Siamo al secondo capitolo del video intitolato “Il topo campagnolo va in panificio”, che ai più anziani fra voi dovrebbe richiamare un film del 1971, con Gian Maria Volonté: “La classe operaia va in paradiso”. Non c’è nessun nesso, ovviamente, ma è solo una questione di assonanza. Qui si può vedere la reazione isterica della lepre, appena sente l’odore delle fette biscottate bagnate. E, subito dopo, il placido deambulare di un colombaccio, momentaneamente abbandonato dal suo partner, impegnato altrove a fare chissà cosa. Ma la parte del leone spetta naturalmente al topo campagnolo e ancora mi meraviglio che non si siano presentati i ratti, che sicuramente avrebbero rubato la scena al loro più piccolo parente. Forse, come già detto in precedenza, i ratti sono al momento impegnati nella fatica della riproduzione. Poiché di roditori ne ho filmati in numero sufficiente, dovrò cambiare esca e zona. Altrimenti, tassi e cinghiali non riuscirò mai a filmarli. Mi hanno detto che ci sono, nei boschetti planiziali del fiume Stella, ma non qui attorno, evidentemente! La prima parte del video QUI. La terza parte del video QUI.
venerdì 31 marzo 2023
Cavalieri senza cavallo
Testo di Gino Pazzaglini
Più di ottanta Cavalieri d'Italia arrivati tutti insieme allo "stagno dei Cavalieri" del Parco della Piana di Sesto Fiorentino. Per ora "quasi" tranquilli....
giovedì 30 marzo 2023
Il pic nic del topo campagnolo
In attesa che la primavera si consolidi, per poter fotografare gli insetti, e che le belle giornate coincidano con il mio tempo libero dal lavoro, per poter fotografare gli uccelli, stando nascosto nel capanno, faccio lavorare la fototrappola a pieno regime. Anche troppo, visto che mi sono ritrovato con quasi 200 spezzoni di filmato, alcuni anche corti di soli due secondi, molti altri di tre e la gran parte di quindici. Stavolta, il protagonista assoluto è stato un topo campagnolo, mentre l’anno scorso, quando usavo il pane come esca e mettevo la fototrappola quasi al livello del suolo, il protagonista era un ratto, e solo di tanto in tanto sbucava un topo campagnolo. Ma la zona è diversa da quella dell’anno scorso, benché sia sempre sulla riva sinistra del fiume Stella. I ratti, che nel territorio sono onnipresenti, probabilmente adesso sono impegnati nella riproduzione, e anche il topo che si è presentato sulla scena, a fare man bassa delle fette biscottate, a un certo punto sembra che sia stato inseguito da un altro topo campagnolo. O almeno, che entrambi si facessero prendere da una certa eccitazione primaverile. Del resto, è il momento di riprodursi anche per loro. E qui ci sta bene un proverbio: “L’amore fa fare i salti, ma la fame li fa far più alti”. Gli altri soggetti di questa storia fluviale sono un’immancabile nutria, una altrettanto immancabile faina, con un’immancabile lepre e un colombaccio di passaggio, uno dei due che ho ripreso pochi giorni fa, ma i loro comportamenti, nei confronti delle fette biscottate, sono stati differenti. Ovvero, rispettivamente, la nutria badava a brucare l’erba, la faina ha apprezzato, la lepre si è quasi spaventata, il colombaccio ha serenamente ignorato l’esca. In questa prima parte, si vede solo la nutria, mentre gli altri compariranno nei due video successivi. Vi prego, pertanto, di avere pazienza. So che scalpitate per vedere da vicino colombacci, lepri e faine. La seconda parte del video QUI. La terza parte del video QUI.
