venerdì 8 aprile 2016

Questo allevamento mi è costato otto mesi di carcere



UDINE. La comunicazione è arrivata come un fulmine a ciel sereno ieri mattina. L’azienda ha deciso di chiudere i battenti e in vista della cessazione d’attività ha aperto contestualmente una procedura di mobilità per i suoi 51 dipendenti. Che la situazione non fosse delle migliori era chiaro da tempo, ma che Envigo (ex Harlan), l’azienda che ad Azzida, frazione di San Pietro Al Natisone, fosse a rischio chiusura, né i lavoratori né il sindacato se lo aspettavano. La prospettiva oggi pare invece proprio questa per l’impresa che nelle valli si occupa di selezionare cavie per la certificazione farmaceutica. A gioirne saranno gli animalisti, che da tempo hanno puntato il mirino sull’impresa con tanto di sito internet, mentre le maestranze ieri «sono rimaste ammutolite» racconta Augusto Salvador, segretario provinciale dei chimici Cisl. «Comunicando la decisione, i vertici dell’azienda ci hanno spiegato che lo stabilimento non è più remunerativo a livello economico e che per il gruppo, che ha sede ad Indianapolis, è sufficiente mantenere in attività un sito in Olanda, simile a quello di Azzida ma più grande».

 
Una doccia fredda per i 51 dipendenti friulani, prevalentemente donne, in forze alla ex Harlan laboratoires. La procedura è stata aperta nei giorni scorsi e deve ancora essere esaminata nel dettaglio, ma gli spazi di manovra per scrivere un finale diverso appaiono piuttosto ristretti. La situazione andrà anzitutto passata alla lente d’ingrandimento nel corso di un’assemblea dei lavoratori che Salvador ieri ha annunciato di voler convocare in tempi stretti. I prossimi giorni le maestranze si ritroveranno dunque insieme a leggere il documento, analizzandone le motivazioni, in cerca di possibili varchi. Se la decisione si rivelerà non trattabile, l’unica speranza per questi lavoratori sarà quella di un subentro, una cessione, che appare però assai difficile.

«Perché - a dirlo è lo stesso Salvador - questa non è un’attività che si converte come una manifattura. Lo stesso stabilimento è costruito per rispondere a particolari esigenze», nel bel mezzo delle valli del Natisone, dove le aziende si contano su poche mani e il lavoro ha per questo un valore ancor più prezioso. «E’ la più grande azienda che abbiamo nella nostra zona artigianale», ha commentato ieri il sindaco di San Pietro, Mariano Zufferli, non meno sorpreso dei dipendenti nell’apprendere la notizia.

«Parlo spesso con lavoratori di quell’azienda, ma nessuno mai aveva avanzato dubbi rispetto alla sua permanenza sul nostro territorio». Dubbi che oggi invece ci sono e che porteranno in mattinata il primo cittadino ad Azzida per verificarli di persona. L’azienda, che tutti ricordano con il suo “vecchio” nome - Harlan laboratoires - è attiva da almeno una ventina d’anni ed è passata più volte di mano. Da quelle della multinazionale inglese Hsl a quelle, forse le ultime, dell’americana Envigo.

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