Fonte: Diretta News
Di recente si ricorda un precedente
simile nell’aprile del 2011: un algerino di fede islamica, Jamel
Zmhwli, all’epoca dei fatti 31enne, patteggiò 7 mesi di
reclusione per avere sputato e pestato un crocifisso. I fatti
avvennero a Pordenone. L’uomo era accusato di oltraggio e
resistenza a pubblico ufficiale, di rifiuto di fornire le proprie
generalità e di vilipendio di oggetti di culto. L’uomo era
giunto in Italia da poco. Fu processato per direttissima, difeso da
un avvocato donna. Dall’istruttoria emerse che in passato egli
aveva fornito alle autorità nove nomi diversi. La pena,
comminata da un giudice donna, fu sospesa e l’uomo tornò in
libertà. Pochi giorni fa gli sputi a un altro crocifisso
nella chiesa di San Zulian, a pochi passi da San
Marco sotto gli occhi del sorvegliante: a compiere l’oltraggio
sarebbero state 4 donne di fede islamica, velate, che si
sarebbero allontanate subito dopo, confondendosi fra i
turisti. Nella stessa chiesa di San Zulian due
giovani orientali hanno fatto la fila per la comunione e hanno
sputato la particola a terra, lasciando anche loro di fretta la
chiesa. E c’è anche chi entra per pregare Allah. Il
parroco don D’Antiga racconta che alle rimostranze
dei fedeli rispondono: “Possiamo entrare nelle chiese e
pregare Allah, Papa Francesco ci ha dato il permesso”.
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