Testo di Paolo Sensini
Tra fine 2010 e i primi mesi del 2011 "l'Espresso"
dell'ingegner De Benedetti fece circolare un DVD accluso al
settimanale in cui si diceva esplicitamente che "Gheddafi aveva
costruito dei lager in Libia dove venivano internati e torturati i
neri africani". Tutto falso, ma la notizia ebbe larga diffusione
sulla stampa di regime grazie al tam tam del "ceto-medio-riflessivo"
italiota. E fu uno dei mantra più ripetuti per giustificare
l'intervento militare dell'Italia in Libia, con cui dal 2009 esisteva
un Trattato di amicizia e cooperazione che contemplava addirittura
l'intervento di truppe italiane nel caso in cui cui lo Stato
nordafricano fosse attaccato militarmente da qualche Paese terzo.
Sappiamo poi com'è andata. Oggi che davvero in Libia è operativa
una tratta di carne umana che frutta miliardi di dollari a cabile e
organizzazioni islamiste, cosa fanno i trinariciuti del
politicamente-mediatiamente corretto per porvi fine? Nulla, o meglio
affari giganteschi tramite il combinato disposto
Governo-Caritas-Coop-Onlus-ONG-taxi-marina-militare. Il tutto facendo
sputare sangue ai contribuenti e riempiendo le città italiane di
allogeni senza futuro.
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