domenica 29 maggio 2011

Rettili, rettiliani & affini


Parlando di scie chimiche con l’uomo della strada si finisce sempre per parlare dell’Area 51, mentre se un uomo della strada inizia una discussione con un complottista, secondo Umberto Eco, si finisce sempre per parlare dei Templari. La differenza tra scie chimiche e Area 51 è che le prime sono un fenomeno reale, mentre di quello che succede nell’Area 51 non me ne importa granché e mi dispiace che la gente comune associ problemi reali a questioni fittizie. Anzi, ho il sospetto che certe trasmissioni televisive abbiano assolto proprio il compito di fare di tutto ciò che esula dalla Matrix accettata e canonica, cioè gli enigmi e i misteri, un gran minestrone in cui mescolare le cose più strampalate insieme a temi che meriterebbero un serio esame. In questo modo si ottiene un livellamento verso il basso e si ottiene di far scadere agli occhi dell’opinione pubblica qualsiasi discorso in merito alla trama assassina dei governi assiduamente e occultamente impegnati a sfoltire l’umanità.

venerdì 27 maggio 2011

V per Venezia



Il regime è preoccupato per la sua cultura. La cultura è un elemento stabilizzante. Non c’è niente di meglio di un museo, di un’opera di Verdi o di un poeta con tanto di riconoscimenti ufficiali per ricacciare il progresso indietro.
Charles Bukowski

Fra le altre cose, Venezia è famosa per il carnevale e le maschere. La maschera che preferisco è quella che ha un lungo becco, riproduzione di quelle usate dai medici durante le pestilenze, al cui interno mettevano erbe che si riteneva potessero purificare l’aria dai miasmi e che, al capezzale dei moribondi, unitamente alle loro lunghe palandrane nere, li faceva assomigliare a lugubri uccellacci infernali.

mercoledì 25 maggio 2011

Pantegane votanti



Tomas cercò di riflettere rapidamente: l’amnistia per i prigionieri politici? Ma qualcuno li amnistierà davvero perché delle persone rifiutate dal regime (e quindi potenziali prigionieri politici) ne faranno richiesta al presidente? Una petizione del genere può avere come risultato solo che i prigionieri politici non saranno amnistiati, anche se per caso adesso volessero amnistiarli.
Milan Kundera


Un amico vuole a tutti i costi che io vada a votare il 12 giugno per il referendum. Dovrei infrangere il mio ultradecennale rifiuto di partecipare alla vita politica perché, secondo lui, altrimenti i privati si prenderanno l’acqua e mi faranno pagare bollette salate. Io già pago la bolletta dell’acqua ma se con i privati a gestirne la distribuzione dovrò pagare bollette più care allora tutta la faccenda si riduce a una questione di costi. In tal caso, si stanno spendendo milioni di euro per fare un referendum su una parte del costo della vita, ovvero su un aspetto dell’inflazione, cioè su una delle materie prime che diminuiscono, facendo aumentare i prezzi. Perché allora non facciamo un referendum sulle accise della benzina?

lunedì 23 maggio 2011

L’uomo che cade



Dopo “l’uomo che ride”, di Victor Hugo, ecco ora “L’uomo che cade”, di Alberto Angela. Quel ragazzo viene su bene, non c’è che dire. Degno figlio d’arte. Tale padre, tale figlio. Invitando lo psichiatra Vittorino Andreoli e puntando tutto sull’aspetto emotivo della faccenda, Alberto Angela, nella puntata di “Ulisse, il piacere della menzogna” di sabato 21 maggio, ha messo in scena una forma larvata d’ora d’odio d’orwelliana memoria.
Evidenziare la tragica fine di circa duecento persone, gettatesi da un’altezza di quattrocento metri dalle torri gemelle di New York, significa toccare tasti emotivi che distolgono l’attenzione dai responsabili di tale sciagura. Scegliere la morte in quel modo per sfuggire alle fiamme che divampavano all’interno dei grattacieli è un evento che turba gli ascoltatori della trasmissione al punto tale da mettere in secondo piano tutto il resto, perfino l’eroismo dei vigili del fuoco. Alberto Angela, venuto su giornalisticamente grazie all’aiuto dell’illustre padre, non si rende conto, però, di giocare sul filo del rasoio, non sa di essere una pedina nelle mani di padroni molto potenti. E molto criminali.

