domenica 18 settembre 2016

La superiorità fisica degli atleti vegani



Lisa Borzani, 37 anni, bancaria padovana, si è imposta fra le donne nella durissima gara di 339 chilometri con un tempo di 91 ore. Ha corso per quattro giorni e quattro notti: «Niente carne, vino e sale e non ho problemi». Da piccola la chiamavano Grillo perché amava saltare. Poi si è evoluta e ora è diventata Lisetta, la regina del Monte Bianco. Ha corso per quattro giorni e quattro notti fra rocce, boschi, prati e ghiaioni. È salita su ventotto montagne, ha attraversato una ventina di valli, ha percorso 339 chilometri per 30 mila metri di dislivello. Infine, alle cinque del mattino di giovedì scorso, quando il sole non era ancora spuntato sulle crode del Monte Bianco, consumata e felice Lisa Borzani ha tagliato il traguardo di Courmayeur alzando le braccia sottili in segno di vittoria. Prima classificata al Tor des Géants, la gara di endurance che si snoda lungo le Alte vie della Val d’Aosta.



Nessun deficit
Un massacro e, per l’ultra maratoneta Lisetta, un’impresa straordinaria. Per varie ragioni: perché «il Tor è il massimo, è bellezza, durezza e confronto con te stessa»; e perché non è più una ragazzina con i suoi 37 anni; e poi per come si alimenta: «Sono vegetariana». Proprio così, questa esile veloce infaticabile atleta dalla volontà di ferro ha scelto di togliere la carne dal suo menù. «Mi fanno tutti una testa così con questo discorso, dicendomi che potrei avere dei deficit energetici, ma io al momento sto bene, anzi, molto bene».


Rincorro cose essenziali
Bandita la carne, bandito il vino, bandito il sale. «Un po’ per scelta ma anche perché Paolo non può. Io e Paolo ci siamo proprio trovati, corre anche lui, ci alleniamo insieme e mangiamo le stesse cose». Paolo Pajaro, 58 anni, è il suo compagno di vita, di sport e di banchetto. Sulla loro tavola abbondano soia, piselli, fagioli, lenticchie, ceci, tofu, uova. E frutta dei Colli euganei, dove vivono in un’appartamentino di fortuna. «Stavamo in una casetta isolata nel bosco, dove si poteva arrivare solo a piedi, sei minuti di salita. Poi c’è stata una frana e siamo scesi». Una vita fuori dal comune, la loro. «Siamo appassionati di natura, di semplicità. Rincorriamo le cose essenziali del mondo».


150 chilometri a settimana
Niente televisione, per il computer vanno alla biblioteca comunale, a casa due soli tocchi di modernità: la macchina del pane e il germogliatore di semi di soia. Le giornate di Lisa, bancaria laureata in Economia e commercio, sono scandite dalla corsa: «Primo allenamento alle 6 del mattino, un’ora. Poi al lavoro e rientro alle 5 del pomeriggio per il secondo allenamento di 2 ore». Mediamente 150 chilometri a settimana, con punte di 300. Weekend? «Sul Grappa e sul Summano, Prealpi vicentine, per il lungo: 5-6 ore». Passione? «Letture di libri su criteri di allenamento». Cos’è la corsa: «Un luogo dell’anima, è rispetto dell’ambiente. è benessere fisico e anche agonismo eh, non voglio dire». Si ferma mai? «Solo se mi sgambettano».


Nessun commento:

Posta un commento