lunedì 5 agosto 2013

Nella morsa del dolore

 
Ciò che entra attraverso gli occhi e va dritto a colpire l’anima è altrettanto importante del cibo che entra attraverso la bocca e va dritto a fermentare nello stomaco. Ed entrambi producono effetti sul sistema nervoso, ossia sulla nostra salute psicofisica. Dunque, capisco perché alcune mie affezionate lettrici insistono con me affinché eviti di postare foto e scene cruente che…..fanno star male. La Sorella dei Lupi mi ha cancellato dalle amicizie Facebook, per questo, benché non sia mai stata un’affezionata lettrice del blog. E allora, per una sorta di Nemesi, lunedì 5 agosto è toccato a me subire un trauma emotivo vedendo la scena raccapricciante della decapitazione di tre prigionieri.
All’utente Facebook che aveva postato il video ho chiesto per quale motivo i tre disgraziati erano stati sottoposti a un simile trattamento, ma non ha saputo rispondere. C’entra comunque il traffico di droga in Sudamerica.
Mi sono imposto di vedere la scena fino alla fine e gli effetti fisici che ho notato su di me erano un leggero tremore alle mani, l’impossibilità di distogliere lo sguardo - simile a una specie d’ipnosi - un blocco nello stomaco come quando si fa indigestione, dovuto probabilmente a una sostanza organica messa in circolo da qualche ghiandola. Non credo fosse adrenalina, i cui effetti mi sono noti.


Sono passate alcune ore, fino al momento in cui mi sono messo a scrivere queste note, da quando ho visto la terribile scena in cui i tre malcapitati venivano decollati non con un colpo secco, come capita con la ghigliottina, ma lentamente, come quando si affetta il pane. Mi ha stupito la rassegnazione dei tre e la quasi assenza di gemiti di dolore. L’esecutore ha agito con calma e professionalità, lasciando trapelare una lunga pratica come macellaio di animali. Il che non può non far venire in mente il monito degli antichi filosofi secondo cui la violenza sugli animali è propedeutica alla violenza sugli uomini. Principio mai abbastanza ribadito e mai preso in considerazione dalle folle, né tanto meno dalle loro sedicenti guide religiose. 
                                                        
Così mi sono ritrovato sotto l’influsso malefico della ferocia umana, che per altro non mi era sconosciuta e sono andato a fare la spesa al supermercato con l’inconscia speranza d’incontrare un amico con cui sfogare i miei malumori, o anche per distrarmi un po’. Non avendone trovati, giacché il lunedì gli schiavoratori sono impegnati con la loro condanna, a differenza del sottoscritto - che fra l’altro di amici non ne ha tantissimi - ho dovuto ripiegare su internet e con la sana, fidata scrittura terapeutica, già altre volte sperimentata. Ecco, infatti, che sto sentendo già un lieve giovamento, nel momento in cui queste parole fluiscono fuori dalla mia mente, passano attraverso l’hardware della tastiera e finiscono nel mare magnum dei sentimenti e delle emozioni dell’umanità, a disposizione di quanti riusciranno o vorranno captarle.
Quanto ho emotivamente sperimentato mi fa venire in mente la teoria mai provata dell’esistenza di entità invisibili parassite, che si nutrono della rabbia e del dolore degli esseri umani, stimolando sia l’una che l’altro nel momento in cui esse dovessero diminuire di frequenza e quantità. Naturalmente, c’è bisogno di un atto di fede per credere all’esistenza di tali vampiri energetici e io non me la sento, per ora, di darli per scontati. Tuttavia, che gli alieni siano tra noi è assodato e che gli angeli e i demoni siano presenze reali nella vita dell'uomo viene ripetuto da secoli, sebbene queste ultime due categorie non siano altro che razze aliene favorevoli oppure ostili all’umanità.

