Fonte:
Cesena Today
Il
presidente del Wwf Ivano Togni interviene sull'abbattimento delle nutrie che
suscita reazioni contrastanti su Facebook. "Spiace contraddire gli amici dell'Enpa, ma la nutria è una specie alloctona invasiva che costituisce una seria minaccia per altre specie animali autoctone ed in generale per la
nostra biodiversità, pertanto è una specie da eradicare, non solo dal Parco
Levante di Cesenatico ma su tutto il territorio nazionale".
"L'impatto
negativo che la nutria provoca sulle biocenosi vegetali e animali è ormai
accertato e non avendo ancora causato effetti irreversibili, a maggior ragione
si rende opportuno adottare strategie di controllo che tendano a limitare in
maniera efficace la sua diffusione e la sua consistenza numerica".
"Certo
sarà opportuno che i metodi di soppressione siano indolori e a norma con le
leggi vigenti, in alcuni casi si è adottato il cloroformio, ma non è poi detto
che un’arma da fuoco sia più indolore di altri strumenti. Spiace anche a noi
l'idea di sopprimere animali, comunque incolpevoli, ma la loro tutela
implicherebbe la scelta di condannare tante altre specie animali e vegetali che
subiscono il loro impatto".
"Il
problema della Nutria sta appunto nel suo impatto sugli ecosistemi che
frequenta: le sue tane provocano l’indebolimento degli argini e, alimentandosi
della vegetazione palustre, causa la scomparsa di alcune specie vegetali
(Ninfea, Canna di palude, Tifa, etc). Inoltre questa specie è responsabile
della distruzione di nidi e della predazione di uova e di pulli di uccelli che
nidificano a terra (Germano reale, Gallinella d’acqua,Cavaliere d’Italia,
Folaga etc). Nelle nostre zone non ha antagonisti naturali, a differenza di
quanto avviene nei paesi d’origine, dove i caimani rappresentano i principali
predatori. Questo, assieme alla particolare prolificità, tipica dei roditori,
ne fa un animale in aumento numerico notevole".
"Quindi
noi riteniamo sia prioritario salvaguardare una Folaga o un Cavaliere d’Italia
perché le specie che dal punto di vista biologico ed evolutivo si sono adattate
a vivere in un determinato ambiente (dove interagiscono con altre specie
animali e vegetali) sono infinitamente più importanti della nutria. Potremmo
citare il caso di Punte Alberete (RA), dove la diffusione della nutria ha provocato
pesanti variazioni nella composizione e distribuzione della flora delle zone
umide. La Ninfea ad esempio, che solo trent'anni fa era frequente in molte zone
paludose d'acqua dolce, oggi è praticamente scomparsa a causa dell’azione della
nutria che se n’é cibata. Purtroppo insieme alla Ninfea sono scomparse varie
specie di uccelli, alcune assai rare come il Mignattino piombato, che
costruivano il nido sulle sue foglie galleggianti!".
"Insomma
gli equilibri ecologici che si sono realizzati in milioni di anni non possono
essere stravolti in qualche decennio! Inoltre non va sottovalutato il rischio
sanitario determinato da un’eccessiva concentrazione di esemplari, peraltro
come s’è visto, sovralimentati direttamente da incauti frequentatori, a fronte
dello scarso (se non del tutto assente) ricambio idrico del lago del Parco. In
un simile contesto la nutria può costituire un serbatoio per la diffusione di
alcuni parassiti. I più importanti sono le fasciole come Fasciola epatica e le leptospire come Leptospira interrogans. La probabilità di questa trasmissione è
sostanzialmente legata all'ecologia dei portatori. Nella nutria la presenza di
leptospire è stata evidenziata in particolare nelle feci e nell'urina
rilasciata nell'erba. Ciò può causare la diffusione della leptospirosi e di
altri batteri nell’ambiente che conseguentemente possono essere trasmessi ad
altri animali, sia selvatici che d’allevamento, ed anche all’uomo".
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