Ho infranto un tabù
La vita di un animalista, ovvero di un vegano etico, è piena di limitazioni, dettate dalla propria coscienza, cioè provenienti dall’interno della persona, anche se a volte provengono dall’esterno, quando la coscienza si prende una pausa o va in vacanza e sono gli altri che ci indicano la strada. Ci si può astenere dal mangiare formaggio perché si è convinti che sia eticamente sbagliato sottoporre, con le nostre scelte alimentari, i vitelli e le loro madri a una inaudita sofferenza, oppure lo si può fare per adeguarsi alla dottrina che circola nel proprio gruppo di appartenenza, o clan che dir si voglia. In tal caso, diventa più una moda, nonché un modo per farsi accettare dal gruppo, sempre che si abbia quella vita sociale che lo richiede. Ma se, come nel mio caso, non vado alle manifestazioni, né frequento altri animalisti, e quindi non ho vita sociale, l’unica a cui devo rendere conto è la mia coscienza, per cui, volendo, potrei mangiare formaggio senza dirlo in giro, senza che nessuno lo venga a sapere, ma nel momento in cui qualcuno dovesse chiedermi se sono vegano, ho due possibilità: o mentire o dire la verità. Se mentissi, poi mi sentirei...sporco. Disonesto.
Un giusto fra gli ebrei
«Ascolta: io rifiuto di mangiare animali perché non posso nutrirmi con la sofferenza e con la morte di altre creature. Rifiuto di farlo perché ho sofferto tanto dolorosamente che le sofferenze degli altri mi riportano alle mie stesse sofferenze.
So che cos’è la felicità e so che cos’è la persecuzione. Se nessuno mi perseguita, perché dovrei perseguitare altri esseri o far sì che vengano perseguitati?
So che cos’è la libertà e so che cos’è la prigionia.
So che cos’è la protezione e che cos’è la sofferenza.
So che cos’è il rispetto e so che cos’è uccidere. Se nessuno mi fa del male, perché dovrei fare del male ad altre creature o permettere che facciano loro del male?
Se nessuno vuole uccidermi, perché dovrei uccidere altre creature o permettere che vengano ferite o uccise per il mio piacere o per convenienza?»
Una lettera di Edgar Kupfer-Koberwitz, deportato nel lager di Dachau durante la seconda guerra mondiale.
mercoledì 29 marzo 2023
Attenti alle spine!
Testo di Viviana Molina
La casa più fiorita della Sicilia. Si trova a Mazzeo, una frazione di Taormina.
Orwell, il profeta!
“La fattoria degli animali” esce nel 1945. Quattro anni dopo, poco prima della sua morte, esce “1984”. La sua utopia negativa consiste in un tetro e disperato futuro di guerre ininterrotte, di sistematiche menzogne pubbliche, di povertà e squallore materiale, di strangolamento di ogni libertà. In questa diabolica miscela Orwell mise quanto di peggio il Novecento aveva generato fino a quel momento: nazismo, stalinismo e sfruttamento capitalistico. Le cose non sono andate esattamente come Orwell prevedeva. Anche se qualcuno potrebbe dire che è sempre troppo presto per dichiararsi fuori pericolo. La coltivazione della stupidità di massa, la manipolazione genetica, le metamorfosi del terrorismo, gli scontri di civiltà, le mutazioni dell’ambiente, la decostruzione dell’idea di realtà, l’umiliazione di interi popoli, il dominio di mafie specializzate, sia locali che globali, tutto questo fa pensare che il “1984” di Orwell andrebbe riscritto e aggiornato.
(Il sole-24 ore. 19 gennaio 2003)
martedì 28 marzo 2023
L'appello di un animalista anonimo
Buonasera.
Cerco un alloggio per me e i miei 26 animali (2 maialini nani, 8 cani anziani, 1 pecora, 3 montoni, 2 porcellini d'India, 3 gallinelle, 1 gallo e 6 anatre mute)
In cambio offro:
Manutenzione, ho una buona manualità e costruisco un po di tutto.. recinti, ripari, casette, cancelli etc.. buon uso di tutti gli utensili. Lavoro tutti i giorni da mattina a sera e non mi interessa nemmeno il giorno di riposo.
Accudimento Animali, esperienza multispecie accumulata in 5 anni presso i rifugi italiani, buone anche le conoscenze sotto aspetto veterinario.
Ortista, esperienza solo per orto estivo, davvero poca per orto invernale.
Ottima cucina vegan, tra i fornelli me la cavo molto bene.
Al momento vivo a Narni in Umbria.
Se qualcuno avesse qualche proposta per me non esiti a contattarmi al 3510934915
Grazie
Animismo e animalismo
Fonte: La sorgente delle Muse
Perché amo gli animali?
