Testo di Fabrizio Belloni
Oggi
è il 6 Giugno, anniversario del cosiddetto "D-day".
Fu
l'attacco del mondo alla "fortezza Europa". Cow boys, giubbe rosse
canadesi, francesi fuoriusciti, e gli immancabili britannici rovesciarono
sull'Europa una tempesta mai vista di ferro e fuoco. L'Europa,
in Normandia difesa oltre l'umano dai soli Tedeschi, si batté come un leone.
Soli, con le forze residue, con ragazzi ed anziani in divisa, senza quasi
carburante per gli aerei che dovettero cedere i cieli agli "alleati",
i Tedeschi contrastarono metro per metro l'avanzata del mostruoso spiegamento
di mezzi ed uomini.
Di certo se quei Tedeschi fossero come quelli dei films e delle televisioni, non avrebbero durato sei mesi, dal 1939. Ed invece erano ancora lì, a combattere una guerra persa, ma non per questo meno degna di essere combattuta.
Di certo se quei Tedeschi fossero come quelli dei films e delle televisioni, non avrebbero durato sei mesi, dal 1939. Ed invece erano ancora lì, a combattere una guerra persa, ma non per questo meno degna di essere combattuta.
C'è
rabbia, nei vincitori, che non possono accettare come e quanto combatterono i
Tedeschi: null'altro che la Fede può dare quella forza, quel credere, quel
sacrificio.
"Il
nostro onore si chiama fedeltà"
Hanno
dimostrato che non era solo uno slogan propagandistico: era un modo di
intendere la vita, il sogno di un'altra Europa, la speranza delle prossime
generazioni. E quel milione e più di Europei non Tedeschi che si arruolarono
volontari sotto la bandiera del Terzo Reich, divenuta Bandiera Europea,
combatterono a fianco dei fratelli Tedeschi. Francesi e Spagnoli difesero poi
Berlino contro la canea rossa fino all'ultimo uomo, fino all'ultimo giorno.
Italiani arruolati volontari nella divisione Waffen SS "Italien" si
immolarono ai confini orientali contro le orde titine.
Tutto
questo era e rimane incomprensibile per i mercenari dei "poteri
forti", degli gnomi usurai dai nasi grifagni e le mani adunche.
Incomprensibile
per loro, gloria ed esempio per noi.
E'
giusto festeggiare il 6 Giugno: per loro è la constatazione del fallimento
morale, sociale, politico, economico dei loro "valori", imposti e non
condivisi.
Per
noi è l'onore al martirio, la pietra sulla quale, a miracolo non solo si fonda
sempre più chiaramente la nuova Europa, ma anche pietra sulla quale è nato un
fiore, il fiore profumato del domani.
Il
nostro onore si chiama fedeltà. Ora e sempre.
Ai posteri l'ardua sentenza.
RispondiEliminaSe l'autore è soddisfatto del risultato meglio per lui, io la ritengo una schifezza immonda.
La guerra e la corrispondente manipolazione delle masse sono una...schifezza immonda!
EliminaD - day visto dalla parte dei vinti ... peccato che l'onore e la fedeltà si sono prontamente adeguati all'andazzo dei vincitori , e con ottimi risultati a quanto pare .
RispondiEliminaOnore e fedeltà sono concetti astratti. Vivono nell'iperuranio e come tali sono adorati da molte persone, che non ce la fanno a metterli in pratica nella loro vita.
EliminaOgnuno ha gli Dei che si sceglie.
E pensare che fino a poco tempo fa Belloni mi piaceva come scriveva...! :-(
RispondiEliminaAlcune cose di questo pezzo hanno dato fastidio anche a me, ma comunque avevo capito da un pezzo da quale parte della barricata stava.
EliminaC'è del buono in tutti, in ogni caso.
Non si meravigli ma sono d'accordo con lei.
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