Fonte:
L’Officina
Testo
di Paolo Danieli
Dopo
quello che l’ex boss della camorra Schiavone ha dichiarato in televisione davanti
a mezza Italia non ci dovrebbero essere più dubbi: lo Stato non ha più il
controllo del territorio. Quello che a detta del pentito - e non c’è ragione per
non credergli - è avvenuto in Campania in termini di devastazione dell’ambiente,
inquinamento, contaminazione nucleare, infiltrazione della delinquenza
organizzata nelle istituzioni, controllo di centinaia di comuni, ecc. significa
che là lo Stato non esiste o, se esiste, è impotente a fronteggiare la
criminalità infiltratasi nelle istituzioni.
La
questione della terra dei fuochi è la riprova che quello che accade da quelle
parti è il frutto malato di un potere criminale cresciuto a dismisura, che con
le sue articolazioni vanifica qualsiasi tentativo di ristabilire la legalità e
che mette in pericolo la libertà d’impresa, il lavoro, l’ambiente e la salute
dei cittadini. Sono
decenni che si parla di lotta alla criminalità organizzata, ma se i risultati
sono questi è evidente che qualcosa non quadra. E non quadra perché a fatti
eccezionali non si può rispondere con strumenti normali.
Resta
quindi solo una strada da percorrere: quella della militarizzazione dei
territori di cui lo Stato non ha più il controllo, mettendo in campo
l’esercito, adoperando leggi eccezionali, mettendo a capo delle aziende corrotte
degli ufficiali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza o della Polizia.
Questa
sì che sarebbe una risposta vera. Una scelta che darebbe anche all’estero un
segnale di cambiamento finalizzato anche a recuperare la fiducia di chi in
Italia non vuol più investire.
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