Perché io sono uno di loro.
Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba,
il panico del cervo che scappa,
sono il tuo oceano grande
e sono il più piccolo degli insetti.
E conosco tutte le tue creature:
sono perfette
in questo amore che corre sulla terra
per arrivare a te.
(Poesia di Alda Merini)
Quadro di Briton Rivière, Afrodite (1902)
Nascita di una farfalla
lunedì 27 marzo 2023
Il peggiore degli scenari possibili
Eccovi un assaggio di ciò che sarà – Dio non voglia – il nuovo ordine mondiale, sia che vinca l’Occidente sedicente democratico, monopolare, sia che vinca la Russia e la Cina, che prospettano un nuovo ordine multipolare. I cittadini, o sudditi che dir si voglia, saranno sottoposti a continui ricatti, per farli rigar dritti. Ne abbiamo avuto clamorosi esempi negli ultimi tre anni, e questo è l’andazzo che continuerà da qui a non si sa quando, almeno finché i padroni del mondo non decideranno di dire basta, ovvero quando avranno piegato gli animi della stragrande maggioranza della popolazione. Il mio caso specifico è emblematico. Scadutami la carta d’identità durante la farsa pendemica, non potevo entrare all’ufficio anagrafe del comune di Codroipo se non avessi fatto il gesto di sottomissione evidenziato dal mettere un bavaglio sulla bocca. Perciò, ho aspettato che dal primo maggio 2022 togliessero questo obbligo e mi lasciassero entrare in municipio senza umiliarmi con il bavaglio. Ho richiesto il rinnovo della carta d’identità una prima volta, ma quello che pensavo fosse un eccesso di zelo da parte dell’impiegata comunale, cioè chiedere il nulla osta alla questura di Udine, era in realtà la procedura normale a cui ogni cittadino deve sottostare se vuole passaporto o carta d’identità. La questura, alla mia prima richiesta, rispose che siccome avevo delle multe arretrate da pagare, non poteva rilasciarmi l’autorizzazione ad espatriare, non finché non avessi pagato tutte le multe.
Avvinta come l'edera
Testo di Matteo Falcone
Una delle convinzioni più diffuse che noi biologici, botanici e naturalisti non riusciamo ad abbattere è l'idea secondo la quale le edere sarebbero piante parassite che succhierebbero la linfa e "mangerebbero" gli alberi. La realtà è che le edere non sono parassite, né succhiano e né stritolano gli alberi ma si "appoggiano" sui tronchi per arrivare in alto e ricevere la luce. La stessa cosa succede per i muri, cancelli e strutture antropiche che si sviluppano in verticale. In ambienti disturbati e antropizzati le edere tendono a svilupparsi eccessivamente, ad avvolgere tutto l'albero e alcune volte, con l'aiuto del vento o della neve, provocano la caduta di alberi vecchi o troppo giovani. La non conoscenza di questi concetti e la testarda convinzione delle proprie idee porta al taglio delle edere anche in boschi protetti con danni all'intero Ecosistema.
P.S: Per chi del nord Italia non avesse mai visitato boschi vetusti con un buon grado di naturalità, dove le edere sono in equilibrio con il resto delle piante e degli animali, venisse questa estate in Foresta Umbra, dove lo accoglieremo a braccia aperte e dove rimarrà a bocca aperta.
La Natura si difende, ma a volte esagera!
Le processionarie più diffuse in Italia sono quelle del pino e della quercia. Periodo: da febbraio a maggio le larve, di circa 4 cm, scendono dai nidi in cerca di foglie di cui si nutrono voracemente. Contatto: i peli di cui sono ricoperte sono fortemente urticanti e possono provocare gravi reazioni allergiche con rischio di soffocamento. Sintomi:
• ipersalivazione
• arrossamento della bocca
• edema della lingua e delle prime vie respiratorie
domenica 26 marzo 2023
La mamma è morta ma lui non lo sa!
Fonte: Refletir para refletir
Prima di mettere del veleno per uccidere un animale affamato, che si aggira nel giardino o nella cucina, ricorda questa scena: cucciolo steso sui resti della mamma. Lo stesso non avrà mai l'idea che lei sia morta cercando del cibo per lui. Non sei obbligato ad amare gli animali, ma non hai il diritto di toglier loro la vita.
