sabato 1 febbraio 2025

Le sorprese, come gli esami, non finiscono mai!


Uno degli slogan dei Verdi di mezzo secolo fa, recitava: “Quando muore un anziano, è una biblioteca che brucia”. E io, se potessi parlare con un anziano contadino, gli domanderei se in vita sua ha mai visto quattrocento garzette tutte insieme. Se invece, potessi parlare con un naturalista ornitologo, anche non troppo anziano, gli domanderei se questo fenomeno è iniziato di recente, presso le garzette della pianura friulana, o se è sempre esistito e io, nei miei vagabondaggi in mezzo alla natura, non me n’ero mai accorto. Gli ardeidi sono molti anni che li vedo da queste parti, trattandosi di zona di risorgive, soprattutto aironi cenerini e garzette, mentre gli aironi guardabuoi e gli aironi bianchi maggiori sono di recente acquisizione. D’altra parte, ci sono addirittura gli ibis sacri in espansione in Italia e certi sciocchi giornalisti, tanto per consolidare il clima di allarmismo nei confronti degli animali selvatici, parlano di “specie invasive” e usano termini come “invasione”, nei confronti degli ibis! Descrivono questi eventi, che per me sono spettacolari e auspicabili, con un tono di preoccupazione perché tengono presente la reazione materialista degli agricoltori, che vedono qualche pericolo nella presenza degli ibis. Capita la stessa cosa con i carnivori, e allora i giornalisti da quattro soldi si mostrano preoccupati per i danni subiti dagli allevatori, di modo che, per l’ennesima volta, gli esseri umani si dimostrano per essere i soliti meschini, incapaci di godere del lato estetico della natura. Ilici zotici: li conosciamo da secoli. Chissà se qualche mio conterraneo avrà provato un senso di preoccupazione vedendo, com’è capitato a me oggi, questo enorme stormo di garzette? 


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