venerdì 20 maggio 2011

Razza di traditori

La catena si spezzò e il maiale cadde pesantemente a terra. Il norcino e i suoi aiutanti subito gli si gettarono addosso ma, nonostante la zavorra alla zampa, la grossa scrofa attraversò di corsa il cortile, strillando, e salì le scale esterne del casolare trovando in cima la porta chiusa.
Dall’altra parte della porta stava, impietrita dal dolore e dal rimorso e con le mani a coprirsi la faccia, la vecchia padrona di casa, combattuta tra l’istinto materno verso un animale che aveva cresciuto fin da piccolo e la dura legge della natura - e del mondo agreste - secondo cui le bestie sono bestie e il Signore le ha create per il nostro sostentamento.
La donna aveva commesso l’errore di affezionarsi al maiale, errore che, se si ascoltano le storie di campagna, sembra sia abbastanza diffuso fra i contadini, almeno quelli di una volta, se è vero che, quando portavano via la Bianchina, o la Nerina, il padrone di casa se ne stava triste e taciturno per tre giorni, inutilmente confortato dalla moglie.
Poiché è assodato che gli animali abbiano un’anima, mi sono sempre chiesto cosa deve aver pensato quella scrofa allevata come un figlio mentre cercava rifugio presso sua madre adottiva e supplicava inutilmente che le aprissero. I norcini, poi, inutile dirlo, fecero il loro squallido lavoro.

giovedì 19 maggio 2011

Cani senza tessera di partito

Il cane è la più grande conquista dell’umanità, diceva Biagio Pascal. Evidentemente non era mai stato in Romania.
Non so se sono più colpevoli i romeni che sopprimono i cani, o i benpensanti italiani che, se mi azzardo a esprimere giudizi negativi sugli autori delle stragi canine, mi accusano di essere razzista. Succede anche con i palestinesi. Se dico che gli ebrei stanno attuando una pulizia etnica nella striscia di Gaza, vengo accusato di antisionismo. Se dico che il governo degli Stati Uniti ha il vizio di imporre la democrazia a suon di bombe e di attuare politiche imperialiste, vengo accusato di essere antiamericano.
Fermiamoci qui, come esempi, e partiamo dall’inizio.

mercoledì 18 maggio 2011

Come lacrime nella pioggia

Quel graffito sul muro della stazione, tutto spigoli e rientranze, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, passa inosservato ai più, si confonde con gli altri disegnini insignificanti e lascia indifferenti i viaggiatori.
Altri sono i segnali che hanno imperversato nel mio paese in queste ultime settimane, per non parlare delle bandiere e dei gazebi con gli attivisti a distribuire volantini. Due candidati avevano anche i camion pubblicitari con grandi manifesti sui due lati, che stazionavano nei punti strategici o giravano pigramente su e giù per le vie del borgo. Uno di questi è, poi, diventato sindaco, mentre l’altro ha perso la sua battaglia. Come ci si deve comportare con un candidato perdente? Si deve assumere un atteggiamento addolorato come nel caso dei funerali? Ci si deve mostrare dolenti e porgere le condoglianze? Scusate se faccio queste domande, ma è la prima volta che vivo su questo pianeta e devo ancora imparare molte cose circa le strane abitudini di voi umani.

martedì 17 maggio 2011

Voladores e Vulturites

“Il passato si può seppellire. Ma non muore mai”, recita il sottotitolo del romanzo “Nascondi il tuo segreto”, di Julie Corbin. E un altro titolo più famoso, abusato da giornalisti e scrittori dilettanti, minaccia ambiguamente: “A volte tornano!”.
Se nell’idea originaria di Stephen King si trattava di zombie, chi usa tale espressione può riferirsi a qualsiasi cosa, basta che ritorni. In genere ci si riferisce ai fantasmi del passato ed è questo il mio caso.
Ricevetti una lettera del mio ex avvocato, che mi comunicava la data di un’udienza preliminare davanti al Giudice delle Indagini Preliminari di Pordenone. Altro non sapevo, perché nessuna comunicazione ufficiale mi aveva raggiunto, essendomi nel frattempo trasferito. Lo ringraziai per tanta sollecitudine, ma la notizia che l’indulto del 2006 non copriva tutti i reati da me commessi, non mi rallegrò per niente.

domenica 15 maggio 2011

Mi fa male il pollice!

