sabato 29 giugno 2024

Gli squadristi (mia risposta a Bobo)


Anno 1921. Per due giorni Pordenone fu in balìa degli squadristi, che attaccarono lo studio del sindaco, quello di altri due avvocati, la Camera del lavoro, il negozio di un commerciante socialista. Ci furono due morti e molti feriti. A Torre, vicino Pordenone, la gente eresse barricate contro gli squadristi e li respinse. In quei giorni uccisero il capostazione di Palazzolo dello Stella. Ma già alla fine del 1920 furono distrutti i circoli culturali di Aquileia, Ruda, Fiumicello, Mariano del Friuli e la Camera del lavoro di Aiello. Nel 1921 gli squadristi fecero incursioni a Perteole, Romans e Cervignano. Il 16 maggio, dopo aver tentato di assaltare la Camera del popolo di Udine, difesa dai carabinieri, devastarono la tipografia San Paolino, e tentarono di appiccare il fuoco anche all’arcivescovado. Nella tipografia si stampava “Il Friuli”, organo cattolico, nemmeno socialista, cattolico! Tutti i partiti udinesi si schierarono contro questa azione fascista ma la furia degli squadristi riprese, per vendetta, contro inermi cittadini e si spostò a Basaldella, Paderno, Nimis, Prata, Monfalcone e, di nuovo, a Pordenone, causando ancora morti e feriti. L’anno dopo, nel settembre del 1922, Mussolini in visita a Udine, in un discorso pubblico, giustificò come “sana” la violenza delle squadre. Queste arbitrarie violenze, contro socialisti e cattolici, mi bastano per bocciare quel regime politico che, se anche fece “cose buone”, dopo vent’anni ci fece entrare in guerra, con le conseguenze che sappiamo. Io non dimentico. Non dimentico i criminali che inscenarono la farsa pandemica, e che sono ancora a piede libero, e non dimentico quei criminali vestiti di nero che uccisero innocenti e fecero migliaia di lire (dell’epoca) di danni. Criminali che avevano l’appoggio del loro capo sbruffone, a Roma, e che restarono impuniti. Le seguenti tre foto riguardano la tipografia cattolica di Udine.




17 commenti:

  1. Fatti simili successero pure a Firenze dove, in particolare, si scatenò ANCHE, la violenza comunista o bolscevica, vedi, ad esempio, l'assassinio di Giovanni Berta***,della qual cosa non se ne parla mai, si sottace eccetera eccetera. I soliti due pesi e due misure. La storia chi la scrive?
    *
    "Hanno ammazzato Giovanni Berta
    Fascista fra i fascisti
    Vendetta sì, vendetta
    Farem dei comunisti...."

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    1. Io constato l'insopprimibile impulso a dividersi (e a combattersi) in due opposte tribù.

      E' una cosa ancestrale, riguardante il nostro lontano passato. Ben impiantata nel nostro cervello.

      Se solo gli interessati, anche al giorno d'oggi, sui social, ne avessero consapevolezza, proverebbero vergogna e la smetterebbero di darsi mazzate (per fortuna solo verbali) gli uni contro gli altri.

      Ma i padroni occulti, essendone a conoscenza, si guardano bene dal far ottenere alle masse la consapevolezza, lasciandole scannarsi vicendevolmente, così loro se ne restano al sicuro.

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  2. E allora si ritorna agli albori, ci viene in soccorso la novellina di Caino ed Abele, il primo sopportato a malapena, il secondo coccolato del demiurgo, ovvero non si può o non si dovrebbe parteggiare solo da un lato , ma riconoscere neriti e demeriti di ogni persona, o fazione. Altrimenti si fomenta l'odio, il rancore, la gelosia, la resa dei conti o vendetta.

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  3. Roberto ha ragione, è insopprimibile nell'umanità lo stare su due sponde, non se ne può fare a meno, i social sono lo specchio dei tempi, forse li hanno creati apposta per fare in modo che ce le diamo come i gladiatori dell'arena.
    Il Colosseo era un posto di sangue, ora le arene sono digitali e non meno violente. Gigi

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  4. Concordo con le dissertazioni filosofiche sulla funzione del divide et impera ma il polpettone che ho fatto negli ultimi commenti aveva lo scopo di ristabilire un equilibrio storico di quel periodo.

