venerdì 12 maggio 2023

Non voglio essere un uomo medio!


Testo di Giuseppe Spagnolo

Negli ultimi anni ho maturato una posizione sempre più disobbediente e controcorrente verso questo sistema. La mia reazione è stata quella di trovare i modi, le strategie e le risposte per starne alla larga, quanto più possibile ed entrare in un contesto più ampio di una personale ricerca della Felicità. La Mia! Nella sostanza, ultimamente mi sto dedicando più alla ricerca della serenità, anziché alla carriera o al denaro. La nostra società attuale è una scatola che ci contiene, ci inzittisce e determina i nostri confini e distrugge i nostri valori. Ma siamo noi la società, ognuno di noi lo è, e se ci muovessimo tutti nella stessa direzione, essa seguirebbe di conseguenza. Anteponendo il benessere delle persone al puro materialismo, i sistemi economici, produttivi e di governo evolverebbero per interpretare i nuovi valori. Non servirebbe più “mollare tutto e partire” per cercare la felicità. Utopia? Certo che lo è! Ma una persona molto migliore di me disse, tanti anni fa: “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Nel mio piccolo e con tutti i miei limiti ho fatto un passo in questa direzione. Non predico l’anarchia o lo sfascio delle istituzioni. Credo nelle società degli uomini, nella legge, nella cooperazione e nell’amicizia tra i popoli, ma ciò che abbiamo creato con la civiltà occidentale è sbagliato. Si basa su valori fasulli che vanno contro la serenità dell’individuo. Il profitto è premiato più che il progresso reale; la raccomandazione sbarazza la meritocrazia, il consumismo vince sulla sostenibilità; la ricchezza di pochi è più importante del benessere di tutti. Come può restare in piedi un sistema così sbagliato? Esso si basa su fondamenta instabili. 



Non voglio essere un uomo medio, perché l’uomo medio sopporta l’idea di scambiare la maggior parte dei suoi anni migliori in cambio di denaro, che nella migliore delle ipotesi non gli serve, e nella peggiore non gli basta. L’uomo medio sopporta lo stress per undici mesi l’anno, poi spende i soldi guadagnati per riprendersi la salute che ha perso per guadagnarli. L’uomo medio sopporta i lunedì mattina, anche se li odia. Poi aspetta tutta la settimana l’arrivo del weekend, e lo passa annoiandosi. L’uomo medio sopporta di dare le chiavi della propria vita a una banca o ad una casa farmaceutica e di lavorare trent’anni per comprare una casa in cui passa meno tempo che in ufficio. L’uomo medio sopporta gli aumenti del costo dell’energia, le nuove tasse, i tagli all’istruzione e alla sanità, le sistematiche prese per il culo dei politici, i reality in televisione, l’informazione deviata, le notizie sui vip in vacanza e gli allarmi sulla pandemia annuale. L’uomo medio sopporta anche l’inquinamento, le guerre pilotate, la deforestazione, i massacri, i fondamentalismi religiosi e l’odio razziale. Ma se c’è una cosa che l’uomo medio proprio non sopporta, però, è sapere che qualcun altro ha smesso di sopportare tutta questa merda. Perché ogni persona che dice “basta” è uno schiaffo alla normalità e alla routine. È una sveglia, che ci strappa all’improvviso dal sonno profondo e ci costringe ad osservare la realtà. E la realtà è che tutti gli anni passati a sopportare questa o quell’altra cosa non torneranno mai! Ad essere schiavi di questo sistema non ci siamo accorti che il tempo è scivolato via dalle nostre dita addormentate, i nostri figli sono cresciuti e se ne sono andati via di casa, e i nostri sogni sono sbiaditi, dimenticati in qualche cassetto. La realtà fa paura, e la paura è insopportabile. Meglio rimediare subito allo strappo, mettere una pezza all’abitudine, e trovare una scusa qualsiasi per tornare a vivere, come se nulla fosse.

