giovedì 10 ottobre 2024

Le sanguisughe sono antipatiche fin da piccole

Volevo aspettare che i Medaka fossero più grandicelli prima di fare un video su di loro, ma è capitato qualcosa d’interessante che mi offre l’opportunità di parlare di loro. Non so quanti siano, perché sono sempre in movimento ed è impossibile contarli, ma dovrebbero essere una decina. Sono arrivati sotto forma di uova e mi sono stati regalati dalla titolare del negozio “Qua la zampa”, di Codroipo. Per la verità, non sono i primi che mi regala, perché l’anno scorso mi aveva dato un ammasso di uova di rana, frammiste ad alghe mucillaginose, in mezzo alle quali c’erano anche tre uova di un misterioso pescetto giapponese – così mi disse - e anche quelle si erano schiuse. Poi ho scoperto che si trattava dell’Oryzias latipes, che vive nelle risaie, non solo del Giappone, ma in un areale più esteso dell’Estremo Oriente. Questi che ho adesso sono diverse settimane che li vedo crescere. All’inizio gli davo giornalmente l’Artemia salina, poi sono passato al normale mangime in scaglie per pesci rossi, che dimostrano di gradire. Prima di trasferirli nell’acquario più grande, insieme ai cavedani, alle tre Gambusie e all’unico Medaka adulto sopravvissuto, voglio aspettare che crescano in dimensioni, altrimenti, dai cavedani potrebbero essere scambiati per cibo. Nell’acquario piccolo dove si trovano ora, di tanto in tanto metto alghe raccolte nel fiume Stella, per dare cibo alle numerose lumache acquatiche ed è stato proprio in questo modo che sono arrivate le sanguisughe, tutte non più lunghe di tre o quattro centimetri, e che se ne stanno nascoste sotto i sassi del fondo. Ma una, piccolina, forse spinta dalla fame, ha osato assalire un Medaka e finché non avrà fatto il pieno di sangue, non si staccherà. Se io dovessi mettermi a rimestare nell’acquario con un retino, farei più danni che altro, non essendo sicuro di riuscire a catturare il Medaka giusto. Stiamo parlando di pescetti lunghi meno di un centimetro. In questo caso, la cosa più saggia è lasciare che la natura faccia il suo corso, sperando che il pesce non muoia dissanguato. Ho scoperto or ora che questi pescetti giapponesi, poiché il loro allevamento in Italia è poco diffuso, sono valutati sugli otto euro in media, cadauno. E se qualcuno volesse impiantare un allevamento per scopi di lucro, dovrebbe comprarne almeno una quindicina, per un prezzo che si aggira sui cento euro. Non è il mio caso perché io sono solo un dilettante o, come si diceva una volta, un amatore.


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