Finisce
il 2013, e noi siamo stanchi. Stanchi di vedere un mondo dilaniato dalle
guerre, stanchi di vedere ingrossarsi le fila dei poveri. Stanchi di ricoverare
bambini vittime di bombe e attentati, colpiti da pallottole, feriti dai
machete. Le ultime settimane sono state particolarmente difficili per i nostri
colleghi in Repubblica Centrafricana, che hanno lavorato senza sosta per
assistere le vittime della guerra civile. Non potremo mai dimenticare le facce
dei bambini che abbiamo operato, e che fuori dalla sala operatoria non
trovavano nessuno ad aspettarli, perché i loro genitori erano stati uccisi.
Tanti altri colleghi stanno passando le feste in un ospedale: dall'Afghanistan
all'Iraq, dal Sudan alla Sierra Leone. Sono stanchi di guerra. Sono stanchi di
vedere aumentare, sempre e ovunque, la disuguaglianza. Sono stanchi di avere
sempre più disperati, in fila, davanti a una E rossa che per molti è l'unica
possibilità di essere curati. Inizia il 2014, e non possiamo essere stanchi:
perché questo è il nostro lavoro. Davanti alla disuguaglianza che cresce,
davanti alle guerre e alla povertà, noi sappiamo fare solo questo: aiutare chi
ha bisogno. Lo facciamo da vent'anni, e lo faremo anche quest'anno, con il
vostro aiuto. Di questo – aiutare chiunque abbia bisogno, con passione, con
impegno – non ci stancheremo mai. Buon 2014, da parte di tutti noi.
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