7 commenti:

  1. Anche io sono stato un uomo medio, forse mediocre, ma ho dovuto far fronte a molti impegni, roba che mi sono creato da solo, o forse il tram del destino, per citare una bellissima espressione di Drug.
    Del resto, per ciabattare in sandali e tunicone variopinto ci vuol pur sempre una base economica, o no?

    Mediocri i calcianti, pagati miliardi per rincorrere una palla, i mezzibusti dello spettacolo. Professionisti, gente che fa la storia, come tiitolano a volte i giornali sportivi quando una squadretta batte, per esempio, la Juve. Denaro mal impiegato.

    Ieri sera sono tornato tardi, ché avevo accompagno II nipote al calcio. Mi sono fiondato al minimarket, ché la chiusura si avvicinava. Insieme a me è entrata una giovane signora, ancora con il casco in testa, ansimante. Tornava evidentemente dal lavoro perché parlava al telefonino con qualcuno, scusandosi per il ritardo verso chi le badava i figli, ritengo. "Prendo due cose al volo ed arrivo subito, poi vai, stai tranquilla, scusa, scusa, grazie.." Quella ragazza si che è una campionessa, ho pensato, lei sì che fa la storia, quella di tutti i giorni.

    Avrei voluto abbracciarla, ma ho soprasseduto, non essendo io né un intellettuale, né tantomeno di sinistra. Mi avrebbero senz'altro accusato di violenza, tentato stupro. Roba da rischiare la Cayenne, nella cella di Papillon.

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    1. Il suo racconto pieno di mestizia ci porta a prendere in gran considerazione L'eutanasia
      Mamma mia che umore nero

      Pare che in Olanda dai 75 anni in su sia un diritto per tutti (quelli che la vogliono) L'eutanasia
      Allora Mauro b se tra un anno la vediamo fare una gita ad Amsterdam e non la vediamo più ritornare sappiamo già che ha compiuto il grande passo🤣🤣🤣🤣 che non è ' quello di farsi un cannone 🤣🤣🤣🤣
      Io se avessi la sua pensione e la sua carta di credito sarei già qui
      A bivaccare in compagnia di qualche lolita da Ufo

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    2. Citazione:

      "Avrei voluto abbracciarla"


      Forse sua moglie non sarebbe stata molto contenta, nel venirlo a sapere.

      Giacché lei ha una moglie, giusto?

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    3. Intendevo un abbraccio cameratesco, senza scopi lubrichi, un segno di stima, vicinanza..... Uno straccio di lavoro, una moglie, prima o poi toccano a tutti. Non ho fatto eccezione.....

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    4. Citazione:

      "Uno straccio di lavoro, una moglie, prima o poi toccano a tutti"



      A me non sono toccati. Ci ho provato, ma non ha funzionato, né con il lavoro, né con la moglie.

      Di quest'ultima categoria ne ho avute due, ma per breve tempo.

      Il lavoro, poi, non ne parliamo! Un disastro dietro l'altro.

      Credo di essere un disadattato, ma sopravvivo, tiro avanti e applico la famosa resilienza.

      Non tutte le ciambelle riescono con il buco!

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  2. = ciò che abbiamo creato con la civiltà occidentale è sbagliato =

    Guarda che le altre civiltà NON sono meglio della nostra, spesso sono anche peggio.
    I difetti della società occidentale - che sono sicuramente molti - ci sembrano più intollerabili solo perchè li conosciamo bene.
    Ma è solo un limite della nostra conoscenza.
    E' proprio la natura umana ad essere complicata e contraddittoria.
    Non cadiamo nella trappola infantile del 'buon selvaggio' mitizzato da Rousseau.

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    1. Al mito del buon selvaggio non credo da molto tempo.

      Anni fa mi capitò di trovare il titolo di un libro (solo il titolo, non il libro), di un autore inglese che non ricordo.

      Il titolo: "Settanta anni fra i selvaggi", con il sottotitolo: "Resoconto di una vita passata interamente in Gran Bretagna".


      Mi colpì, perché anch'io penso da sempre che i miei compatrioti siano dei selvaggi. Lo sto constatando in questi giorni, con la "calata dei barbari" piumati a Udine.

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