    La narrazione post caduta del regime è stata ed è tuttora a senso unico , quasi a voler avvilire un popolo colpevole di aver vissuto , volente o nolente il ventennio.

    I bombardamenti a tappeto negli anni 44- 45 avevano lo scopo di sfinire la gente , farla arrivare al punto di vivere in anticipo una " sindrome di Stoccolma " dove la vittima ama il proprio aguzzino.

    Perfino la cinematografia , mezzo di propaganda per eccellenza , nel decennio 45 - 55 proponeva i ladri di biciclette , i disperati che rincorrevano le jeep yankee per accattonare qualcosa , gli sciuscia' erranti sporchi e smarriti ; per contro c' era la vita perfetta dell' americano medio , il quartiere ordinato , le macchine con le lunghe code , il marito impeccabile che va al lavoro e la moglie , altrettanto curata e perfetta che porta i figli a scuola in un contesto idilliaco e perfetto.

    È per sostenere questa narrazione artificiale che diventava indispensabile la costante demonizzazione del ventennio , doveva diventare una vergogna nazionale , doveva diventare una pietra di paragone per dividere in modo assoluto e inequivocabile il male dal bene.
    Al punto che non ci è mai stato permesso di fare serenamente i conti col nostro passato e ritrovare , nel bene e nel male , quella che è stata la nostra storia.

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    1. I tuoi commenti sono sempre così belli e interessanti che non so mai quale pubblicare.
      Freeanimals

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  5. Hai ragione da vendere Bobo, abbiamo svenduto tutto ai cosiddetti liberatori, non solo il didietro che è già abbastanza sacro, ma pure la nostra storia, il nostro passato , tutto è perduto, anche l'onore, ahimè. Anche per questo io non sono antifascista, anche perché dovrei essere pure antietrusco antiromano eccetera. Per coerenza e par condicio.

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  6. Nei film americani degli anni sessanta gli italiani sono sempre straccioni, ladri, arraffoni, mafiosi, brutti, con la pelle scura e la coppola, la lupara, vendono frutta e verdura, o giornali, mai che siano imprenditori, hanno le mogli grasse coi baffi, bassi di statura, al più sono dei latin lover.
    Il fatto è che anche i registi italiani hanno dipinto gli italiani così. Gigi

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  7. Fuori tema unire la pandemia allo squadrismo fascista.

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    1. Affatto!

      Abbiamo avuto 4 anni di fascismo e molti non se ne sono nemmeno accorti.

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  8. Mio padre era ufficiale con il grado di colonnello e rischiò seriamente di finire nelle Fosse Ardeatine perché come militare ebbe l'ordine di portarsi a nord nella R.S.I. perché sconsideratamente partecipò ad una manifestazione contro l'aumento del costo del pane. Vi partecipava con un compagno d'arme, che fu anch'egli scoperto. Mio padre riuscì a svincolarsi e a fuggire approfittando della calca della folla, mentre il suo compagno finì prima a Regina Coeli e poi alle fosse ardeatine. Mio padre raggiunse la cantina dell'Istituto di Maria Usiliatrice (quartiere Monte Mario) dove si era nascosto insieme con mia madre. E tuttavia da comunista rimpiangeva il fascismo per molte cose (buone). Mi disse che spesso riceveva una cartolina con l'invito ad iscriversi al partito. La stracciava ogni volta ma aggiunse che mai fu per questo perseguitato. Anzi, scrisse una volta a Mussolini ed ebbe una risposta con firma d'inchiostro e non prestampata di Mussolini. Prova a scrivere oggi a un politico e non sognarti di avere una risposta. Ne so anch'io qualcosa. Pietro Melis

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  9. Il sor Mauro si definisce come non antifascista, abbia le palle di dire che è fascista e basta, invece di girarci attorno.

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  10. Nei miei ultimi commenti, anonimo, credo di aver chiaramente espresso le mie "preferenze" che tali rimangono perché sono diventato apolitico per stanchezza. Adesso è il tuo turno, oh anonimo, di tirar fuori le tue di palle , firmando i tuoi interventi. Oppure la mia teoria sulle code di paglia......

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  11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Quando si è anarchici, si viene presi per fascisti dai comunisti e per comunisti dai fascisti.

      Nessuna delle due tribù in lotta riesce a contemplare l'idea che esista una terza via alla politica.

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    2. Molto bella e molto vera questa , Free , sottoscrivo in toto

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