Fatto sta che di fronte a comportamenti aberranti come quelli in oggetto, non ci si può far a meno d’interrogare sulle ragioni del Male, sul perché esista un fenomeno da tutti aborrito, ma anche da tutti, in varia misura, praticato. Si finisce per scivolare sul terreno della Metafisica e anche questo forse è un modo per scaricare tensioni e responsabilità. Quando qualcuno cerca di colpevolizzare la gente riguardo all’esistenza di una classe politica dichiaratamente corrotta, viene spontaneo rifiutare tale criminalizzazione, perché non è vero che il potere corrompe, né che logora chi non ce l’ha, come diceva Andreotti.
Il potere logora chi è già logorato di suo, ovvero se un politico si comporta da disonesto è perché era disonesto già da prima. Le persone oneste che hanno cercato di entrare in politica, candidandosi, non sono state fatte andare oltre. Vengono stoppate prima. Non per vantarmi, ma a me è successo esattamente così.

Vi sono però cose molto più gravi degli sprechi di denaro pubblico, delle tangenti, dei nepotismi e dei favoritismi. Ed è l’ingiustizia e la prevaricazione che ognuno di noi commette ogni giorno nei confronti di chi non può difendersi. I tre prigionieri sudamericani avevano le mani legate dietro la schiena ed erano in ginocchio davanti al carnefice, esattamente come le bestie da macello che vengono incaprettate e immobilizzate con preventivi stordimenti o con strutture di metallo che ne bloccano i movimenti.
La maggior parte delle persone non attua macellazioni di alcun genere, né ai danni di bestiame, né ai danni di narcotrafficanti, ma in entrambi i casi c’è chi lo fa al loro posto. Dunque, le persone macellano prigionieri umani e animali per interposta persona, essendone i mandanti. Se riesco a capire che le brave ed oneste persone che, come me, fanno la spesa al supermercato sono i mandanti dell’assassinio di animali innocenti, non riesco a capire bene chi possano essere i mandanti della decapitazione di tre giovani sudamericani. Coloro che li tenevano a bada, come anche il boia intervenuto dopo una parvenza di processo, indossavano un passamontagna per non farsi riconoscere, esattamente come vuole la tradizione nel caso dei boia professionisti.
L’ambientazione, comunque, non era quella di una prigione governativa e si trattava sicuramente di criminali spietati, che forse volevano punire altri criminali resisi colpevoli di tradimento o di collaborazione con la polizia. Questo è quanto posso immaginare. 
              
Ma gli interrogativi non finiscono qui. Se capisco che alla gente piace mangiare carne e spinge professionisti della macellazione a procurargliela, i mandanti delle decapitazioni di spacciatori di droga sono i drogati stessi, ovvero i consumatori per lo più occidentali. Vale a dire il V.I.P. che si fa di cocaina, il giovanotto che va in discoteca e assume Ecstasy e lo studente che fuma uno spinello. E’ a causa di queste categorie di consumatori che i narcotrafficanti tagliano la testa ai loro prigionieri?
E dunque, se le cose stanno così, in base al principio economico per cui è la domanda che crea l’offerta, se la gente diventasse vegetariana, non ci sarebbero più macelli e macellerie e, se smettesse di assumere droghe di qualunque tipo, non ci sarebbero più mostri come quelli che ho visto all’opera con un semplice affilato macete, tagliando colli come fossero filoni di pane.
Considerato che anche l’alcol è una droga, dovrei smettere di bere birra? C’è qualcuno che viene seriamente danneggiato, con tanto di soppressione violenta della vita, dal fatto che io consumo alcolici?
Non ho mai sentito dire che a causa delle piantagioni di luppolo e d’orzo qualcuno abbia avuto la testa mozzata. Né a causa dei vigneti di merlot o cabernet. Le uniche conseguenze sono le malattie del fegato, la depressione, i suicidi e, non ultimi, gli incidenti causati da automobilisti ubriachi.

