Nel video mi sono dimenticato di dire che solo uno dei due terrari con gli insetti stecco è stato da me svuotato in campagna. L’altro, quello al pianterreno, lo tengo ancora, per lo meno con alcuni insetti che la prossima primavera potrebbero deporre le uova. Non mi dispiacerebbe se questa specie, il Bacillo di Rossi, presente in tutta Italia e nelle altre regioni del Mediterraneo, si diffondesse nella mia zona, sempre che non venga decimata da predatori come gli uccelli insettivori. Il cibo, ovvero principalmentele piante di rovo, non dovrebbe mancare, neanche in inverno. Tuttavia, temo che sarà il freddo dei mesi invernali a ucciderli, dato che con il loro mimetismo estremo sfuggono alla vista dei predatori alati. Dei cinque che mi furono regalati l’anno scorso, solo due sopravvissero, deponendo un gran numero di uova. Tutte le mattine, sollevando il coperchio del terrario, trovavo in media quattro neonati attaccati al vetro e li portavo nel terrario del laboratorio, al piano di sopra. Poi, per qualche giorno, ne trovavo solo uno, appena nato durante la notte, finché non ne ho trovato più nessuno. E’ stato a quel punto che ho smesso di contarli: 210. Poiché sono cresciuti, ho dovuto liberarli in natura, cosa che farò anche di molti di quelli nel terrario al pianoterra. L’alternativa era di mettere un annuncio affinché venissero adottati, ma non mi fido delle persone, né trovo giusto addossare un impegno così gravoso come quello di reperire rametti di rovo per fornir loro da mangiare. Per cui, anche stavolta lascio fare alla natura. Finché le giornate saranno soleggiate, tornerò sul luogo della liberazione per vedere come se la cavano. Ribadisco che è un posto dove la gente non passa, e quindi non c’è il rischio che qualche zoofobo chiami i forestali.
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