La missione di un medico
“Né mi parendo che egli fusse convenevole ad un buon medico esser cagione della morte di veruno, come quegli che sapeva che la medicina era stata per la salute e non per danno dell’umana generazione dimostrata agli uomini dal cielo”
(L’asino d’oro di Apuleio)
sabato 25 marzo 2023
Volpe e faina non concedono spettacolo
L’idea di appendere un vero osso, comprato al supermercato, l’ho avuta vedendo un video di un collega fototrappolatore piemontese, che usa quattro fototrappole contemporaneamente. I soggetti che si presentano nel luogo di rifornimento, poiché anche lui usa esche alimentari, sono volpi, faine, tassi, gatti, cani, caprioli, cinghiali e, raramente, anche lupi. Da me, i lupi me li sogno, e anche tassi e cinghiali non se ne trovano, nel particolare tratto di fiume dove normalmente metto l’apparecchio fotografico. Tuttavia, anche stavolta mi dichiaro soddisfatto dei risultati, non tanto perché l’osso come esca abbia funzionato, quanto per gli altri animali, che dell’osso non si sono accorti e che sono passati lì per caso. Una bella miscellanea, sia di notte che di giorno. Visite inaspettate, come quelle dei due colombacci. La nutria e il riccio, entrambi visitatori notturni, non hanno in sé niente di eccezionale. Sono animali diversi sul piano della mobilità, nel senso che la nutria è legata a un luogo preciso, dove ha la tana, mentre il riccio è un vagabondo senza tana e di notte gira tantissimo. Non è la prima volta che si presenta davanti alla fototrappola. I caprioli viaggiano ancora in piccoli branchi di femmine, come mi era successo anche al Tagliamento, in genere sono tre o quattro. Nel loro caso, presto si formeranno le coppie e i branchi si scioglieranno, per formarsi il prossimo autunno. Anche per gli altri soggetti sta per cominciare il periodo della riproduzione. Mi piacerebbe registrarli insieme ai cuccioli. Chissà, magari capiterà. Per stavolta, niente acrobazie di volpe e faina, niente salti, per cercare di arrivare all’osso.
La sindrome dei polli di Renzo
Testo di Melissa Cartomante Sensitiva
Se raccogli 100 formiche nere e 100 formiche rosse e le metti in un barattolo di vetro non succederà nulla, ma se prendi il barattolo, lo scuoti violentemente e lo lasci sul tavolo, le formiche inizieranno a uccidersi a vicenda. Quelle rosse crederanno che le nere siano il nemico, mentre le nere crederanno che le rosse siano il nemico, quando il vero nemico è la persona che ha scosso il barattolo.
Lo stesso vale nella società.
Uomini contro donne
sinistra contro destra
ricchi contro poveri
Fede contro scienza
giovane contro vecchio
eccetera...
Prima di iniziare a litigare tra di noi, dobbiamo chiederci chi ha scosso il barattolo.
venerdì 24 marzo 2023
Quelli che vogliono che gli altri lavorino per loro
C’è un popolo, o etnia che dir si voglia, che si è specializzato nel far lavorare gli altri al posto loro. Hanno capito che si può diventare ricchi tramite il denaro, stampandolo e prestandolo ai governi. Non è necessario che io specifichi di chi sto parlando, talmente chiaro è il soggetto in questione. Ma la tendenza a sfruttare la forza lavoro del prossimo al posto nostro, non è prerogativa di quel popolo, o etnia che dir si voglia. Lo sanno fare, o almeno ci provano, anche singoli individui, appartenenti alle altre razze. Ho due esempi sotto mano, che mi sono capitati di recente: 1) una gattara e 2) mia sorella.
Ma, allora, non si erano estinti!
