martedì 29 ottobre 2024

La strega di Modena


Testo di Serena Terruzzi

Mangialoca, la Guaritrice eretica di Modena. E’ il 24 settembre 1370 quando a Modena si apre la prima udienza di uno dei più antichi processi per stregoneria di cui ancora oggi si conservano gli atti. L’imputata è Benvenuta Benicasa, conosciuta con il soprannome di Mangialoca o guaritrice di Modena. Si tratta di una sessantenne benestante, che crede nel potere magico delle erbe e dei sogni rivelatori, avvezza alle invocazioni e agli esorcismi, legata al mito della buona stella protettrice. A lei si affidano donne innamorate per riconquistare l’amante fuggito, madri preoccupate per la salute dei figli e padrone tormentate dalla paura delle maledizioni dei servi. Ogni problema ha una soluzione, decotti e infusi di erbe, rituali e formule magiche, miscugli di sperma e sangue mestruale. L’inquisitore incaricato di indagare sull’operato della donna e giudicarne la colpevolezza è il domenicano Tommaso, uomo scaltro e pronto a tutto per ottenere una confessione. Mangialoca viene condannata alla pubblica confessione dei suoi peccati. E non solo: essendosi macchiata di spergiuro e sacrilegio, oltre a una serie di obblighi spirituali, viene obbligata a indossare in pubblico il sambenito, una veste per eretici e streghe graziati, con un copricapo di “irrisione e ignominia” per ricordare a tutti la sua colpa e la magnanimità della Chiesa. 

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