Fonte:
Il Gazzettino
Campagne
trevigiane sempre più spoglie e sempre meno cariche di vita. L'allarme lo
lancia Giancarlo Silveri della Lipu. Dal censimento in corso in questi giorni
emerge un dato allarmante: da campi, siepi e fossati sono praticamente sparite
specie di volatili un tempo, anche solo fino allo scorso anno, molto comuni nel
nostro territorio. Non si vedono più passeri, fringuelli, cardellini,
cinciallegre. Un deserto. Per non parlare delle città, dove i passeri sono
rarissimi già da molto tempo.
«Qualche
esemplare, ma veramente pochi, lo si nota attorno alle case di campagna dove
magari ci sono alberi da frutto o comunque del cibo facilmente raggiungibile -
osserva Silveri - ma andando in giro per i campi non si sente più niente. Un
dato allarmante e molto strano: non sono ben chiari i motivi di questo calo.
Potrebbe essere colpa della temperatura, prima fredda poi più mite. Sicuramente
ha il suo peso la massiccia presenza dell'agricoltura che ha letteralmente
modificato il volto di tanti habitat».
La
Lipu, ogni anno, fa due censimenti: uno in primavera e uno in inverno. Entrambi
concentrati sulla quantità di passeriformi, specie che l'Unione Europea
considera importantissimi rilevatori della qualità dell'ambiente. Lo scorso
anno il calo di esemplari fu calcolato attorno al 52%. In questo inverno la
situazione è precipitata: le specie più caratteristiche del nostro territorio
si sono diradate riducendosi a presenze sporadiche. «La cosa particolare -
continua l'esponente della Lipu - è che in autunno il passaggio dei migratori
sulla nostra provincia, nei punti normalmente utilizzati per le osservazioni, è
stato in linea con gli anni scorsi. Migliaia di esemplari osservati ogni giorno».
In
poche parole: le specie sono passate, ma quelle che solitamente si fermavano
sembrano non averlo fatto. «Gli anni scorsi registravamo alte presenze di
fringuelli, quest'anno se ne vedono pochissimi. Alcune aree, attorno a
Montebelluna per esempio, si sono sempre segnalate per la loro biodiversità. In
questi giorni invece, in aperta campagna, quindi lontano dalle abitazioni, non
si vede e non si sente nulla. Purtroppo l'agricoltura ha sfruttato troppo
l'ambiente. E stiamo ricevendo tante mail di trevigiani preoccupati che ci
chiedono cosa stia accadendo».
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