Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
BARI - Sta creando scalpore a livello nazionale la scelta del Comune di Acquaviva delle Fonti, che per Natale 2018 ha allestito in piazza una rappresentazione davvero singolare della Natività dove san Giuseppe e la Madonna sono raffigurati da due manichini-migranti che rischiano di affondare in un mare di bottiglie di plastica. Al centro della Sacra Famiglia poi c'è un Bambin Gesù di colore, adagiato su un salvagente al posto della classica mangiatoia. A circondare il quadretto familiare soltanto un mare di reti rosse. Una scelta definita una provocazione e un messaggio troppo «immigrazionista».
Il cartello che accompagna l'installazione recita: «Il bambino nasce nel mare, dove con Giuseppe e Maria, profughi, non accolti da nessuno vive l'esperienza che molti migranti affrontano nel nostro Mar Mediterraneo. E il mare di plastica a fare da sfondo alla Natività è un grido dall'allarme contro l'inquinamento». L'opera, realizzata dal comitato Feste patronali e con il sostegno dell'amministrazione comunale, vuole essere una denuncia contro i "tradizionalisti", che sui social e sul quotidiano "Il Giornale" l'hanno descritta come "ridicola".
A queste polemiche il sindaco Davide Carlucci ha commentato: «Vi sarebbe piaciuto vietare questa installazione, vi sarebbe piaciuto dare sfogo ai vostri pruriti fascistoidi: "Questo non si fa, questo non si può.." E invece no. Ad Acquaviva c'è ancora la libertà, c'è ancora la democrazia. Fatevene una ragione! Quando l'arte fa scandalo e quando anche il messaggio religioso è (per dirla con don Tonino Bello) "scandaloso" - aggiunge Carlucci - vuol dire che l'obiettivo è stato raggiunto. Scuotere la nostra visione del mondo "pacificata", insinuare il dubbio, farci reagire. E da questo punto di vista l'installazione di piazza dei Martiri ha centrato in pieno l'obiettivo».
Pioggia di critiche sui social, che ancora una volta si dividono tra chi è a favore e chi è contro l'installazione della "discordia": «Che brutta fine che stiamo facendo. Non riusciamo più nemmeno a rispettare quelle 2 tradizioni che ci sono rimaste». «Quest'opera prende origine da un clamoroso falso ideologico: Giuseppe e Maria, non erano profughi. La Sacra Famiglia - commentano su Facebook - si era mossa non spinta da motivi di migrazione, ma per rispondere al censimento, farsi registrare e pagare il tributo previsto e non trovava posto nelle strutture della piccola Betlemme. Il Vangelo è chiaro». «Si tratta della solita pagliacciata». «Ben venga l’idea di stimolare la riflessione dell’opinione pubblica su tematiche ambientali e sui flussi migratori, ma è irrispettoso strumentalizzare e politicizzare la Natività per questi scopi, questo non è un presepe», tuonano su Facebook. E ancora: «Oggi, il presepe non può che essere così: senza cometa e senza Magi. Un presepe di paura e di dolore. Ma il bambino è sempre una speranza». «Onore al sindaco, quest'opera è meravigliosa, evidentemente la verità fa male».
L’iniziativa si colloca all'interno di una serie di eventi organizzati per celebrare il Natale nel paese: il "Natale Acquavivese" iniziato l’8 dicembre, si concluderà il 6 gennaio: in questo periodo ad arricchire la cittadina una serie di concerti, balli, presentazioni di libri, street band, zampognari, la Casa di Babbo Natale nel centro storico e vari mercatini natalizi.
Non si preoccupino i sinistronzi, che tra qualche anno i presepi nn si potranno più fare:saranno vietati dai nuovi padroni mussulmani. Per i maschi potrà ancora andar bene, per le donne non so.
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