Tuttavia, se si arriva a quei livelli di aberrazione in nome del traffico di eroina e cocaina - che generano un giro fantastico di denaro - può essere anche che tagliare la testa a chi sgarra implichi una soddisfazione in chi lo fa, proprio come succede a certi soldati che fanno la guerra per la guerra, anche se poi i loro capi traggono profitto dalle risorse naturali del paese sottoposto a invasione. E’ vero cioè che l’America ha invaso l’Iraq per il petrolio, ma servendosi di militari che facevano la guerra per il piacere di farla.
Idem con la Sperimentazione Animale: c’è chi lo fa per il piacere di torturare animali senza finire in un’aula di tribunale. C’è chi va a caccia per il piacere di uccidere senza finire, a sua volta, davanti a un giudice. Il contesto culturale in cui vive glielo permette. In questi casi, la colpevolizzazione della gente, a differenza di prima, è legittima, perché risponde a un semplice criterio di logica. Se vai a pesca, a caccia, compri pellicce, porti i figli al circo e fai la spesa in macelleria, sei complice di tutto ciò che viene prima, ovvero di ingiustizia e prevaricazione. Ma, grazie allo scollamento mentale, al ragionare per compartimenti stagni, non te ne accorgi e tiri avanti per la tua insanguinata strada. In fondo, al Sistema va bene così. E tu sei una semplice rotella di un più vasto ingranaggio, a tua insaputa.
Insomma, tornando alla speranza d’incontrare qualcuno con cui condividere la pena provata al mattino presto, non solo non ho potuto sfogarmi con una persona che mi stesse ad ascoltare, ma sulla mensola di un bar ho trovato un depliant che annuncia una delle tante sagre paesane con consumo di animali, che si tengono d’estate.
Lo fanno ogni anno e i manifesti che la annunciano segnano per me il trascorrere degli anni e delle morte stagioni, rimandandomi un quadro di squallore e di non avanzamento della civiltà, con una società di zotici che si perpetua identica da qui all’eternità, alla faccia delle nostre più ottimistiche speranze di cambiamenti, anche minimi, in meglio, della coscienza collettiva.

La sagra in questione è dedicata alle oche, in un paese della Destra Tagliamento che è passato alla storia come “Morsan da lis ocjis”. Per undici giorni d’agosto festeggeranno con complessi musicali mangiando crostini d’oca, affettati d’oca, gnocchi al ragù d’oca, pasticcio al ragù d’oca, oca in umido, arrosto d’oca, ma anche grigliate miste, tagliata di manzo con patate, formaggi e frico. La pesca di beneficenza è d’obbligo, come in tutte le sagre.
Il nesso tra i tre prigionieri decapitati in Sudamerica e le oche di Morsano al Tagliamento, per chi non ci arrivasse, consiste nel fatto che anche alle oche viene mozzata la testa, non saprei dire se con un taglio netto alla francese o con un taglio lento all’affettatore di baguettes. In ogni caso, né i carnefici narcotrafficanti, né i macellai morsanesi e i loro affezionati clienti, sono in grado di esprimere quell’empatia verso le  vittime, che farebbe di loro degli uomini anziché dei mostri, i primi perché hanno anteposto i profitti derivanti dalla vendita di droga a ogni sentimento di compassione per i loro prigionieri. I secondi perché hanno anteposto i profitti derivanti dalla vendita di piatti a base d’oca a ogni sentimento di compassione per le oche prigioniere.  
                                                                                    
