Eravamo in emergenza e bisognava fare in fretta!

Rhodes: Non sono un novax, ma trovo importante valutare la possibilità che un qualcosa gestito da miliardari, for profit, che a volte viene fatto di fretta, cambia il tuo DNA (i vaccini MRnA perlomeno), possa avere rischi, e possa essere fatto con fini che non siano puramente filantropici. Poi, ripeto, i vaccini hanno anche salvato MILIARDI di vite, non sono veleno e non sono olio di serpente, ma trovo sensato essere scettici e volersi assicurare dei fatti prima di prenderli; il fatto che così tanto del lavoro dietro i vaccini venga oscurato non è un buon segno.

ThePissKing: Non c'è niente di oscuro. Si era in pandemia globale, con centinaia di migliaia di morti al giorno, sistemi ospedalieri al collasso, economia bloccata a livello globale. Hanno zippato quanto più si è potuto per correre ai ripari. Questo non significa che abbiano saltato la fase imprescindibile dei test clinici effettuati sugli umani, passaggio senza il quale nessuna agenzia nazionale rilascia nessun farmaco sul mercato. Non sono le big-pharma a mettere i farmaci in circolazione. Se i farmaci non passano i controlli delle varie AIFA e compagnia cantante, non esce nulla. Ovvio poi che in una campagna vaccinale mondiale contratta in pochi mesi a causa dell'emergenza, gli effetti avversi che ci sono per ogni vaccino ed ogni farmaco, emergano tutti in un lasso di tempo ristretto rispetto ad una campagna vaccinale normale dilazionata negli anni. È la semplice logica, non servono lauree in biologia o medicina per capirlo. Basta il buon senso. Esattamente quello che manca completamente ai novax che parlano di vaccini che mutano il Dna senza nemmeno sapere cosa sia, che parlano di grafene nei vaccini, nanochip inoculati col siero, e citano dati su autismo e morti improvvise, che sono stati tutti ampiamente cassati da studi scientifici NON effettuati dalle big-pharma contro cui loro lottano come idioti.

Flavio Pons: Cascano le braccia a vedere che dopo cinque anni da inizio pandemia non si è ancora capito che la divulgazione efficace non si fa mettendosi su uno scranno e soprattutto che insultare non ha l'effetto di far cambiare idea alle persone, anzi. A che pro continuare?

Solibo Magnifique: Per puro edonismo, narcisismo, visibilità. L’algoritmo paga tutte le interazioni, sia quelle di ammirazione che di denigrazione. Diversamente non si farebbero interventi oltre i limiti della decenza (di onestà intellettuale non posso parlare, in quanto manca la materia prima).

Flavio Pons: Ironico che ti paia una buona idea rispondere così, e concludere con un insulto a tua volta. Sicuramente è ciò che convincerà la divulgatrice a cambiare stile. Fermo restando che le stesse tecniche, se non peggio, sono usate dall'altro lato della faccenda.