“Con quale premura correvo ogni mattina allo spuntare del sole a respirare un’aria balsamica sul peristilio! Che buon caffellatte prendevo da solo a solo con la mia Thérèse! La mia gatta e il mio cane ci tenevano compagnia. Questo solo corteo mi sarebbe bastato per l’intera mia vita, senza mai pericolo di un istante di noia. Là ero come nel paradiso terrestre; ci vivevo con altrettanta innocenza, e vi gustavo la medesima felicità”.
(Jean-Jacques Rousseau – Le confessioni. Einaudi, 1955)
Poco se mi giudico, parecchio se mi confronto.....
RispondiEliminaIl prode Rousseau amava caffellattare di buon mattino, magari dopo un corpo a corpo con la bella Therese, ché a lui i frutti della copula poco o punto interessavano, perché allocati nei vari orfanotrofi del reame. In compenso amava I suoi animali, ai quali pure un nome aveva dato, vedi Lucien le chien, Gaston le mouton, etcetera' con
L'accento sulla a.
So che Rousseau non ti è simpatico, eppure, man mano che procedo con la lettura de "Le confessioni" (sono quasi alla fine) scopro che ci sono affinità psicologiche tra me e lui.
EliminaSiamo entrambi molto sensibili e quindi ci lasciamo ferire facilmente.
Anch'io ho rinunciato a una figlia, illo tempore, ma almeno non è stata una mia scelta, e posso accusare il Femminismo o, a piacere, l'infame Destino.
Anch'io mi diletto nella letteratura, leggendola più che altro, senza volermi paragonare a un gigante della medesima quale lui fu, riconosciuto (e invidiato) dai nobili e regnanti dell'epoca.
Potrebbero esserci altre affinità, tra me e lui, e se me ne accorgerò, non mancherò di evidenziarle.
Il mio incipit voleva evidenziare le lacune , gli scheletri negli armadi dei cosiddetti grandi... Lungi da me confrontarmi su altri piani con il Rousseau....
RispondiEliminaI tuoi commenti sono sempre squisiti e interessanti.
EliminaMi spiego l'abbandono esecrabile di cinque bambini con la mentalità dell'epoca. Lui era un libertino, dedito alle esperienze sessuali, ma un libertino sentimentale, un po' diverso dalla figura classica dell'edonista materialista.
Tuttavia, secondo me, la compagna che gli diede quei cinque figli era ancora più colpevole di lui: avrebbe dovuto tenerseli stretti, come si addice a una donna dotata di un minimo di istinto materno.
Perché non lo fece?
E poi, nel Settecento non esistevano i metodi contraccettivi?
Non avevano quel "palloncino" fatto di pelle d'agnello?
Forse la Therese era una sempliciotta plagiata o costretta dal filosofo e pedagogo(?) svizzero a liberarsi dei fantoli, magari la intronava a furor di chiacchiere.... Della pelle di ovini usata come contraccettivo si parla già nell'antica Grecia, mentre nell'epoca dei lumi (si fa per dire), più gradita la "ritirata" pratica benvista dai curati ma evidentemente invisa al figlio di orologiaio, onesto più a parole che a fatti.
RispondiEliminaAnch'io penso che quella donna deve essere stata una sempliciotta plagiata, ma cosa intendi per ritirata?
EliminaFreeanimals
Coitus interruptus....
EliminaPer non parlare di metodi contracettivi alquanto bizzarri ( per le donne, fare tre salti e starnutire per liberarsi del seme maschile), o l'introduzione nel corpo femminile di misture schifose tra cui letame e topi morti......
RispondiEliminapoveri noi, anzi, povere donne.
E.....come ne veniva fuori il cetriolo, dopo aver raccolto la preziosa poltiglia?
Zenzero