Fonte: Europa Verde - Verdi
Ricordi quando hai sentito parlare per la prima volta di un partito veramente ecologista in Italia? Europa Verde prende sul serio la salvaguardia del nostro Paese e del nostro pianeta dal 1986. Da allora, non abbiamo mai smesso di lottare per un futuro sostenibile e di rappresentare la voce dei veri sostenitori dell'ecologia. Iscriviti a Europa Verde, diventa parte di questa storia e lotta insieme a noi per la giustizia sociale e ambientale. Scegli l'esperienza e la dedizione. Scegli l'originale!
giovedì 23 marzo 2023
L'uomo del futuro, secondo gli Illuminati
Testo di Battiato Giovanni
Dovrebbe essere così l'uomo modello del futuro, secondo queste menti malate.
Neve fuori stagione
Testo di Luca Albonetti
Albero Losu. Cina. Detto anche Neve d’Aprile, perché fiorisce in aprile, è rarissimo.
Un monarca illuminato
“L’obbedienza al padre e alla madre è cosa buona; il non far male ad esseri viventi è cosa buona; l’evitare il lusso e il linguaggio violento è cosa buona. Dapprima molti esseri viventi venivano uccisi ogni giorno nella cucina della sua Maestà per fare pietanze. Presentemente solo due pavoni e un cervo vengono uccisi ogni giorno per la corte, ma da domani anche queste tre creature non saranno più uccise. Sua Maestà e la corte mangeranno dunque i puri frutti delle piante”.
Il principe Ashoka (terzo secolo avanti Cristo)
mercoledì 22 marzo 2023
Questi sbruffoni mi rubano il mestiere!
Fonte: Lega FVG per Salvini Premier
Con la Lega, sempre più sicurezza per i cittadini del Friuli Venezia Giulia. Trieste, foto-trappole nei boschi: così la regione controllerà l’ingresso dei migranti dell’est. Conferma anche tu il buon governo del Presidente leghista Massimiliano Fedriga. Il 2 e 3 aprile vai a votare: è semplice!
Basta mettere una croce sul simbolo Lega!
Provocano siccità per accaparrarsi l'acqua
Testo di Marco Mormone
Non esiste nessun surriscaldamento globale. Stanno alterando il clima per arrivare alla privatizzazione ed al conseguente razionamento e rincaro dell'acqua. Sono anni che irrorano i cieli! L'anno scorso è stata la prova generale per mandare definitivamente a puttane il referendum del 2011. Vogliono africanizzare l'Europa, in tutti i sensi.
Buona primavera!
Testo di André Gaillard
L’equinozio di primavera corrisponde ad una trasformazione benefica della natura umana: tutto si risveglia alla vita e tende ad uscire in superficie per godersi le energie sottili benefiche della primavera. In questo momento dell’anno la terra si risveglia fecondata dall’energia del sole. E' un periodo di rinascita e rigenerazione della natura, avviene l’accoppiamento degli animali, le piante cominciano a fiorire e i germogli della vita rinascono ovunque, allo stesso modo per il nostro essere è il momento della purificazione, di riportare equilibrio e armonia nella propria vita con il coraggio che questo periodo dell’anno ci dona. Un periodo dell’anno molto potente a livello energetico per propiziare i nuovi inizi, le rinascite, le guarigioni, nuovi propositi o progetti.
Buon equinozio di primavera!
No, grazie, sto bene così!
Se suona il campanello di casa un venditore della Folletto, senza essere invitato, e mi propone di comprare il suo aspirapolvere, io gli rispondo: “No, grazie, uso scopa e strofinaccio e non ho bisogno di ulteriore tecnologia domestica”.
Se si presenta alla mia porta un testimone di Geova, senza essere invitato, e si mette a parlarmi della Bibbia, io gli rispondo: “No, grazie, ho già la mia religione e non ho bisogno di credere nelle favole antiche”.
Se si presenta su Facebook una candidata di nome Francesca, senza essere invitata, e dice di voler mettersi al servizio della comunità, e quindi anche di me, che di quella comunità faccio parte, ritenendosi dotata di esperienza, io le rispondo: “No, grazie, so cavarmela da solo, senza avere qualcuno che mi rappresenti e ho accumulato abbastanza esperienza nella vita, con tutte le fregature che ho preso dai ciarlatani come voi!
martedì 21 marzo 2023
A volte i democratici fanno anche tenerezza
Testo di Rosi Toffano
Aree verdi in ogni quartiere pulite, ben illuminate e sicure migliorano la qualità della vita. Spazi attrezzati con giochi per bambini, panchine ombreggiate per chiacchierare tra amici o leggere un libro all'aria aperta, tavolini e panche per un pic-nic, e aree per giocare coi cani. Questa è la Udine che vogliamo.
