giovedì 4 maggio 2017

Il bottino



I reperti più interessanti sono sicuramente i 15 frammenti di uovo dell’uccello elefante, in latino Aepiornis maximus (in basso a destra), estinto tre secoli fa a causa dell’intensa caccia che gli veniva praticata. Delle migliaia di ostriche, per lo più rotte, che abbiamo trovato alla Table il 2 maggio, io e Artophin ne abbiamo raccolte solo 9, integre (in basso a sinistra), mentre il resto del bottino comprende 17 bivalvi (al centro, in alto). Due gasteropodi e un opercolo tra i due (in alto a destra). Cinque fossili che sembrano belemniti, ma sono gasteropodi perché si nota la spirale a una delle due estremità (al centro in basso). Abbiamo poi raccolto un agglomerato di calcite (in alto a sinistra), e due minerali ferrosi di colore marrone (in basso tra le pseudo belemniti e i frammenti di guscio d’uovo). Mentre questi ultimi non hanno più di trecento anni, tutti gli altri fossili dovrebbero avere circa 2 milioni d’anni, risalendo quindi al Pleistocene. 


Ora si tratta di vedere se all’aeroporto di Ivato, la sera della partenza, mi faranno storie. Ma non credo perché dieci anni fa ne ho portati di simili senza avere alcuna autorizzazione con me. Solo per i grossi fossili e per i minerali semipreziosi è necessario il lasciapassare, ovvero ungere le ruote di un carrozzone corrotto chiamato ministero delle miniere. I reperti andranno ad impinguare la mia già ricca collezione di fossili e minerali.

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