giovedì 4 agosto 2016

La tenace perseveranza delle multinazionali



Zitti, zitti, che tanto a luglio nessuno se ne accorge e senza la benché minima fatica facciamo passare gli Ogm in Europa…

E così fu. Nel silenzio più totale dei media italiani, con il viscido benestare della maggior della politica nostra, con il solo contrasto del Movimento 5 Stelle, la Commissione europea ha autorizzato tre varietà di semi di soia geneticamente modificati per l’alimentazione umana e animale. Che importa se ai cittadini europei questa storia degli Ogm proprio non va giù? Se più volte, in diversi Stati, si sono espressi contrari al loro utilizzo? Cosa contano i pareri negati che provengono da vari studi scientifici inerenti al loro utilizzo?



E chissenefrega di quel “principio di precauzione” su cui si dovrebbe basare l’Europa per cui, nel caso in cui dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, si dovrebbe impedire la distribuzione dei prodotti ipoteticamente pericolosi.

Se le lobby chiedono che si apra il mercato agli Ogm, l’Europa obbedisce. E così via libera a soia “MON 87708 x MON 89788”, soia “MON 87.705 x MON 89788” e soia “FG 72”… soli i nomi fanno impressione! Ma impareremo a conoscerli, questi nomi. Per dieci anni, infatti, potranno tranquillamente invadere i nostri campi, i nostri carrelli e le nostre tavole. E’ questa la durata della licenza stabilita dalla Commissione con un sistema che non ha nulla di democratico.

Perché? Perché queste decisioni così importanti per la salute e il futuro di tutti noi dovrebbero essere prese dal comitato permanente e dal comitato d’appello di cui fanno parte i rappresentanti degli stati membri e tra questi i rappresentanti italiani dei ministeri della salute, dell’agricoltura e dell’ambiente.

Ma quando questi non riescono (o non vogliono?) adottare una decisione a “maggioranza qualificata” entro un determinato periodo di tempo, la Commissione ha il via libera per fare quello che vuole. 


Che succede quindi? Che i nostri rappresentanti – tanto bravi a propagandare il biologico, la difesa dell’ambiente e del Made in Italy in televisione – una volta seduti ai tavoli che contano si scordano di prendere una decisione, temporeggiando e lasciando carta bianca a una Commissione che ha tutti gli interessi salvo quelli dei cittadini.

E questo ormai è palese: com’è capitato recentemente per il rinnovo del glifosato, la stessa modalità è stata messa in pratica per gli Ogm. Il problema è che in entrambi i casi a perderci sono sia i cittadini – in termini di salute – che interi Stati, Italia in primis. Visto che proprio il nostro Paese potrebbe fare del biologico e della qualità dei propri prodotti un volano dell’economia. E, invece, ancora una volta, per garantire il profitto di pochi si mette in secondo piano il benessere di molti. Ma c’è un problema più serio dei tre tipi di soia Ogm a cui sono state aperte le porte, un problema che riguarda i modi e gli scopi: un sistema antidemocratico introduce sostanze a rischio nei nostri Paesi, un po’ alla volta, senza troppo scalpore per farci abituare lentamente: un po’ alla perdita di sovranità, un po’ all’invasione di prodotti di dubbia sicurezza, un po’ al potere incontrastato del mercato… Un po’ all’avvento del TTIP?


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