Il giardino della famiglia Addams
Testo di Simone Chiarelli
Il giardino più velenoso del mondo. Alnwick Garden, in Inghilterra, ospita le piante conosciute più tossiche del pianeta: alcune sono specie esotiche, ma per la maggior parte si tratta di insospettabili che crescono tranquillamente nel prato di casa, usate fin dall'antichità per confezionare pozioni velenose. Il cartello all’ingresso è inequivocabile: “queste piante possono uccidere”. Il giardino dei veleni di Alnwick è però un’attrazione. Il castello cui il giardino è annesso è stato usato come ambientazione della scuola di magia di Hogwarts nei primi film di Harry Potter. Creato quasi vent’anni fa da Jane Percy, duchessa di Northumberland, oltre a roseti e file di ciliegi, riunisce in un unico posto le piante più velenose esistenti al mondo. Visitarlo non è pericoloso: se si seguono regole di buon senso non si rischia nulla, ma soprattutto si impara tantissimo.
Tutto dipende da lui!
Fonte: Nuovi Mondi - Astronomia e Scienza
La forza del sole. Ogni secondo, ogni giorno, da circa 4 miliardi e mezzo di anni, il nostro Sole trasforma 700 milioni di tonnellate di idrogeno in 695 milioni di tonnellate di elio. Hai letto bene... ogni secondo! Gli altri 5 milioni di tonnellate che fine fanno? Diventano energia. Sono proprio quei 5 milioni a sostenere la vita sul nostro pianeta e a renderla così meravigliosa!
lunedì 20 marzo 2023
La Storia è una maestra senza scolari
Fonte: Cultura Libera, ApertaMente
Una volta le galline trovarono la volpe in mezzo al sentiero. Aveva gli occhi chiusi, la coda non si muoveva.
- È morta, è morta - gridarono le galline. - Facciamole il funerale.
Difatti suonarono le campane a morto, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in fondo al prato.
Fu un bellissimo funerale e i pulcini portavano i fiori. Quando arrivarono vicino alla buca la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutte le galline.
La notizia volò di pollaio in pollaio. Ne parlò perfino la radio, ma la volpe non se ne preoccupò. Lasciò passare un po' di tempo, cambiò paese, si sdraiò in mezzo al sentiero e chiuse gli occhi.
Vennero le galline di quel paese e subito gridarono anche loro:
- È morta, è morta! Facciamole il funerale.
Suonarono le campane, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco.
Fu un bellissimo funerale e i pulcini cantavano che si sentivano in Francia.
Quando furono vicini alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutto il corteo.
La notizia volò di pollaio in pollaio e fece versare molte lacrime. Ne parlò anche la televisione, ma la volpe non si prese paura per nulla. Essa sapeva che le galline hanno poca memoria e campò tutta la vita facendo la morta. E chi farà come quelle galline vuol dire che non ha capito la storia.
Gianni Rodari - Il Funerale della Volpe
Una domanda legittima
Lara Colombini: Siccome sono ignorante in materia, qualcuno sa spiegarmi come mai, se i ghiacciai si sciolgono, il livello dei mari aumenta, ma i fiumi sono a secco? Faccio questa domanda perché, a rigore di logica, prima di arrivare al mare, l'acqua dei ghiacciai sciolti passa dai fiumi. O mi sbaglio?
Me: Se non piove in montagna, i fiumi in pianura restano a secco e il livello dei mari si alzerebbe se i ghiacciai si sciogliessero veramente. Oltre alle bugie vere e proprie, ci sono anche le verità non dette e infatti nessuno del Mainstream parla di geoingegneria.
