venerdì 6 giugno 2014

Il nostro onore si chiama fedeltà

 
Testo di Fabrizio Belloni

Oggi è il 6 Giugno, anniversario del cosiddetto "D-day".
Fu l'attacco del mondo alla "fortezza Europa". Cow boys, giubbe rosse canadesi, francesi fuoriusciti, e gli immancabili britannici rovesciarono sull'Europa una tempesta mai vista di ferro e fuoco. L'Europa, in Normandia difesa oltre l'umano dai soli Tedeschi, si batté come un leone. Soli, con le forze residue, con ragazzi ed anziani in divisa, senza quasi carburante per gli aerei che dovettero cedere i cieli agli "alleati", i Tedeschi contrastarono metro per metro l'avanzata del mostruoso spiegamento di mezzi ed uomini. 


Di certo se quei Tedeschi fossero come quelli dei films e delle televisioni, non avrebbero durato sei mesi, dal 1939. Ed invece erano ancora lì, a combattere una guerra persa, ma non per questo meno degna di essere combattuta.
C'è rabbia, nei vincitori, che non possono accettare come e quanto combatterono i Tedeschi: null'altro che la Fede può dare quella forza, quel credere, quel sacrificio.
"Il nostro onore si chiama fedeltà"
Hanno dimostrato che non era solo uno slogan propagandistico: era un modo di intendere la vita, il sogno di un'altra Europa, la speranza delle prossime generazioni. E quel milione e più di Europei non Tedeschi che si arruolarono volontari sotto la bandiera del Terzo Reich, divenuta Bandiera Europea, combatterono a fianco dei fratelli Tedeschi. Francesi e Spagnoli difesero poi Berlino contro la canea rossa fino all'ultimo uomo, fino all'ultimo giorno. Italiani arruolati volontari nella divisione Waffen SS "Italien" si immolarono ai confini orientali contro le orde titine.
Tutto questo era e rimane incomprensibile per i mercenari dei "poteri forti", degli gnomi usurai dai nasi grifagni e le mani adunche.
Incomprensibile per loro, gloria ed esempio per noi.
E' giusto festeggiare il 6 Giugno: per loro è la constatazione del fallimento morale, sociale, politico, economico dei loro "valori", imposti e non condivisi.
Per noi è l'onore al martirio, la pietra sulla quale, a miracolo non solo si fonda sempre più chiaramente la nuova Europa, ma anche pietra sulla quale è nato un fiore, il fiore profumato del domani.
Il nostro onore si chiama fedeltà. Ora e sempre.

7 commenti:

  1. Ai posteri l'ardua sentenza.
    Se l'autore è soddisfatto del risultato meglio per lui, io la ritengo una schifezza immonda.

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    1. La guerra e la corrispondente manipolazione delle masse sono una...schifezza immonda!

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  2. D - day visto dalla parte dei vinti ... peccato che l'onore e la fedeltà si sono prontamente adeguati all'andazzo dei vincitori , e con ottimi risultati a quanto pare .

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    1. Onore e fedeltà sono concetti astratti. Vivono nell'iperuranio e come tali sono adorati da molte persone, che non ce la fanno a metterli in pratica nella loro vita.

      Ognuno ha gli Dei che si sceglie.

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  3. E pensare che fino a poco tempo fa Belloni mi piaceva come scriveva...! :-(

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    1. Alcune cose di questo pezzo hanno dato fastidio anche a me, ma comunque avevo capito da un pezzo da quale parte della barricata stava.

      C'è del buono in tutti, in ogni caso.

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