Facciamo una scommessa! Oggi si vota per le amministrative. E piove. Scommettiamo che il 12 giugno, quando si voterà per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua e il nucleare, ci sarà sole pieno. Così la gente andrà al mare! Qualcuno per caso sta manipolando il clima?
Non voto da ventidue anni, da quando i Verdi mi hanno dato un calcio nel sedere, togliendomi la candidatura. Da quell’epoca la politica mi è sempre sembrata una cosa lontana, oltre che una presa in giro. Però non ho mai smesso di osservare gli eventi della società.
Noto per esempio che il malcontento è aumentato. Potrebbe significare che si farà avanti un’entità o un gruppo potente che riuscirà ad attirare l’attenzione con eventi e promesse irresistibili, e cancellerà con un colpo di spugna tutta la vecchia classe politica, instaurando il nuovo ordine mondiale. Il ciclone Tangentopoli, che ebbe Antonio Di Pietro come protagonista carismatico, ora inglobato nel Sistema, fu solo una specie di prova d’orchestra.

venerdì 13 maggio 2011

Maghi neri s.p.a.

La prima volta che sentii la parola “Hybris” (1), molti anni fa, fu leggendo i libri di Guido Ceronetti. Non ne capii subito il significato perché sui dizionari che avevo a disposizione non veniva riportata. Poi con internet mi fu chiaro il concetto.
L’idea nasce nell’antica Grecia, ma se ne trova traccia perfino nel Genesi. Infatti, c’è una similitudine tra la tentazione di mangiare la mela ed essere simili a Dio e il canto delle sirene che insegnano agli uomini la conoscenza e li portano alla rovina. Sia Apollo che le altre divinità dell’Olimpo, sia il Geova degli eserciti sono gelosi delle loro prerogative, vendicativi e spietati. E non perdonano alle loro creature di alzare troppo la testa.
Avviene però che gli uomini a un certo punto si credano simili agli Dei e agiscano sfrontatamente, senza più quella umiltà che li caratterizza fisicamente, avendo humus, umile e umiltà la stessa radice etimologica ed essendo humus, cioè terra, la materia di cui secondo la Bibbia l’uomo è costituito.
Verrebbe da pensare al proverbio: “Quando la m…ateria monta a scanno, o che puzza o che fa danno”.

mercoledì 11 maggio 2011

Il cavallo di Troia per il transumanesimo

Se c’è una cosa di buono che ho fatto nella vita è stato liberare gli animali dai loro aguzzini. Un episodio in particolare merita di essere evidenziato: le due scimmiette portate via dall’istituto universitario di ricerca, di Trieste, una delle quali aveva un elettrodo impiantato nel cervello. Se a qualcuno dovesse passare per la testa l’idea che non è carino rompere porte, vetri, armadi e macchinari vari per “rubare” le cavie, rispondo che non è carino nemmeno quello che alle cavie viene fatto. Se vi scandalizza l’idea che qualcuno entri senza autorizzazione in una facoltà di medicina, spacchi attrezzature e sottragga animali da laboratorio, significa che siete complici degli aguzzini, dato che il proverbio dice: “Chi ha pietà dei lupi, non ha pietà delle pecore” e meritereste che si facesse la stessa cosa anche a casa vostra.
Per anni noi antivivisezionisti abbiamo sostenuto che tutto ciò che viene fatto alle bestie, viene fatto, come esercitazione, in previsione del tempo in cui sarà fatto sugli uomini. Tale principio, benché passi inosservato, è da molto tempo messo in pratica, ma ora sta cominciando a diventare sempre meno occulto. Cioè, diventa visibile anche a chi ha sempre avuto gli occhi foderati di prosciutto.

