Quello che potrebbe sembrare – e dal
punto di vista dell’interessata lo è – un omaggio affettuoso
alla memoria del caro padre, per lo Stato italiano è un affronto e
per le vittime del “caro padre” un’offesa. Maria Concetta Riina, da
brava imprenditrice siciliana, ha pensato bene di sfruttare
l’immagine del boss dei boss, “Totò u curtu”, per aprire
un’attività economica nel settore della ristorazione, mettendo in
commercio un normalissimo caffè in particolarissime tazzine. Il sito
appena aperto che pubblicizzava quel tipo di caffè è stato subito
oscurato, ma la notizia si è risaputa e al telegiornale si è vista
anche una tazza con l’effige di Marlon Brando, la scritta “Il
padrino sono io” e il manico a forma d’impugnatura di pistola. Il
giornalista concludeva il servizio dicendo: “E poi ci stupiamo se
all’estero gli italiani sono conosciuti per la mafia!”.
Del resto, negli autogrill si possono
comprare anche manganelli con scritte fasciste e bottiglie di vino
con l’etichetta raffigurante il Duce o Hitler. Almeno, le si poteva
trovare in autostrada finché Fiano non se ne accorgeva. Si chiamano
ammennicoli e se volessi fare il figo li chiamerei “gadgets”.
Fanno leva sul fascino perverso del male, quello che Hannah Arendt
invece chiamava banalità. Non costituiscono un incitamento al
fascismo, come bere il caffè in una tazzina con l’effige di Riina
non costituisce un appoggio morale alla mafia. Si tratta solo di
goliardia. Oppure, avere in casa una bottiglia con il Duce o una
tazzina con Riina serve solo per stupire e divertire gli amici in
visita.
Piuttosto, quello che mi preoccupa è
l’uso strumentale che il Sistema, attraverso la sua propaganda
mediatica, fa di questi innocui passatempi, sulla scia della
demonizzazione dell’avversario. Certo, mafia, fascismo e nazismo
non sono roba da educande, ma ciò che fa lo Stato è molto peggio e,
proprio per questa ragione, deve camuffarlo, nasconderlo alla
percezione degli utenti, deviando l’attenzione delle persone e
indirizzando la loro indignazione verso un nemico ingigantito nella
sua malvagità dal Sistema stesso. Hitler e Mussolini sono diventati
il male assoluto, ma siamo sicuri che sia stato un bene per noi
europei che la seconda guerra mondiale l’abbiano vinta gli
angloamericani? La Russia ha dato una grossa mano in tal senso.
Stalin tuttavia è stato un dittatore molto più feroce di Hitler, ma
essendosi trovato dalla parte dei vincitori ed essendo stato un faro
per molti comunisti italiani del secondo dopoguerra, non lo si è
potuto colpevolizzare e demonizzare come è successo al perdente
dittatore tedesco.
Che lo Stato sia, in confronto alla
mafia, molto peggiore, lo si vede dalle politiche di genocidio dei
popoli europei attualmente in atto. Lo si vede nei suicidi di
imprenditori fatti fallire da un fisco esoso. E in quale altra
maniera si potrebbero chiamare le tasse se non “pizzo”, alla
maniera mafiosa? Qual è la differenza? Se non pago il pizzo mi
bruciano il negozio e se non pago le tasse la guardia di finanza mi
fa chiudere il locale. In entrambi i casi la mia attività economica
fallisce e la tentazione di appendermi alle travi della soffitta diventa più forte. Io non esulto quando catturano un esponente mafioso di
spicco, né mi scandalizzo se Maria Concetta Riina vende il caffè nelle
tazzine dedicate alla memoria del padre, perché ho ben chiaro il
quadro d’insieme e non mi lascio irretire da una visione
manicheistica degli eventi. Lo Stato è abilissimo a deviare
l’attenzione dei suoi sudditi, ma con me non attacca!
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