mercoledì 2 aprile 2014

L'insostenibile leggerezza della presa di coscienza

 
Testo di Corrado Cella

Io ti premetto che non sapevo pescare, quindi non mi piaceva, ma un giorno un conoscente mi invogliò ad iniziare e mi insegnò tutto quello che sapeva. In breve tempo ero diventato così bravo che io stesso mi meravigliavo. Mi impegnava con la mente e passavo interi pomeriggi all'aria aperta. Ma poi qualcosa in me scattò. Un forte senso di crudeltà verso quei piccoli animali che invece volevano sfamarsi e fiduciosi abboccavano l'amo senza capire cosa l'aspettava. Questo fatto mi sconvolse. Mi chiedevo come ero potuto arrivare a compiere quelle cose se anni prima, portando i miei figli all'asilo, ci fermavamo in un giardino adiacente dove davamo il pane vecchio ai pesci che stavano in una vasca ivi posta. Non non ero io. Questa presa di coscienza mi indusse a sentirmi malissimo, da allora non ho mai più toccato una canna da pesca. Tengo anche a precisare ancora due cose, non ho mai tirato su pesci piccoli, e inoltre non ho mai pescato per vendere come fanno in tanti, purtroppo. Comunque, al mare adesso, quando posso, la mia più grande soddisfazione è nuotare con la maschera e guardare i pesci che mi si avvicinano incuriositi. Non solo. La prima volta che ho visto un globo luminoso ero insieme a due amici di notte, questa estate, e poco prima avevo portato da mangiare del pane vecchio ai pesci del porto dove anni prima andavo a pescare. Coincidenza? Chissà!...

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