sabato 18 maggio 2024

Pastori e pecore, animali e animalisti


I campi erano tutti allagati e le capezzagne erano piene di pozzanghere, ma oggi ho voluto andare ugualmente in cerca di serpenti. L’ora era giusta, verso metà mattina, quando escono dai nascondigli per mettersi al sole, ma non ho avuto fortuna. Ho scelto un percorso diverso. Ho prima sentito il verso e poi, alzando gli occhi al cielo, le ho anche viste: erano quattro poiane in volo ascensionale. Due coppie, probabilmente. Stanno salendo al nord, forse in Germania o in Russia, per nidificare. A un certo punto, facendo slalom tra le pozze d’acqua, sono arrivato al “campo base” dei pastori. C’è la transumanza. Anche loro migrano come le poiane e vanno al nord, fermandosi però in provincia di Belluno, provenienti dalle pinete di Lignano e Bibione. Non c’era nessun umano, ma solo un cane maremmano, una pecora adulta e il suo agnello, in un piccolo, temporaneo recinto. Una piccola roulotte, con bombole di gas e bottiglie d’acqua all’esterno. Gli ultimi cento metri prima di arrivare a quel punto, erano cosparsi di escrementi ovini, impronte di unghie fesse e molte pozze di orina, dal tipico odore di urea. Il cane è rimasto zitto e fermo, disteso sotto le frasche. Io l’ho guardato e lui mi ha guardato. Né io mi sono avvicinato a lui, né lui si è avvicinato a me. Non ho osato fare un passo verso il recinto della pecora e del suo agnello, per non suscitare nel cane l’istinto di protezione del gregge. In silenzio, dopo un paio di minuti, ho ripreso la strada dalla quale ero venuto. Nessuno, a parte i tre animali citati, si è accorto di me. Avevo i piedi bagnati e provavo un certo disagio. Volevo tornare a casa per cambiarmi i calzini. I vecchi scarponi lasciano entrare l’acqua. Forse è ora di buttarli.


 Sulla strada del ritorno, per non tornare proprio a mani vuote, mi sono fermato mettendo la bici dietro un cespuglio, ai bordi della strada, e ho cercato di catturare un grillo. Ebbene sì, è inutile nascondercelo: sono un animalista predatore. Ma non gli faccio del male, questo dev’essere chiaro! Per sua fortuna, benché mi fossi avvicinato lentamente al punto da cui proveniva il suo frinire, la tana del grillo non sono riuscita a trovarla. Era ben nascosta fra la vegetazione. Quella di catturare un grillo, ovviamente per ricavarne un video, è un’idea che mi porto dietro da tre anni, da quando cioè passo per quella strada, e non mi è venuta così, improvvisamente, sul momento. Ci proverò ancora. E’ una delle cose che facevo durante l’infanzia e, da bambino, ci riuscivo facilmente.



Come “bottino” quindi, anche voi come me dovrete accontentarvi di due foto di una folaga in nidificazione. Sapevo che c’era e oggi l’ho fotografata. Con il cellulare, avvicinandomi stando nascosto dietro un albero sulla riva, ma le folaghe non sono stupide. A questo punto, alcuni diranno: “Eh, ma così le uova si raffreddano!”. Vero, ma la femmina è stata via dal nido per pochi secondi, perché subito dopo averla fotografata me ne sono andato. Immagino, che sia stata lontana dal nido al massimo un paio di minuti. Non credo che le uova, in quel dato tempo, si siano raffreddate. C’è sempre qualcuno che deve brontolare per qualcosa. Ormai ci sono abituato.



Il nido si trova nel fossato che cinge il castello di Flambruzzo, che in realtà è solo una villa, ma anticamente forse aveva anche il ponte levatoio. E’ abitato e, due volte l’anno, insieme ad altre ville nobiliari del Friuli, apre le porte ai turisti, con tanto di Cicerone. La folaga sul nido, quindi, è visibile dalla strada. Nessuno le darà fastidio, a parte quelli che la fotograferanno. Se ha scelto di nidificare lì, con quel via vai di pedoni e macchine, vuol dire che sapeva di poter portare a termine la nidificazione. E’ la saggezza della Natura.

Nessun commento:

Posta un commento