Stavo buttando l’umido nella compostiera, sul retro della casa dove ho un francobollo di terra incolto. Vedo qualcosa che salta fra l’erba davanti ai miei piedi. In questi casi, o è una cavalletta verde del tipo Tettigonia, o è una rana rossa o, incredibile, un piccolo rospo. Per voi un rospetto è solo un giovane Bufo bufo, ma per me è la mia infanzia che mi si ripresenta. Sono cresciuto a pane, Nutella e rospetti e posso testimoniare, dall’alto della mia non più giovane età, che quand’ero bambino ce n’erano a milioni, mentre oggi è un vero miracolo se se ne incontra uno. L’antropizzazione del territorio ha fatto declinare il numero degli originali abitatori e, quel che è paggio, il traffico veicolare aumentato, non permette ai rospi, come pure ai serpenti, di raggiungere grosse dimensioni. Restano piccoli perché, man mano che crescono, aumenta il rischio di finire schiacciati sull’asfalto. Per arrivare nel mio terreno è passato attraverso quello del vicino, proprio come fanno i ricci nottetempo. A un occhio contadinesco, lasciare incolto un terreno, anche se minuscolo, è uno spreco e la dimostrazione di scarsa passione per l’agricoltura. Io la vedo diversamente: un terreno incolto fa da rifugio per molte piccole creature e questo rospetto ne è la lampante dimostrazione. Non sono un esperto, ma penso di poter affermare che sia un esemplare di uno o due anni, non di più. Mi è sembrato in buona forma, cioè affatto malaticcio. Di insetti ce n’è ancora in circolazione, ora che siamo a metà agosto. Non succederà, poiché i rospi sono girovaghi, ma se dovesse decidere di fermarsi presso il mio laghetto, come hanno scelto di fare otto rane, troverebbe molto cibo a disposizione, perché l’acqua attira ditteri di diverse specie e perfino libellule, per non parlare dei coleotteri e degli altri insetti camminatori. I recinti che circondano la proprietà, con la rete a losanghe, non sono un problema per i rospi, come non lo sono per i ricci. L’importante è che le due specie non s’incontrino, anche se i primi hanno sulla pelle della schiena delle difese chimiche per non farsi mangiare dai secondi.
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