Testo di Caterina Selmin
Il mio vicino di casa, Luigi Bozzato, reduce da cinque campi di concentramento terribili, ed era prima un Balilla, ha lasciato con le sue unghie la sua firma sul muro di uno dei crematori di Auschiwitz, che ha ritrovato esattamente lì, dopo che per 50 anni si era rifiutato di tornare a vedere. Morto ad 80 e più anni, sempre tutta la vita piangendo esattamente quando arrivava a quel punto, ricordando di essere sopra ad una barella, nudo, pronto per essere infornato vivo. Solo la forza dei suoi vent'anni, unita alla fortuna che in quel momento il "cuoco" si era allontanato, lasciando di finire a bruciare i cadaveri già infornati, lo ha fatto scendere dalla barella, nudo com'era, ed è riuscito ad infilarsi un pigiama togliendolo da quelli del mucchio per terra ed a sostituire se stesso con un uomo già morto, e una seconda fortuità gli ha permesso di sgattaiolare nel baraccone per riuscire, da moribondo, come del resto tutti gli altri, a confondersi per altri giorni. Poi fu prevista una terza deportazione nel gruppo dove lui stava. La sua casa è diventata un museo, fu liberato dai Russi e tenne ancora il pigiama dell'altro poveraccio. 80 anni passati a piangere sempre, di giorno e di notte.
Ancora una volta manca la spiegazione. Nessuno dei carcerieri si è accorto che vi era un uomo nudo che poi si era vestito con gli abiti di un morto e si era riparato nella baracca? E che fine fecero quelli della baracca? Solo lui si sarebbe salvato tra quelli della baracca? Stavo parlando al telefono con un mio amico che mi diceva che i forni crematori servivano solo a bruciare i corpi di coloro che erano morti di malattie, in una epidemia dilagante di tifo, e non in camere a gas.
RispondiEliminaSecondo me, non solo la cremazione dei cadaveri di persone morte per malattie era consigliabile onde evitare ulteriori contagi, ammesso che gliene importasse qualcosa, ma con il terreno ghiacciato durante i rigidi inverni era difficile scavare fosse abbastanza profonde per seppellirli.
EliminaIn ogni caso, si tratta di condizioni infernali come non si erano mai viste nel corso della storia umana.