lunedì 9 maggio 2011

Il gran rifiuto



vidi e conobbi l’ombra di colui
che fece per viltade il gran rifiuto
Dante Alighieri, canto III dell’Inferno

Gli alieni esistono! Ne ho le prove.
Uno almeno esiste di sicuro. Come faccio a saperlo? Grazie a Cartesio che diceva Cogito ergo sum, vale a dire penso (come un alieno), dunque sono. Ebbene sì, io sono uno di loro. Appartengo alla categoria. Scusate se ve lo dico così, senza preavviso. Infatti, è così che la gente mi percepisce (basta che mi senta parlare): come un extraterrestre.
Da una vita, ormai, ma tutte le volte mi meraviglio e le persone riescono sempre a spiazzarmi. Mi stupisco di come cose che per me risultano ovvie, lampanti e semplici da capire, per la gente sono complicate, oscure e deformate. Il bello è che accusano me, implicitamente o esplicitamente, di avere una mente contorta. Io SO di essere nel giusto ma le persone, rifiutando le mie argomentazioni, esprimono tacitamente un giudizio severo sottoponendomi immancabilmente a un processo di alienizzazione.
Di fronte a tale situazione ci sono solo due alternative: o io o loro. Oppure, se preferite, o io o voi. Chi è il pazzo? (o i pazzi?). Chi è da rinchiudere? La risposta è ovvia a prescindere da chi abbia ragione. La maggioranza detta legge, decide, codifica e distingue ciò che è norma da ciò che non lo è.
Mi è successo ancora, pochi giorni fa, nel natio borgo selvaggio, collocato nell’opulento nord est. E’ andata così.

sabato 7 maggio 2011

Siamo tutti orsi

Presso gli Ainu, popolazione europoide che vive nel nord del Giappone, vige il culto dell’orso (1). Gli Ainu adottano un cucciolo, che, dopo essere stato allattato da una balia, una volta adulto viene ucciso ritualmente affinché funga da intermediario tra gli Dei e gli uomini. Sulle pareti delle grotte dei siti archeologici più antichi, non manca mai l’effige dell’orso delle caverne, estinto in tempi storici dai nostri antenati che gli contendevano lo spazio abitativo. Secondo i nostri zoologi, gli orsi sono cani senza coda, e come i cani sono eclettici nel mangiare, ma con prevalenza per un’alimentazione carnivora. Rispetto ai cani sono meno intelligenti e, di norma, caratterialmente infidi e imprevedibili, tanto che la domesticazione, soprattutto da parte degli zingari per scopi di spettacolo, può avvenire solo con certe specie e precisamente con l’orso bruno del Paleartico. Esclusi dalla domesticazione sono l’orso polare, il Kodiak e il Grizzly, specie irascibili e pericolose. Nei cartoni animati, Yoghi è l’orso nero, detto anche Baribal. Altri orsi finiti nelle storie per l’infanzia, soprattutto nei paesi anglosassoni, sono Napo Orso Capo e il popolarissimo Winny Poo. Tra le fiabe più conosciute c’è quella dei tre orsi (2) e mentre in Italia il suo santo protettore è San Romedio (3), in Russia esistono numerose leggende che hanno orsi per protagonisti.

giovedì 5 maggio 2011

Il Pastore Tedesco


Questo, come avrete capito, non è un articolo che parla di cinofilia, ma di un capo di Stato ricchissimo, paragonabile allo sceicco del Brunei. La differenza tra i due è che Benedetto Sedicesimo è l’ultimo discendente di una dinastia di uomini potenti, mentre i vari sceicchi arabi, con i bagni dai rubinetti d’oro, erano pecorai fino a poco tempo fa, finché non scoprirono il petrolio nel sottosuolo delle loro aride contrade.
Gli sceicchi di Dubai e dintorni sono laici, mentre i papi della chiesa di Roma dichiarano di essere persone religiose a capo di una dottrina che propugna la povertà. Come siano riusciti a conciliare la teoria con la prassi è uno dei misteri dolorosi della fede cristiana. Nonostante l’incongruenza e l’ipocrisia tra il dire e il fare e nonostante la dinastia papale abbia una storia violenta costellata di tradimenti, furti, massacri e guerre per il potere, milioni di fedeli si mostrano tuttora affascinati dal carisma dimostrato dal pontefice e dal suo apparato. 

