martedì 6 maggio 2014

I nuovi gladiatori

 
Testo di Fabrizio Belloni

In una assonnato sabato si è svolto il rituale calcistico della finale di Coppa Italia. Oltre ai soliti giornalisti (mio figlio ha trovato l’espressione più rispondente e fulminante: “le scimmie urlatrici”. Chiedendo venia alle quadrumani, ovviamente), le immagini ci hanno resi edotti di uno scontro con utilizzo di una pistola, al posto dei soliti coltelli, delle solite spranghe, dei soliti manganelli e robaccia similare. Un tifoso ha rischiato la vita, e forse avrà conseguenze gravi. E fino a qui siamo nell’usuale, deplorevole, miserando costume italiota. Ci torneremo.
Quello che mi ha dato veramente fastidio, un fastidio a livello fisico, con stomaco in rivolta, è stato lo spettacolo del “potere” che il capo ultras partenopeo aveva nei confronti di tremebondi poliziotti (tremebondi non per colpa loro, sia ben chiaro, ma perché sanno di aver le mani legate, checché si dica), nei confronti delle società calcistiche, nei confronti delle Istituzioni, in primis lo Stato. Mi sono tornati alla mente altri casi significativi: l’esagitato serbo a Genova, gli ultras romanisti che volevano interrompere un derby romano, il motorino gettato dalle gradinate di San Siro (l’imbecillità ha democrazia geografica!).


Naturalmente giornalisti linguetta e tuttologhi televisivi si sono affrettati a sciorinare il carosello delle ovvietà, delle prese di posizione, dei discorsi indignati.
Le grida manzoniane.
Ma nessuno, naturalmente che dice la verità, che cerca di andare alla causa, al nocciolo. Ci provo, senza pretese.

In un mondo privo e privato di valori veri, se ci fate caso, l’unica “bandiera” da seguire è quella della squadra di calcio. Raggruppa in sé l’amore per la propria squadra, il non aver mai tradito (insomma….!), di essere identificabile ed identificata, di permettere di sentirsi “branco”, il che è rassicurante e gratificante.
Altre “bandiere” simili non ce ne sono, e se qualcuna (per lo più politica o sociale) appare, comincia bene, dura poco e finisce male (la Lega ne è il più significativo esempio).
Scaricare quindi la frustrazione di un mondo senza valori né sicurezze nell’amore (malinteso) verso i propri “undici”, è purtroppo istinto di sopravvivenza, di conservazione. In tale imbarbarimento è ovvio che nascano i Masaniello, i più cattivi, i più violenti. Gente che potrebbe, per quoziente intellettivo, al massimo essere aggiogata in coppia con un bue, “pur non possedendo né l’intelligenza né la velocità del bue” (Guareschi, n.d.r.).

Ma dire queste cose vuol dire riconoscere il fallimento di un sistema di valori umani che non esistono, semplicemente. Ci hanno imposto la più grossa mistificazione storica esistente, la democrazia (che era e resta il male assoluto). Ci hanno insegnato che tutto ciò che è “nazionalismo” è brutto, sporco e cattivo, condannando gli esseri umani a diventare vagabondi etici, spostati sociali, orfani di tradizioni e cultura. La comunità è la salvifica zattera fra me ed il gelo del cosmo. La società (la sommatoria delle comunità che la storia e le tradizioni hanno o avevano cementato) come è stata intesa per millenni, è da distruggere per far posto ad un magma multietnico e multiculturale, che determina sempre ghetti chiusi dall’interno, esaltando la contrapposizione, sempre più violenta inevitabilmente. Hanno vinto i viscidi, laidi, adunchi fautori di globalizzazione e mondialismo. E i più deboli si ribellano nel modo peggiore e più brutale.

Avevano torto ieri e hanno torto oggi, gli gnomi usurai, avidi, adunchi e laidi.
I risultati li vediamo nel fallimento dei valori.  E’ vero: hanno vinto una guerra mondiale, ma stanno perdendo la Storia.  Riconoscerlo sarebbe un atto di virile coraggio. Non avendolo, creano teatrini e sceneggiate come quelle cui dobbiamo assistere in questi giorni. Che è solo un ennesimo esempio del fallimento della loro società, del loro  sistema, dei loro valori.
Capirete perché sono ottimista, di contro: loro stanno morendo storicamente e il nuovo si ripropone settanta anni dopo, più forte e più rutilante di prima.
Europa, erwache!

4 commenti:

  1. Roberto, in questa vicenda sento puzza di "false flag", nel senso che secondo me quella situazione è stata creata ad arte o comunque non impedite dalle questure con la connivenza dei Servizi Segreti: troppo belline le inquadrature Rai...un film fatto apposta, soprattutto per poi reprimere attraverso misure ulteriormente restrittive delle libertà individuali...

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    1. Può essere, visto che Stato e Mafia sono culo e camicia.

      Tuttavia, sarà perché a me il calcio non interessa, ma se impediscono a certi figuri di andare alle partite a sfogare i loro istinti belluini, è tutto di guadagnato per tutti.


      Piuttosto, io mi preoccupo dell'effetto depistante che il calcio, specie nei suoi aspetti più vergognosi, ha sulla popolazione, distratta da altri problemi.

      Ti ricordi Gasmann nel film "I mostri"?

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  2. Se ci pensiamo bene è così da almeno 30 anni e da almeno 30 anni il fenomeno è incoraggiato e strumentalizzato. Io il calcio non lo seguo più , appunto , da almeno 30 anni , non che prima fosse eticamente corretto , la sua funzione era sempre la "storica" del circens già utilizzato dagli antichi romani per distrarre le masse , ma ad un certo punto il mostro si è ribellato al chi lo ha creato , le tifoserie organizzate , sfruttate anche a scopi politici , hanno cominciato a dettare legge, a ricattare le società e a mettersi in un limbo al di fuori delle regole , infatti , se vediamo ora , un tranquillo padre di famiglia se vuole portare il figlio allo stadio deve avere la tessera del tifoso , cioè essere schedato , mentre i capi ultrà ne sono esenti. Dire che c'è commistione fra potere e tifoserie è poco , sono due poteri che si reggono sul sistema della "guerra fredda" , si temono e quando possono ne traggono i vantaggi : il potere degli ultrà per rimanere impunito al di fuori della legge e il potere istituzionale per restringere sempre più le libertà individuali.
    Che poi tutto questo derivi dal concetto di mondialismo importato dai nostri "liberatori" è fuori dubbio , basta vedere come funziona la società americana per avere un'idea di dove andremo a finire.

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    1. Tutti armati!

      Probabilmente c'è, dietro, il giro delle scommesse, con soldi che circolano illegalmente e a cui la Mafia non vuole rinunciare.
      E' come con le corse dei cavalli in Sicilia e i combattimenti fra cani un po' dappertutto.

      Soldi, soldi, soldi.

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