mercoledì 6 dicembre 2017

Alla memoria dello zio


Quello che potrebbe sembrare – e dal punto di vista dell’interessata lo è – un omaggio affettuoso alla memoria del caro padre, per lo Stato italiano è un affronto e per le vittime del “caro padre” un’offesa. Maria Concetta Riina, da brava imprenditrice siciliana, ha pensato bene di sfruttare l’immagine del boss dei boss, “Totò u curtu”, per aprire un’attività economica nel settore della ristorazione, mettendo in commercio un normalissimo caffè in particolarissime tazzine. Il sito appena aperto che pubblicizzava quel tipo di caffè è stato subito oscurato, ma la notizia si è risaputa e al telegiornale si è vista anche una tazza con l’effige di Marlon Brando, la scritta “Il padrino sono io” e il manico a forma d’impugnatura di pistola. Il giornalista concludeva il servizio dicendo: “E poi ci stupiamo se all’estero gli italiani sono conosciuti per la mafia!”.

Del resto, negli autogrill si possono comprare anche manganelli con scritte fasciste e bottiglie di vino con l’etichetta raffigurante il Duce o Hitler. Almeno, le si poteva trovare in autostrada finché Fiano non se ne accorgeva. Si chiamano ammennicoli e se volessi fare il figo li chiamerei “gadgets”. Fanno leva sul fascino perverso del male, quello che Hannah Arendt invece chiamava banalità. Non costituiscono un incitamento al fascismo, come bere il caffè in una tazzina con l’effige di Riina non costituisce un appoggio morale alla mafia. Si tratta solo di goliardia. Oppure, avere in casa una bottiglia con il Duce o una tazzina con Riina serve solo per stupire e divertire gli amici in visita.

Piuttosto, quello che mi preoccupa è l’uso strumentale che il Sistema, attraverso la sua propaganda mediatica, fa di questi innocui passatempi, sulla scia della demonizzazione dell’avversario. Certo, mafia, fascismo e nazismo non sono roba da educande, ma ciò che fa lo Stato è molto peggio e, proprio per questa ragione, deve camuffarlo, nasconderlo alla percezione degli utenti, deviando l’attenzione delle persone e indirizzando la loro indignazione verso un nemico ingigantito nella sua malvagità dal Sistema stesso. Hitler e Mussolini sono diventati il male assoluto, ma siamo sicuri che sia stato un bene per noi europei che la seconda guerra mondiale l’abbiano vinta gli angloamericani? La Russia ha dato una grossa mano in tal senso. Stalin tuttavia è stato un dittatore molto più feroce di Hitler, ma essendosi trovato dalla parte dei vincitori ed essendo stato un faro per molti comunisti italiani del secondo dopoguerra, non lo si è potuto colpevolizzare e demonizzare come è successo al perdente dittatore tedesco.


Che lo Stato sia, in confronto alla mafia, molto peggiore, lo si vede dalle politiche di genocidio dei popoli europei attualmente in atto. Lo si vede nei suicidi di imprenditori fatti fallire da un fisco esoso. E in quale altra maniera si potrebbero chiamare le tasse se non “pizzo”, alla maniera mafiosa? Qual è la differenza? Se non pago il pizzo mi bruciano il negozio e se non pago le tasse la guardia di finanza mi fa chiudere il locale. In entrambi i casi la mia attività economica fallisce e la tentazione di appendermi alle travi della soffitta diventa più forte. Io non esulto quando catturano un esponente mafioso di spicco, né mi scandalizzo se Maria Concetta Riina vende il caffè nelle tazzine dedicate alla memoria del padre, perché ho ben chiaro il quadro d’insieme e non mi lascio irretire da una visione manicheistica degli eventi. Lo Stato è abilissimo a deviare l’attenzione dei suoi sudditi, ma con me non attacca!

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