Nascita di una farfalla

Avevo raccolto la crisalide qualche settimana fa e ieri, 27 marzo, si è aperta ed è uscita la farfalla. Già dal tipo di crisalide avevo capito che si trattava di una farfalla pieride, quelle chiamate comunemente cavolaie e che, ovviamente, sono invise ai coltivatori di cavoli. Non ho voluto stuzzicarla fino al punto di farle aprire le ali, per poter fotografare i disegni che aveva sulla superficie interna delle medesime, ai fini di una sicura identificazione, per cui devo tenermi sul generico ed ipotizzare che si tratti di una cavolaia minore, la più comune nelle nostre zone. Del resto, il posto dove ho trovato la crisalide è proprio quello dove l’estate scorsa ho provato a coltivare i cavolini di Bruxelles, con risultati nulli. Poiché non giungevano a maturazione, li ho dati da mangiare ai conigli del vicino, dopo avergli chiesto il permesso, ma ricordo che attorno alle piante svolazzavano insistentemente le cavolaie. 

La crisalide che ho trovato io non si trovava sulle foglie, ma nella parte inferiore delle cassette di legno, all’interno delle quali coltivavo le mie piante. Se ne vedono un paio sui blocchi di cemento vicino a Pablo. Perciò si è salvata e non è finita, sotto forma di uovo, nello stomaco dei conigli. Ieri, 27 marzo, a fianco della crisalide aperta, c’era l’insetto immaginale. Dopo le foto, appoggiato il piccolo terrario sul davanzale del laboratorio, ho spinto delicatamente la farfalla a prendere il volo. Aprendo le ali ho notato due macchiette nere, una su ogni ala, e da ciò deduco che si tratti di una cavolaia minore, che del resto, come colorazione, si presenta in molte forme diverse, sempre mantenendo la struttura fisica delle pieridi. L’ho liberata nel pomeriggio e la sera è venuto vento forte. Spero che non l’abbia annientata, anche se questo non è più un mio problema. Quest’anno non coltiverò cavoli, né di Bruxelles, né di altre città del Benelux.