Il vero filosofo non mangia carne
“Se taluno si dice mio discepolo, non frequenti i luoghi pubblici, non uccida alcun essere vivente, non mangi carne, sia esente da invidia, da malvagità, dall’odio, dalla calunnia, dal risentimento, ed abbia esso il proprio nome iscritto fra i nomi di coloro che hanno conseguito la liberazione”
(Apollonio di Tiana – primo secolo d.C.)
domenica 19 marzo 2023
E' arrivato il circo in città
Ponti, non muri!
Testo di Rosario Margio
Il ponte sullo stretto di Messina, lungo circa 3200 metri, ad una campata, con due pilastri di sostegno dei tiranti che sono alti circa 400 metri, le due basi dei pilastri sono di circa 100 metri di lunghezza per ogni lato, con tonnellate e tonnellate di ferro, acciaio ecemento. È un sogno per ingegneri visionari, come è un incubo per sismologi, è una favola per i romanzieri, è una speranza di arricchimento per speculatori, è motivo di interessi demagogici per certi politici, è un tema di discussioni per sociologi, è una curiosità per turisti, è un’opera che si teme inutile e anche dannosa per i cittadini messinesi, è un progetto faraonico che costerà molto più del doppio di quanto è previsto (circa sei miliardi di euro) e che verrebbe realizzato, sempre che venga ultimato, in tempi molto più lunghi di quelli previsti (circa dieci anni). Inoltre, sarebbero da costruire e realizzare necessarie contestuali opere strutturali, le più adeguate e moderne, riguardo alle strade e alle linee ferroviarie di collegamento dell'Italia meridionale, nonché interne alla Sicilia.
sabato 18 marzo 2023
La Natura è bella da vedere anche in casa
Fonte: Arredamento Naturalistico
Benvenuti nel mio sito dedicato alle pregiate stampe su tela di foto naturalistiche. Sono lieto di presentarvi la collezione di stampe di alta qualità, realizzate con tecnologia avanzata per garantire colori vivaci e immagini nitide. Le stampe sono perfette per arredare la vostra casa con immagini definite di animali selvatici fotografati da me esclusivamente in natura allo stato libero. La particolare tramatura della tela, che si associa a quella di un quadro, di un dipinto olio su tela, molto calda, aggiunge profondità ai colori e conferisce alle immagini un aspetto sofisticato. Inoltre, il tessuto è estremamente resistente e durevole per una garanzia a vita. La stampa vi verrà consegnata già montata su un telaio in vero legno e pronta per essere appesa e ogni foto vi arriverà firmata. Scegliete tra le opzioni il formato, e, se voluto, la cornice, per trovare la stampa perfetta per le vostre esigenze. Non esitate a contattarmi per qualsiasi domanda o richiesta.
Giuseppe Zoppè
Creano il problema per poi presentarsi come salvatori
Fonte: Federbim
Il tema della siccità è sotto gli occhi di tutti, così presente negli ultimi anni da non poter essere più trattato come un evento sporadico o eccezionale. Non possiamo sottovalutare il problema legato agli investimenti, in buona sostanza, i 4,38 miliardi stanziati dal PNRR non prevedono la creazione di nuovi invasi ma solo il miglioramento di quelli già esistenti. Alla luce di quanto detto, le parole del presidente del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, Stefano Calderoni, assumono un tono ancora più urgente “Senza invasi siamo abbandonati al nostro destino”, ecco allora che le proposte lanciate dal tandem da Coldiretti e ANBI – Associazione nazionale consorzi e tutela del territorio e acque, da sempre caldeggiate anche da Federbim, ci vengono in aiuto. Questo perché, il così detto “piano laghetti”, consentirebbe di incrementare di oltre il 60% l'attuale capacità di pioggia trattenuta, ad oggi raccolta nei 114 serbatoi esistenti, per un totale di poco più di 1 miliardo di metri cubi. La Federbim non resterà ferma a guardare. Il prossimo 22 marzo, durante la giornata mondiale sull’acqua, al fine di ovviare la frammentazione del quadro informativo dell’attuale sistema Idroelettrico Italiano, realizzeremo un convegno per lanciare il nuovo sistema Informativo territoriale, il SI-BIM, che consentirà la piena attuazione delle leggi 959/53 e 228/12, molto spesso mal interpretate o peggio ancora ignorate.