mercoledì 4 maggio 2011

Disinfestazioni


Come l’undici settembre del 2001, nel bene e nel male, ma soprattutto in quest’utimo, ha cambiato il corso della Storia, così l’avvento di internet, nel bene e nel male, ha cambiato la percezione della realtà. Nel bene, perché ci ha fatto capire quanto fosse complesso il mondo e ha espanso la nostra mente; nel male, perché ha creato un esercito di tecnodipendenti che potrebbero essere manipolati (per non parlare dei danni alla vista). E non c’è manipolazione peggiore di quella in cui i soggetti non sanno di essere manipolati.
Siccome ho vissuto la militanza animalista prima del succitato avvento, posso fare un confronto tra i due periodi storici, ponendo la nascita di internet come una specie di spartiacque. Oggi veniamo a sapere di atrocità che non ci saremmo mai sognati, della cagnetta gettata da un palazzo in Egitto (1) e dei cani fatti roteare per gioco in Bulgaria (2) - e questo aspetto può essere annoverato come elemento negativo dato che aumenta la nostra infelicità - ma veniamo a sapere anche delle mille iniziative fatte in favore degli animali e possiamo constatare che la sensibilità verso i loro diritti è aumentata nella società occidentale. Che poi il merito sia dell’umile volantino distribuito negli anni pre-internet, come un seme che solo ora porta frutto, o che si debba attribuire al web il merito di tale aumentata sensibilità, è una questione che va approfondita e su cui, al momento, non è possibile pronunciarsi.

martedì 3 maggio 2011

La luce oltre il tunnel


La notizia ha fatto il giro del mondo in pochi minuti: il nemico pubblico numero uno, a livello planetario, è stato ucciso. Fine di un incubo per moltitudini di beoti succhiatori di menzogne. Tuttavia, come con la suina c’è stato un gran numero di persone che hanno sgamato le intenzioni delle industrie farmaceutiche, rifiutandosi di vaccinarsi, così anche con la presunta uccisione di Osama Bin Laden ci si è accorti in tempo reale, grazie alla rete, che la notizia era falsa. E’ inutile puntualizzare che solo una parte dell’umanità occidentale se n’è accorta, quella più avveduta e che fa ancora funzionare le sinapsi, dato che una massa ancora non ben quantificata ma comunque cospicua, come si bevve l’abbattimento delle torri da parte di 19 beduini dieci anni fa, così si beve ora l’eliminazione fisica, fittizia, inventata del capro espiatorio barbuto. Ci credono, perché se non ci credessero verrebbero meno tutte le loro certezze, tutta l’impalcatura illusoria su come è congegnata la realtà, i ruoli manicheistici dei buoni e dei cattivi, che permette loro di tirare avanti una vita piena di difficoltà economiche e qualche rara soddisfazione (quella che il sistema permette loro di sperimentare).

Manifestazione contro i cacciatori, a Longarone (BL)




Mancavo dalle manifestazioni di Paolo Mocavero da qualche anno. Bisogna considerare che ho venduto la macchina nel 2006 e solo dall’undici marzo ne ho un’altra. Spostarsi con i mezzi pubblici ha – dobbiamo riconoscerlo – i suoi inconvenienti: spesso bisogna rinunciare. Devo anche dire che ho visto Paolo molto….peggiorato. In senso buono, naturalmente. Si era sempre favoleggiato che lui e i suoi collaboratori potessero, indisturbati, attaccare manifesti in giro per Padova grazie ad alcuni appoggi presso esponenti della locale questura, ma poi, dopo la perquisizione in casa sua e vedendo i rapporti tesi tra lui e il comandante dei carabinieri in servizio davanti alla fiera di Longarone, non sono più tanto sicuro che Paolo abbia delle protezioni presso le F.F.O.O.

