sabato 3 agosto 2013

Caldo assassino

 
Fonte: La Stampa

Testo di Maurizio Molinari

Uno studio pubblicato dalla rivista “Science” analizza la correlazione fra temperatura ed episodi brutali: “Un incremento di due gradi Celsius può causare il 50% in più di conflitti”
I cambiamenti climatici portano all’aumento della violenza non solo fra Stati ma fra singole persone, all’interno delle famiglie. Ad affermarlo è uno studio realizzato dalle Università di Berkeley e Princeton - pubblicato dalla rivista “Science” - basato sull’analisi di 60 rapporti relativi alle interazioni fra l’aumento della temperatura e l’andamento della violenza in 27 società moderne di altrettanti Stati. 


Ciò che ne emerge è che con i cambiamenti climatici e le conseguenti siccità, inondazioni ed aumento delle temperature si sono registrate crescite delle violenze domestiche in India e Australia, aumento di aggressioni ed omicidi negli Stati Uniti ed in Tanzania, maggiori violenze inter-etniche in Europa e Asia del Sud così come occupazioni di terre in Brasile, repressione da parte della polizia in Olanda e conflitti civili ai Tropici.

“Abbiamo rivelato che una deviazione netta delle temperature standard verso gradi più alti accresce la possibilità di violenze personali del 4 per cento e di quelle fra gruppi del 14 per cento” afferma Marshall Burke, docente dell’Università di Berkeley in California e co-autore dello studio. In base alla stessa tabella, l’aumento della temperatura globale del Pianeta di 2 gradi Celsius può portare all’aumento del 50 per cento di conflitti civili e tale scenario potrebbe verificarsi nel 2040.

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