domenica 6 ottobre 2024

Un allevamento che non era proprio in cima ai miei desideri

Mi sono fermato a 210. Dopo di che ho smesso di trasferirli dal terrario incubatrice al terrario di residenza e quando hanno cominciato a nascere uno a notte, li lasciavo lì dov’erano, ché tanto era la stessa cosa. Ma fintanto che ne nascevano in media tre a notte, li portavo al piano di sopra, dove ce n’erano già tanti. Ora non ne nascono più e i due terrari si equivalgono, anche se non so quanti siano in totale, perché di quei 210 che sono nati, sicuramente molti saranno morti e, piccoli come sono, con i colori mimetici che si ritrovano, è impossibile vederli morti stecchiti, come si addice a un insetto stecco, sul fondo del terrario. Ora, in entrambi i terrari, ce ne sono di diverse misure, comprese le due femmine, lunghe una quindicina di centimetri, che sono le artefici di questo inaspettato allevamento. Dato il numero elevato di soggetti, i rametti di rovo freschi glieli devo dare quasi ogni giorno. Per fortuna, nei paraggi, di piante di rovo ne ho in abbondanza e li raccolgo anche quando vado a passeggio con i cani, ovviamente munito di cesoia e guanti da lavoro. Mi chiedo però in pieno inverno se ne troverò ancora, a sufficienza per rifornire di cibo la mia colonia di bacillidi. Quando un insetto stecco si sente minacciato, ha tre modi per difendersi, anzi quattro: il primo, l’immobilità assoluta, sfuggendo così alla vista del predatore grazie al mimetismo; il secondo, l’ondeggiamento lieve facendo finta di essere un rametto mosso da una leggera brezza; il terzo, lasciandosi cadere, tecnica in uso anche presso molte altre specie d’insetti e, come extrema ratio, l’autotomia, ovvero amputandosi un arto per lasciarlo nel becco o nella bocca del predatore, come fanno le lucertole con la loro coda. Non è il primo video che faccio sugli insetti stecco. Ne avevo fatto un altro quattro mesi fa.


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