Nel caso di Morsano, sicuramente ci sarà stato qualche assessore comunale o qualche esponente della Pro Loco che ha tirato in ballo la tradizione, mentre nel caso dei trafficanti di narcotici sicuramente ci sarà stato qualche esperto criminologo o qualche ufficiale della DIA che ha tirato in ballo la tradizionale coltivazione delle piante di coca da parte degli indios andini.
Egoisticamente, ringrazio Dio di non essere nato in Colombia e di non essere nato oca: io lo faccio razionalmente, ma i visitatori e i volontari della Pro Loco di Morsano lo fanno inconsciamente, dando per certo che mai rinasceranno oche, non essendo induisti, né mai finiranno sotto il macete dei narcotrafficanti colombiani, non essendo la coca una pianta in uso presso le aziende agricole della zona.
Posso infine immaginare che come i frequentatori della sagra, dopo aver fatto un giro di valzer e assaggiato i crostini d’oca, si sentiranno felici e appagati, così i carnefici tagliagole, dopo aver eseguito la truculenta condanna a morte, si sono sentiti felici e appagati, concedendosi abbondanti bevute e saporite bistecche di manzo, come d’abitudine presso le popolazioni latino-americane.

Gli unici a provare dolore per la morte di tre trafficanti e di tre milioni di oche sono io e qualche altro individuo “bacato”, troppo sensibile, dotato di fervida immaginazione e anche un pochino rompiscatole, visto che, se non contro i demoni amerindi, almeno contro i bifolchi di Morsano al Tagliamento posso elevare inutili, inascoltate ma sacrosante proteste. Per il momento, aspettando Godot - che arriva sempre prima per i Giusti che non per i malvagi - mi è successo di provare un dolore acuto, salito alla ribalta della consapevolezza dal torpore abituale del dolore cronico. Evidentemente, il principio del “Nomen Omen”, vale non solo per i nomi di persona, ma anche per quelli di città: Morsano. Era meglio se stamattina, su Facebook, saltavo quel video, che mi ha fatto capire quanto faccia male la morsa del Male.
Ma, se l’avessi saltato, questo articolo non sarebbe mai stato scritto, poiché, come si usa dire, dal letame nascono i fiori.




11 commenti:

  1. Secondo me questo video è di nuovo un falso...
    Mentre la parte dedicata ai vampiri energetici (appena accennata) e che rimanda al sito di Carlos Castaneda e Los Voladores è il vero...
    non lo dice solo Castaneda ma anche altri che ho avuto modo di leggere, sono energie invisibili che sembra vivano solo delle nostre emozioni e poiché le emozioni più forti sono quelle negative hanno tutta la convenienza a farcele provare, altrimenti si dissolverebbero....
    Il perché esistano queste energie è un altro e vasto discorso.... forse non del tutto compreso (almeno per me) e perlomeno complicato da spiegare....

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    1. Con me sfondi una porta aperta, perché anch'io credo all'esistenza di alieni parassiti, a cominciare da quelli chiamati "LUX".


      Il video, putroppo, temo sia autentico, ma possiamo benissimo sospendere la questione, per il momento, non avendo, né te né io, la possibilità di accertarlo al di là di ogni dubbio.

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    2. Io penso che sia falso perché non è possibile (ho guardato solo la prima... diciamo... esecuzione) che un corpo non abbia neanche una minima reazione durante la decapitazione, ma si faccia tagliare così come tagliare il burro.

      Bisognerebbe risalire a chi lo ha inserito su facebook.

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    3. Non hanno risposto alla mia domanda e ormai è impossibile ritrovare il post essendo che su Facebook c'è un continuo avvicendamento di notizie.

