sabato 18 novembre 2017

Accogliere e stipare, temporeggiare e procrastinare




Continua ormai da giorni la marcia di protesta dei migranti ospiti nella base di Conetta: non si è fermata neppure quando un richiedente asilo, due notti fa, è stato investito e ucciso mentre stava raggiungendo in bicicletta i compagni in presidio davanti al municipio di Codevigo. Continua a dispetto di un clima a dir poco ostile e di una rivendicazione che ha scatenato la rivolta insostenibile: borse e valigie al seguito, i richiedenti asilo accolti e ospitati nella ‘ex base missilistica veneta non vogliono più restare lì; vogliono rassicurazioni immediate sui tempi della burocrazia necessari per rispondere alle richieste d’asilo, vogliono case, lavoro e diritti per tutti. Richieste impossibili e non solo per loro, come noto.



E così, sordi a qualunque richiamo all’ordine di pubblica sicurezza come di buon senso, sono ormai da tre giorni in marcia lungo argini e statali, per campi e strade, ospitati per la notte in una chiesa, rifocillati dai volontari disseminati lungo il percorso, monitorati dalle forze dell’ordine. E tra summit di amministratori locali e prefetti, l’unico appello al buon senso, disperato quanto accorato, è arrivato dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, a margine dell’apertura del ponte votivo per la festa della Madonna della Salute, ha detto la sua sulla protesta civile dei migranti di Cona. “Era evidente che la gestione dell’accoglienza dei profughi in generale, anzi, la non gestione delle frontiere, sarebbe finita male: l’avevo annunciato da tempo e questa è l’ennesima situazione”. E ancora: “Io con prefetto e questore sto lavorando benissimo e teniamo sotto osservazione la situazione – ha poi affermato - va bene anche che le persone e le parrocchie ospitino questi migranti, ma la questione è di pura emergenza e non può essere lasciata sedimentare così”.

E per sedimentare così, il sindaco intende che non si può continuare ad accogliere e stipare, temporeggiare e procrastinare. “Non può essere che continuiamo a non affrontare i problemi veri – ha continuato infatti Brugnaro - qualcuno deve assumersi la responsabilità di presidiare i confini, che nel nostro caso sono confini aperti dato che sono in acqua. Bisogna dire alla gente dell’Africa – ha concluso il sindaco – che qui non si può più entrare. E che in Italia, quest’idea che si può fare di tutto, non è più possibile”. Intanto, però, la marcia e la protesta dei migranti proseguono inesorabilmente.

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