martedì 27 settembre 2016

Il problema più grave di Roma sono le pantegane


Fonte: Il Giornale


Gliel’abbiamo consegnata! Roma, la Capitale d’Italia, la Testa del Mondo, la Città più bella del Pianeta è diventata, ormai, una sorta di grande campo zingaro senza legge e senza controllo.  Sono ovunque! Ricchi sfondati, sistemati in ville da schianto, cafone quanto vuoi, ma stracariche d’oro più delle casse della banca mondiale. Oppure sciancati e puzzolenti, a imporre il pizzo a chi si avvicina alle macchinette per fare il biglietto del metrò. Incinte o minorenni, armati di cartone e figlidiputtanaggine, pronti a scippare, per le strade del Centro, inermi turisti o anziani senza forze. Travestite da persone normali, ma svelte come faine, a borseggiare dentro ai bus o ai vagoni della metropolitana. Spavalde e ingioiellate, a leggere la mano ai Fori Imperiali, mentre figli e mariti si intrufolano negli appartamenti di tutta la Città per svaligiarli.


Oppure accolti in pompa magna dal papampero nelle Sale per Cristiani in Vaticano, a prescindere dal loro peccato originale: sono ladri! Violenti con le donne e i bambini. Impicciati in tutte le forme di malandrineria. Ma per il vescovo di Roma, quello venuto dai bassifondi della fine del mondo, sono da preferire a qualsiasi Vero Cristiano occidentale che, pur povero e solo, non ha più diritto di questa ciurmaglia malandrina a ricevere aiuto, sostegno, solidarietà, segni concreti di fratellanza. No, a Roma/Rom se non sei zingaro, vali poco più che zero. Delinqui da italiano, per necessità o indole? Crepi in galera! Se, invece, sei apolide e vivi nei campi rom (almeno sulla carta), esci subìto dalla gattabuia con mille scuse, se non rimborsato, anche se ti sei macchiato delle peggiori colpe. Violenti, ammazzi, rubi… Roba da poco, o niente. Sei rimesso in libertà, pronto a rifarlo e rifarlo e rifarlo e rifarlo e…


Non c’è un quartiere della Città Eterna che non sia ostaggio di bande zingare con mille specialità. Accattonaggio, sfruttamento della prostituzione, furto in appartamento, scippi, stupri, rapine. Omicidi, magari. Ma guai a dirlo! Si rischia grosso. Le loro minacce ti raggiungono come schioppettate. O coltellate alla schiena. A meno che tu non ti tuteli con qualche amicizia “di quelle che contano”. Magari di quelle nel “Palazzo”. Anche quello preso d’assalto e conquistato dalle gang di nomadi potenti. E, così, associazioni, cooperative, aziende, amministrazioni, sono in mano a loro. Tanto che anche le poltrone più alte e più imbottite sono sotto schiaffo. Probabilmente corrotte, o consociate. Mentre i romani pagano, versando lacrime di sangue. E, con loro, migliaia di turisti che, ogni anno, tornano a casa bestemmiando Roma. E milioni che non ci verranno mai, a causa di questa presenza imbarazzante.


Come uscirne? Qualcuno, in passato, ha spezzato i polsi a qualche piccola ladra. Ma non si fa. Qualcuno si è spinto a gonfiarle come zampogne. Ma non si fa. Qualcuno ha dato fuoco alle loro baracche. Ma non si fa. Qualcuno chiede aiuto alle mafie, qualcuno fa da sé. Ma non si fa. Qualcuno denuncia, ma non serve.

Bisogna, comunque, reagire. Se non si vuole trasformare l’Urbe in un enorme accampamento, per metà zingaro, per metà clandestino. In ogni caso, tutto clandestino e illegale.

Provatemi il contrario. 
Fra me e me. Pronto a tutto.


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