Fonte:
Tiscali
Foche
che giocano tra loro, si rotolano nella sabbia, dormicchiano al sole godendosi
la brezza della Manica. La scena è ormai diventata abituale per residenti e
turisti della Baia di Somme, nel nordovest della Francia, dove si contano ormai
quasi 600 esemplari. I pescatori locali, però, non sembrano apprezzare questo
trionfo della natura, e anzi se la prendono per i danni che il proliferare di
questi pingui mammiferi marini causa al loro lavoro. Tutta colpa del vorace
appetito dei 'vitelli di mare', come li chiamano i francesi, che secondo i
calcoli di un collettivo di professionisti della pesca sarebbero capaci di
mangiare oltre 4 chili di pesce a testa al giorno, con una spiccata preferenza
per sogliole e altre specie simili.
I pescatori chiedono di poter sopprimere
esemplari in eccesso. Risultato: negli ultimi due anni il numero di pesci di
questo tipo nelle acque della zona è calato del 15%, sostengono, e la
situazione potrà solo peggiorare in futuro, dato che l'aumento demografico
continua a ritmo sostanzialmente analogo. Per questo, i pescatori chiedono alle
autorità locali di fissare un limite massimo al numero di foche presenti nella
baia, e di allontanare o sopprimere gli esemplari in eccesso, procedendo poi a
controlli regolari della popolazione perché non torni a crescere
troppo.
Insorgono gli animalisti. La proposta è stata presentata alla Direzione
regionale dell'ambiente e della gestione del territorio, che finora non ha
espresso alcun parere. Gli animalisti, però, sono già insorti: abbattere le
foche in nome del business sarebbe freddo e crudele, dicono, soprattutto in
un'area in cui questi mammiferi si erano quasi estinti a causa della caccia,
vietata solo nei primi anni Ottanta. ''Finché vivrò, nessuno toccherà una foca
in Francia'', ha tuonato minacciosa Brigitte Bardot, che in un messaggio diffuso
dalla sua fondazione bolla la proposta dei pescatori come ''cavolata, bassezza
e crudeltà umana''.
I difensori delle foche rilanciano: “Vietare la pesca nell’area”. Alcuni difensori delle foche vanno ben oltre il semplice no agli
abbattimenti, e lanciano la loro controproposta: invece di ridurre il numero di
foche per aiutare i pescatori, introdurre un divieto di pesca in gran parte
dell'area, e addirittura rendere del tutto off limits le spiagge preferite
dagli animali marini. Una proposta forse provocatoria, ma che ha suscitato
reazioni di esasperazione da parte della popolazione locale. E c’è chi sostiene
che le foche siano un pericolo pubblico. “Quando si arriva a impedire ai
bambini di fare il bagno - commenta stizzita alla stampa una donna del luogo,
moglie di un pescatore - con il pretesto che disturbano le mamme foche sui
banchi di sabbia, siamo proprio arrivati all'assurdo”.
Io propongo la cosa migliore: riduciamo finalmente i pescatori ,le loro mogli,i loro figli ,cosi' libereremo il pianeta da questa metastasi di subumani, lasciandoci in pace con i nostri fratelli animali
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