice: "Tranquilla,
ora telefona". E poi va a piangere fra il cuscino e il materasso
capendo che non telefonerà, ma continuando a ripetere: "Fra
poco squilla, mamma, non piangere". Ecco, io piango per le mamme
che sono vive, non piango per i morti che sono morti. Come diceva
Pertini: "Il miglior modo di pensare ai morti è pensare ai
vivi".
Nessun commento:
Posta un commento