Tutti noi, nati negli Anni Cinquanta e Sessanta, siamo stati “remigini”, ma a rendercelo noto fu “Lo zecchino d’oro”, altrimenti nessuno ce lo avrebbe detto. Come abbigliamento ci fecero indossare un grembiule nero che arrivava alle ginocchia e al collo portavamo un fiocco annodato, probabilmente azzurro, mentre le bambine lo avevano bianco, anziché rosa come sarebbe stato più logico. Ma in ogni caso, non era importante. Il fatto è che le bambine, che percepivamo come qualcosa di...alieno, le vedevamo solo a ricreazione, in cortile se c’era bel tempo, o al chiuso nei corridoi della scuola, se pioveva. In classe eravamo tutti maschietti. Le bambine, proprio per la loro natura...aliena, cominciavano ad essere oggetto dei nostri interessi, ma era un interesse vagamente estetico, cioè non sapevamo per quale ragione ci interessassero. Forse ci piacevano i loro capelli lunghi. Ognuno di noi aveva le sue preferenze e c’era anche chi parlava espressamente di “fidanzatine”. Cosa significasse di preciso ci era oscuro, ma la faccenda era piacevole. Io ebbi mio padre come insegnante, dalla seconda alla quinta elementare e tutto sommato fu divertente. Non ero un privilegiato, per questo, rispetto agli altri, o almeno non me ne sono mai accorto. Ai miei tempi già c’erano i quaderni con le copertine colorate, riportanti in genere immagini di animali o di paesaggi. Ricordo però che esistevano anche quelli completamente neri. Ce n’erano di due tipi: a righe e a quadretti. Ricordo l'odore di cuoio della cartella marrone, senza spallacci, ma con il manico come una normale borsa, però piatta, non panciuta. Dentro vi mettevo solo due libri: il sussidiario e il libro di lettura. Della prima elementare, con una maestra donna, ricordo solo che un giorno mi cacciò fuori dall’aula e quello fu un trauma per me: essere ostracizzato, escluso dal gruppo, esiliato. Ovviamente, non ricordo perché, ma quando, vincendo la mia timidezza, trovai il coraggio di aprire la porta e chiedere di poter rientrare, perché non ce la facevo più a rimanere fuori dalla classe da solo, fui di nuovo sgridato con ancora di più veemenza, dalla maestra, e ricacciato fuori. Evidentemente, quel giorno deve aver avuto la luna storta. Della prima elementare non ricordo altro, ma bene o male imparai a leggere e a far di conto, come prescrivevano i programmi ministeriali.
[Ringrazio Francesco Spizzirri per avermi segnalato il video]
Mah, nel 59 io avevo 7 anni e ricordo un pomeriggio che la signora Elvira, santa donna, mi
RispondiEliminamando' a prendere alcune stop senza filtro da Sergio,*** barista e baritono
fallito. Vidi cola', per la prima volta, il mago Zurli in calzamaglia e Richetto col grembiule da scolaretto e mi sembrarono due koglioni. Anche i bimbi, le bimbe in cravattino o gonnellino mi sembravano dei tapinassi strappati ai più divertenti giochi di cortile .... Ogni cosa a suo tempo.
*** non avevamo la tv, io la guardavo dall'Elvira o da Sergio. Vendevano le sigarette sciolte. Non sono sicuro dell'anno...
Eri già maturo e.....toscanaccio, per i tuoi 7 anni.
EliminaFreeanimals
A parte il fastidioso Zecchino D'oro o Zucchino Duro, come ammiccavano i ragazzi più grandicelli e maliziosetti, bisognava far i conti, alla refezione, col cotognato Zuegg, che ti prendeva alla gola e ti faceva lacrimare copiosamente ,maledetto intruglio che ha rovinato la meglio gioventù....
RispondiEliminaPiù facile evitare lo Zecchino del cotognato.
Il piccolo parallelepipedo incellofanato di mela cotogna, da scartare con le unghie, ce lo davano di pomeriggio, dopo la siesta, insieme a un panino, durante le vacanze a Riccione e/o a Senigallia, quando andavamo alle colonie marine dell'ENPAS.
EliminaEsatto. Proprio così.....
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