La cosa è indifferente, in fondo. Ciò che appare evidente è la protezione che gli sbirri elargiscono ai cacciatori, tanto che non solo il comandante della piazza ci ha fatto spostare di qualche metro, facendo valere la sua autorità, e diversi carabinieri biascicavano maledizioni al nostro indirizzo, ma ce n’è stato uno che, strappato di mano il fucile ad acqua che un manifestante di Milano aveva usato per spruzzare tre cacciatori, l’ha buttato a terra e fatto a pezzi sotto i piedi. Il fucile, non il manifestante.

Gesto infantile e per certi versi ridicolo, se non fosse che dimostra per l’ennesima volta l’arroganza del potere che è forte con i deboli e debole con i forti. Dovevate vedere il tipo! Non aveva la divisa, ma era senza distintivi che lo identificassero come appartenente alle forze dell’ordine. Un vero gradasso. Risaltavano i guanti neri, indossati come per un incontro di karate, e l’anda da bullo con cui deambulava. Dopo la gloriosa impresa si è avvicinato alle transenne dove eravamo stati confinati e non ha lesinato pesanti “complimenti” per il nostro operato. Ma di questo non ci si deve stupire: nelle caserme, nelle prigioni e negli uffici della polizia è la norma insultare e mettere le mani addosso agli arrestati, se non addirittura anche ridurli in fin di vita, in base all’insano pregiudizio che loro, gli sbirri, sono tacitamente autorizzati dalla società a….vendicarsi dei devianti, soprattutto drogati (vedi Stefano Cucchi), ma anche i dissenzienti figurano ai primi posti nella graduatoria dei diversi da punire. D’altra parte, siamo onesti: anche noi non scherzavamo in fatto di insulti!

A Longarone ci è andata anche bene, a parte i quattro attivisti portati via, di cui ignoro il trattamento loro riservato in caserma. Nel caso del fucile ad acqua fatto a pezzi, il poliziotto in borghese avrebbe voluto riservare lo stesso trattamento a noi, ma lì non poteva; eravamo all’aperto e sotto gli occhi di molti privati cittadini. E pure di qualche macchina fotografica, che avrebbe potuto comprometterlo. Brillava, invece, l’assenza della stampa. Ma anche di questo non ci si deve stupire, poiché sia le F.F.O.O. che i mass-media sono in mano ai potentati economici che vogliono far sopravvivere la caccia e contro cui – novelli Don Chisciotte – ci battiamo. Ognuno fa la sua parte: gli sbirri mantengono lo “status quo” con la forza, i giornalisti con le parole. In mezzo, come sempre, per primi a soccombere gli animali massacrati e subito dopo la democrazia massacrata pure lei, nel momento in cui gli italiani, in gran maggioranza contrari alla caccia, non riescono a farsi valere e rimangono ancora in balìa di una minoranza di “minus habens”. E dovrebbe essere chiaro per tutti, ormai, che il sistema di governo cosiddetto democratico è una presa in giro, dato che in realtà comandano poteri occulti massonici di cui i politici sono i visibili burattini e i cacciatori gli utili idioti che li fanno arricchire.

Noi, i cattivi che urlano insulti e turbano i bambini; loro, i buoni e onesti cittadini che pagano le tasse e rispettano la natura e le leggi. Così come li vuole il sistema: rispettosi e obbedienti. Ingranaggi di un potere che va al di là degli animali massacrati e i cui misfatti vengono tenuti nascosti agli occhi di un’opinione pubblica sempre più addormentata, mansuefatta e ingannata. Misfatti come i bombardamenti di popolazioni civili contro cui i benpensanti si scagliano a parole, salvo poi ritrarsi di fronte all’idea di chiudere le fabbriche della morte che hanno sede in Val Trompia e che danno lavoro agli onesti operai di cui sopra. E così il cerchio si chiude: basta pagare le tasse e non infrangere le leggi per avere la licenza di sparare e fabbricare mine antiuomo e altre armi.

Noi, i pazzi, in gabbia e i cacciatori liberi di circolare armati. E’ proprio vero che i matti autentici sono fuori dai manicomi.