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  2. Caro Roberto
    Ho letto tutto d’un fiato il tuo bellissimo articolo sul treno delle 6.30 già pieno di sudaticci schiavoratori e ne ho condiviso ogni singola parola.
    Tutte le tue riflessioni sono quelle che faccio anch’io ogni giorno ed in ogni istante della mia vita. L’umore che ne consegue oscilla tra rabbia e rassegnazione. Rarissimamente rilassatezza e serenità.
    Non c’è stata mai alcuna vera evoluzione in questi robot chiamati uomini. I loro desideri e le loro voglie sono imposti dall’alto, diffusi attraverso il software pubblicitario delle multinazionali e dei governi attraverso i media con la ripetizione ossessionante di quanto i padroni vogliono che facciano gli schiavi.
    Basti pensare alle notizie diffuse simmetricamente dai tg e dalla stampa. Una medesima notizia che si differenzia solo per qualche virgola te la ritrovi al medesimo posto in prima pagina, alla medesima ora, con la medesima enfasi o deenfasi. Apri repubblica, il corriere, la stampa, l’unità, il fatto quotidiano, il tg 1, 2, 3, 4, 5, 6 sky tg24 rainews etc etc. e senti o leggi la spessissima cosa con un livello di ripetitività e di ossessione proporzionale al livello di penetrazione desiderato per il cervelletto dello schiavo che, con perfetto tempismo, esegue pedissequamente e con impegno gli ordini impartiti.
    Quanto alla violenza sugli animali è davvero questa il termometro della follia mondiale.
    Senza scampo e senza deroghe.
    Anche qui in terronia è tutto un fiorire di sagre del pesce e sagre della carne.
    Sagre per umanoidi che non sono nè carne né pesce.
    Da quando ti conosco ho (abbiamo) definitivamente smesso di mangiare carne.
    Scrivi benissimo ed hai una straordinaria sensibilità.
    Ciao Roberto.

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    1. Grazie Gianni delle belle parole.

      Stamattina, come tutti i martedì, mi sono trovato al mercato, zona giardini, con gli amici "complottisti". A parte quello che non ha il computer per scelta (architetto in pensione), altri due avevano visto il video dei maiali di Fukushima seppelliti vivi perché radiattivi. Video che ho postato qui con il titolo: "La Terra: atomo opaco del male".

      Ebbene, ho notato in loro lo stesso turbamento che a me ha prodotto la scena della decapitazione dei tre prigionieri e sono rimasto meravigliato perché nessuno di loro è.....animalista. Non me lo sarei aspettato.

      Dunque, se ha ragione Laurama, mentre le notizie dei telegiornali servono per indirizzare il pensiero della collettività in una direzione anziché in un'altra, le notizie che ci giungono attraverso internet provocano effetti diversi e probabilmente anche negativi, in noi, perché devo ancora incontrare un animalista o un "complottista" che sia sereno e rilassato. Ovvero felice.

      Ho sempre il sospetto che...."qualcuno" si serva di noi studiosi di cospirazionismo per i suoi scopi, cioè anche noi diventiamo funzionali al loro progetto, qualunque esso sia.

      Richiama alla mente il concetto di destino ineluttabile.

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    2. Tra Morsano e Kindu, città del Congo, si può istituire una specie di gemellaggio, nella prima si mangiano le oche nella seconda i corpi degli avieri italiani.
      Agli epigoni dei cannibali congolesi vengono affidati i ministeri italiani come riconoscimento, agli ingollatori di oche nulla, perché si sa noi siamo esterofili e poi un ministero non si nega a nessuno.

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    3. Commento un tantino surreale, il suo, Andretta.


      Mi sta rubando il mestiere!


      :-)

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  3. Il mio intervento al primo congresso dell'antropocrazia porta il titolo di :"L'umanità fa schifo?", le sembra surreale?

    Surreale m e f (pl: surreali). che evoca immagini fuori della realtà.
    Scusi Roberto ma lei non conosce la storia!
    Nel lontano 11 novembre 1961 nella città da me indicata insistente nel suolo congolese, 13 aviatori nostri concittadini sono stati cannibalizzati quindi non è una mia invenzione od eventuale responsabilità se la realtà supera ogni fantasia.

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    1. Avevo sentito di questa storia, anche se non avevo approfondito.

      Il mio giudizio sulla surrealtà del suo commento era riferito agli accostamenti tra le oche e gli aviatori.


      Come dire: "Gli asparagi e l'immortalità dell'anima". Di chi era? Di Achille Campanile?


      Oppure: "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", di Robert Pirsig.

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    2. Questi accostamenti mi sono maggiormente piaciuti, ma è difficile tingere l'ironia anche perché si scrive in bianco e nero.

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