Silva, per favore, smettila di andare alle manifestazioni! Tu vivi nella nazione che più di tutte compie esperimenti di vivisezione, con le multinazionali del farmaco che si ritrova. Posso capire che non hai voluto perderti quest’ultima a Friburgo, insieme al gruppo ATRA di cui fai parte. Come sai, io non partecipo più alle manifestazioni animaliste, perché ho preferito rinchiudermi nel mio “Buen retiro”, a svolgere l’attività che mi gratificava durante la prima giovinezza: l’osservazione e lo studio della fauna selvatica. Oggi però, che il mio cuore batte ancora per gli animali, mi sono ritrovato a sostenere una critica netta, spietata, feroce e, a mio vedere, infondata.
Ovvero che le proteste, le manifestazioni, i presidi, i cortei, perfino le inutili raccolte di firme, tutto ciò che nasce dal cosiddetto movimento animalista, ha una matrice ben precisa: i padroni del mondo! Cioè, quegli stessi che traggono profitti miliardari dalle industrie farmaceutiche che tu contesti. E per la carne è uguale. L’accusa è che se protestiamo contro il carnivorismo è perché vogliamo imporre alla gente di mangiare quelle schifezze della carne coltivata, o stampata, o sintetica, come i carnivori preferiscono chiamarla, quindi comprese quelle prelibatezze che mi porti dalla Svizzera quando vieni a trovarmi. Forse, anche il gorgonzola vegetale che mi portavi una volta e che ora è diventato introvabile. Qui da me non c’è mai stato. Noi promuoviamo i cibi vegetali, ricavati da anacardi, soia, ceci e altri legumi, non perché vogliamo un mondo migliore, più giusto, dove tutti abbiano non solo da mangiare, ma anche la coscienza pulita, ma li promuoviamo per dare la possibilità ai ricchi di mangiare cibi naturali, carne chianina di prima scelta, e condannare i “poveri” a mangiare schifezze fatte con le stampanti! Questa è la critica che mi sono sentito rivolgere da un affezionato utente del blog, ma che sempre più spesso riscontro anche nei social, una critica dal sentore marxista, e che quindi, dato il tuo percorso politico, dovresti capire bene.