Il nostro piccolo Monte Rushmore
Fonte: La Nazione
Finiti dopo 4 anni i lavori di restauro, la sua possente figura ritorna così a dominare dalla sua postazione sul Golfo delle Cinque Terre, restituita all’ammirazione del mondo. Lo storico monumentale “Gigante Nettuno” fu realizzato sulla roccia di Fegina e reso celebre anche dai versi di Eugenio Montale. Da alcuni mesi si è infatti concluso il restauro conservativo della mirabile opera d’arte in cemento e ferro che vanta 14 metri di altezza per 1.700 quintali di peso. La statua fu realizzata nel 1910 dallo scultore Arrigo Minerbi con la stessa tecnica da lui utilizzata per la facciata del Duomo di Milano. Da qualche tempo sono stati eliminati gli ultimi ponteggi che lo hanno tenuto ingabbiato per tanto tempo: sono serviti per il consolidamento e il restauro commissionati e finanziati dai proprietari veronesi Maurizio, Nicola e Mattia Marino con un impegno di spesa molto rilevante. I lavori hanno avuto il coordinamento e la direzione dell’architetto genovese Angela Zattera, nata e cresciuta nella stessa Monterosso dove vive ancora la sua famiglia. Il Gigante/Nettuno nei suoi 110 anni di vita ha ricevuto oltre alle mutilazioni provocate dal tempo, dal mare e dagli eventi bellici e naturali, con quello oggi concluso è il secondo intervento di restauro. Il primo intervento risale ai primi anni 60, oltre mezzo secolo fa operato dalla famiglia De Andreis.
venerdì 17 marzo 2023
Anche Feltri sta con l'orso!
Testo di Vittorio Feltri
Solo perché ha osato menare, senza esagerare, un tizio, che era salito su un monte a duemila metri di quota, non si sa a fare cosa, gli amministratori del Trentino pensano di farlo secco con una crudeltà indegna di un comportamento civile. Intanto l'orso si fa i fatti suoi e se non gli rompi le palle lui non le rompe a nessuno, proprio come me che gradirei la compagnia continuativa solamente di questi esseri che vorrei abbracciare come fossero dei gattoni. Ignoro la data dell'annunciata esecuzione capitale ma oso sperare che essa sia revocata, annullata in base ad un semplice ragionamento improntato a buon senso.
Cento cavalli non ci entrano!
Testo di Lucia Prestera
Il "Castagno dei Cento Cavalli" si trova a Sant’Alfio (provincia di Catania) ed è un inno alla potenza della natura. Un maestoso albero circondato da storie, leggende, magia. È l’unico della sua specie più antico e più grande del mondo, misura circa 22 metri in altezza, mentre il suo tronco cavo 22 metri di circonferenza. Inserito per questo nella lista del Guinness World Record. Nel 2008 è stato riconosciuto come “Monumento Messaggero di Pace” dall’Unesco, attorno a questo bellissimo albero, ruotano numerose leggende. La più conosciuta è quella che racconta che la regina napoletana Giovanna I d’Angiò, si trovava, con un centinaio di cavalieri e dame al seguito, sui boschi dell’Etna durante una battuta di caccia. A un certo punto però ci fu un violento temporale e non potendo rientrare, la regina con dame e cavalieri, trovarono riparo all’interno del tronco cavo del castagno di Sant’Alfio, che secondo appunto la leggenda riuscì a riparare tutto l’armamento fino a quando il cielo non si schiarì. Diversi autori di botanica concordano sulla sua "anzianità", ma non sull’effettiva età: avrebbe dai due ai quattromila anni e, stando alla tesi del botanico Bruno Peyronel, potrebbe essere l’albero più antico d’Europa ed il più grande d’Italia. Di certo è l’unico castagno presente nelle liste degli alberi più grandi e più antichi di tutto il mondo. Qualunque sia la verità, rimane un’unica certezza: la natura riesce a regalarci sempre una biodiversità straordinaria.
giovedì 16 marzo 2023
Mangiare carne per autopunirsi
“Ingrassò, la pelle le si coprì di foruncoli e finì col deprimersi completamente, si sentiva malata e colpevole, avvelenata da cibi putrefatti e cadaveri di animali che non poteva smettere di divorare, come un castigo”.