martedì 30 gennaio 2018

Gli ebrei usano la paleontologia per propagandare il NWO

















Fonte: ANSA

Gli antenati dell'uomo cominciarono la loro migrazione dall'Africa almeno 50.000 anni prima di quanto si ritenesse finora. Lo testimonia la scoperta del più antico fossile umano mai trovato al di fuori del continente africano. Il ritrovamento, descritto sulla rivista Science, si deve al gruppo di ricerca internazionale guidato da Israel Hershkovitz, dell'Università israeliana di Tel Aviv, che comprende anche Rolf Quam, della Binghamton University di New York. Il fossile, una mascella superiore con molti denti, è stato scoperto nel sito archeologico di Misliya, in Israele. Diverse tecniche di datazione applicate a materiali archeologici e fossili suggeriscono che la mascella risale a un periodo tra 175.000 e 200.000 anni fa, spostando quindi indietro la migrazione dei moderni umani, l'Homo Sapiens, appunto di almeno 50.000 anni. 


L'epoca e le rotte delle migrazioni dell'Homo Sapiens dall'Africa sono questioni fondamentali per capire l'evoluzione della nostra specie, dicono i ricercatori. La zona del Medio Oriente rappresenta il piu' importante corridoio per le migrazioni umane durante il Pleistocene (compreso tra 2,58 milioni e 11.700 anni fa) ed e' stato utilizzato in periodi differenti sia dai moderni umani sia dall'uomo di Neanderthal. Infatti, la testimonianza di Misliya è compatibile con recenti indicazioni, basate sul Dna primordiale, di una migrazione anteriore, precedente a 220.000 anni fa, dell'Homo Sapiens dall'Africa. Anche molte recenti scoperte archeologiche e fossili in Asia stanno spostando indietro la prima apparizione dell'Homo Sapiens nella zona e, di conseguenza, la migrazione dall'Africa. Per l'antropologo Rolf Quam "Misliya è una scoperta eccitante. Vuol dire che i moderni umani potrebbero essersi incontrati ed avere interagito con altri gruppi umani arcaici, avendo quindi piu' occasioni per scambi culturali e biologici".

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