giovedì 8 agosto 2013

Homo erectus, sapiens, plasticus

 
Fonte: Tutto Green

Immaginate di navigare in mare aperto e di scorgere, all’improvviso davanti a voi, un’isola del tutto inaspettata: vi sentireste probabilmente come i grandi esploratori del passato, come gli eroi dei più epici racconti. A differenza loro, però, voi rischiate una cocente delusione: quella di rendervi conto di non aver scoperto un lembo di terra inesplorato, ma una delle discariche sorte spontaneamente nell’oceano.
La prima volta che il capitano di uno yacht è incappato nella grande macchia di rifiuti del Pacifico erano gli anni Novanta;  da allora, simili formazioni sono state avvistate in tutti gli oceani.

 
Si tratta di macchie fitte e compatte che sono formate da rifiuti in plastica che navigano nelle acque, costituendo un pericolo per gli ecosistemi marittimi e anche per le navi. Recentemente, uno studio dell’Australia’s Center of Excellence for Climate System Science ha permesso di avere un quadro più dettagliato della situazione, individuando i moti che portano alla formazione di queste riserve di plastica. La scoperta fatta non è delle più incoraggianti: anche se smettessero oggi di venire immessi nuovi rifiuti nel mare, queste aree già esistenti continuerebbero a crescere per altre centinaia di anni, per via di tutto il materiale già disperso negli oceani!
A vederle, probabilmente, queste isole di plastica non sembrerebbero così terribili: essendo composte di materiale per lo più trasparente e sottile, sarebbe anzi difficile distinguerle ad occhio nudo.

Eppure, esse costituiscono un enorme pericolo per gli animali marini, con pesci e volatili che rischiano di rimanere impigliati nei rifiuti o di ingerire il materiale di scarto. Inoltre, come spiegano i ricercatori, la presenza di questi ammassi di plastica è lo specchio di problemi ancor più gravi: sulle stesse rotte e seguendo le stesse correnti marittime si spostano anche i rifiuti tossici che finiscono in mare, accumulandosi e creando danni ancor maggiori agli ecosistemi.
Forse il plastic patch è il male minore per i nostri mari…

1 commento:

  1. Il mio cellulare è riuscito a caricare la foto della povera tartarughina...e a rendermi noto quanto sia agghiacciante...come mi dicevi a voce...! g

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